La X Mas torna a riunirsi a Gorizia, il ricordo dei caduti e labari in municipio

La X Mas torna a riunirsi a Gorizia, il ricordo dei caduti e labari in municipio

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La X Mas torna a riunirsi a Gorizia, il ricordo dei caduti e labari in municipio

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 20 Gen 2024
Copertina per La X Mas torna a riunirsi a Gorizia, il ricordo dei caduti e labari in municipio

Rinnovato il ricordo dei dipendenti comunali deportati dai titini in municipio nel 1945, presente la vicesindaca Chiara Gatta a nome del Comune.

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Lo striscione «Decima marinai decima comandante» è stato srotolato ancora una volta fuori dal municipio di Gorizia, rinnovando una delle tradizioni più contestate in città. All’interno di Palazzo Attems Santa Croce, una delegazione dell’associazione reduci della X Mas ha deposto i fiori sotto la lapide che ricorda i dipendenti comunali arrestati dalle forze jugoslave durante i 40 giorni di Tito, a seguito della liberazione dai nazi-fascisti. Un momento di ricordo iniziato prima delle 11 e durato qualche minuto.

Ad accogliere il gruppo, che tra oggi e domani ricorderà i caduti del corpo nella battaglia di Tarnova contro i partigiani, c’era la vicesindaca Chiara Gatta. Nessun intervento da parte dell’amministrazione, così come avvenuto negli anni passati, lasciando invece la parola al segretario dell’associazione Roberto Pulli e al presidente della Lega nazionale di Gorizia, Luca Urizio. Il primo ha sottolineato la presenza del labaro dell’associazione Bir El Gobi, che ricorda i caduti della 136ma divisione corazzata "Giovani Fascisti" in Africa.

Accanto a questo, presente l’insegna della X Mas stessa, già oggetto di contestazione da parte del consigliere comunale Andrea Picco nell’ultima assise. Urizio, invece, ha ricordato quei dipendenti comunali scomparsi nel maggio 1945, i cui nomi sono riportati anche nel Lapidio nel Parco della Rimembranza. «Per ora ci sono 97 nomi - ha aggiunto - ma saranno incrementati, ho già recuperato altri nominativi». In ogni caso, ha rimarcato che «oggi partecipiamo perché tanti giovani della Decima si sono immolati per tardare l’invasione jugoslava».

Le altre iniziative
La stessa mattina, ma in corso Verdi, l’Anpi ha organizzato una contromanifestazione. Per quanto riguarda il resto del programma, proseguirà alle 15.30 con la messa per i caduti della Decima presso il Sacrario militare di Redipuglia. L’indomani, alle 10, ci sarà la deposizione delle corone al monumento ai caduti ed al Lapidario del Parco della Rimembranza. Alle 11, la delegazione si sposterà al cimitero centrale di via Trieste.

Qui, ci sarà l’omaggio dei fratelli Colinelli e il ricordo presso: il cenotafio della X Mas, il monumento ai volontari giuliano-dalmati, la cripta dove riposano i resti dei caduti, il cippo in ricordo dei giovani della Gnr, trucidati a Poggio Poggino, la stele dedicata ai martiri cittadini e ai soldati tedeschi rinvenuti nelle foibe, la tomba dell’avvocato Pascoli e dell’onorevole Pazzaglia, e l’ossario dei Bersaglieri del Battaglione Mussolini. La ricorrenza si concluderà alle 13 di domenica.

Dall’opposizione
Tra i presenti nell’atrio del Comune c’erano cittadini, esponenti delle associazioni dei deportati, ex e attuali consiglieri comunali. Tra questi, anche Eleonora Sartori dell’opposizione (Noi, mi, noaltris Go): «Mi pare evidente che la risposta alla domanda del consigliere Picco fosse un sì: i labari sono entrati in Comune» ha commentato a latere, riferendosi allo scontro tra il suo collega di gruppo e il sindaco Rodolfo Ziberna. «Rispondere subito avrebbe evitato la polemica e i toni che conseguenti (riferendosi in particolare alla frase del primo cittadino in Aula "al contrario di lei, io soggiacio alle leggi", ndr). C'ero e ho assistito. In silenzio».

«Le nostre posizioni sono opposte e inconciliabili, mi pare evidente - ha rimarcato -. Noi però non siamo contrari alla deposizione di fiori. Ognuno è libero di piangere i morti che vuole. La porta della Casa comunale è aperta per antonomasia. Quello che ci indignerà sempre è il tono che si vuole dare alla commemorazione. Anzi, il tono che il nostro sindaco vuole dare. Peccato che non ci sia lui ad accogliere l'associazione dei reduci ma deleghi sempre il malcapitato di turno. Quest'anno è capitato all'assessora Gatta nonché vicesindaca indossare la fascia».

«Non una parola, non una dichiarazione - ha incalzato -. Pare proprio non fosse particolarmente orgogliosa e felice di essere lì. Portare una corona implica far entrare i labari nella Casa comunale? Per noi no. Non è rispettoso della storia complessa di questo territorio e delle ferite che essa ha lasciato. Così come non lo è consentire a Casapound di esibire striscioni fuori la porta del Comune. Come consigliera comunale che rappresenta altre persone mi è sembrato il minimo esserci. Per ribadire ancora una volta che questo evento dovrebbe avere tutt'altra forma. E non istituzionale».

«Vedremo il prossimo anno, 2025, anno della Capitale europea della Cultura. Mi piacerebbe sapere come oltre confine vedano questa commemorazione. Ripeto: rispetto per i morti. Rispetto per il dolore. Rispetto per la memoria. Ma nella casa comunale non dovrebbero essere ammessi simboli divisivi che ci riportano a un passato buio. La mia generazione e quelle dopo di me desiderano un presente e un futuro diverso, non accettano simboli che enfatizzano le divisioni del passato e che sono ancora oggi la base del consenso elettorale per molti» ha concluso Sartori.

Foto Dissegna/Tibaldi

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