L'Anpi torna in strada contro la X Mas a Gorizia, «la città è bloccata»

L'Anpi torna in strada contro la X Mas a Gorizia, «la città è bloccata»

la contromanifestazione

L'Anpi torna in strada contro la X Mas a Gorizia, «la città è bloccata»

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 20 Gen 2024
Copertina per L'Anpi torna in strada contro la X Mas a Gorizia, «la città è bloccata»

Contromanifestazione dell'Anpi a poca distanza dalla visita in municipio, il presidente Pironi contro la X Mas: «Combatteva al servizio del tedeschi».

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Come 79 anni fa, a Gorizia ci sono due schieramenti – il primo è quello della X flottiglia Mas, il secondo è quello dei partigiani, rappresentati oggi dalle rispettive associazioni – che tornano puntualmente a fronteggiarsi in quello che ormai è diventato un vero e proprio rito del calendario goriziano. L’occasione è sempre la commemorazione della battaglia di Tarnova, avvenuta tra il 19 e il 21 gennaio del 1945 sulla Selva omonima, che si risolse con l’eliminazione del presidio del battaglione fascista sull’altopiano da parte del IX Korpus dell’Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia.

Se nel ’45 lo scontro fu cruento, quest’anno – come in quelli precedenti – il confronto si è sviluppato a distanza di poche decine di metri – la lunghezza di via Garibaldi – e con un cordone di uomini delle forze dell’ordine in mezzo, a prevenire eventuali contatti fisici tra i due gruppi di manifestanti. Così, anche questa mattina, mentre si andava preparando l’ingresso del gruppo di reduci e di sostenitori della X Mas nella sede municipale di Palazzo Attems-Santa Croce, davanti alla Banca Intesa Sanpaolo prendeva forma il presidio organizzato dall’Anpi di Gorizia.

I discorsi
Una contromanifestazione a cui ha partecipato un centinaio di persone e le cui ragioni sono state ricordate dalla presidente della sezione goriziana dell’associazione di partigiani, la storica Anna Di Gianantonio. «Anche quest’anno dobbiamo protestare contro il fatto che l’amministrazione comunale riceva con la fascia tricolore i reduci della X Mas nell’atrio di quella che è la casa di tutti: il Comune di Gorizia», ha affermato Di Gianantonio. Il riferimento, appunto, è all’accoglienza istituzionale riservata al gruppo recatosi in municipio per depositare una corona di fiori sotto la lapide dedicata ai dipendenti del Comune, infoibati dai titini durante le quaranta giornate di occupazione della città.

«Con quale coerenza – ha continuato sempre la storica – potremmo poi commemorare la Giornata della Memoria delle vittime dell’Olocausto, che cade il 27 gennaio, con la medesima amministrazione che ha ricevuto i reduci di quell’unità collaborazionista che attivamente fu impiegata nelle operazioni di rastrellamento? Mi pare opportuna, quindi, la scelta della giunta di svolgere la cerimonia separatamente e il giorno dopo, il 28».

Secondo Di Gianantonio si è perso l’occasione di fare di Gorizia «un luogo di elaborazione della pace: la città è bloccata, non solo dal punto di vista politico-culturale, ma anche economico». Ma le preoccupazioni dell’Anpi si estendono anche a livello nazionale: «Le politiche economiche e guerrafondaie dell’attuale governo sono in tutto simili a quelle del Ventennio fascista. Da un lato si distrugge il welfare e dall’altro non si riesce a tassare gli extra profitti delle banche. Non solo. Ci dicono che il fascismo è morto nel 1945, eppure oggi il principale partito di governo ha come simbolo la fiamma tricolore del Movimento sociale italiano, fondato proprio da quei personaggi del precedente regime che poi avrebbero fornito la manovalanza negli anni delle stragi».

Ennio Pironi, presidente della sezione provinciale dell’associazione, è poi intervenuto per ricordare che «il sindaco ha giurato sulla nostra Costituzione, fondata su valori antifascisti». Pironi ha poi aggiunto che «a Gorizia, che dopo l’8 settembre del 1943 era stata annessa direttamente al Terzo Reich come parte dell’Adriatische Küstenland, la X Mas non combatteva a “difesa dell’identità italiana”, ma al servizio dei tedeschi». L’esponente Anpi ha quindi auspicato l’approvazione in Parlamento di due proposte di legge del Partito democratico volte ad attualizzare la legge Scelba «affinché si prevengano sentenze come quella della Cassazione di un paio di giorni fa sul saluto romano».

Gli interventi
Nel corso del presidio sono poi intervenuti diversi militanti per ricordare e condannare i crimini del fascismo, tra cui Ennio Francavilla, presidente della sezione Anpi di Piedimonte, la giornalista Claudia Cernigoi e Michele Di Luca, giovane rappresentante del Fronte della gioventù comunista e presidente della Casa del popolo di Gorizia. Di Gianantonio ha infine colto l’occasione per ricordare l’appuntamento del prossimo 9 febbraio, quando alle 17, al Kinemax, si svolgerà la conferenza dello storico e scrittore Davide Conti sulle destre in Europa.

«Esprimo grande sconforto per questo rigurgito - è il commento della dem Laura Fasiolo - che preoccupa tutto il Paese e anche Gorizia, per un rituale che si ripropone con criteri e tinte che richiamano a nostalgie. Il progetto per il futuro di Gorizia deve guardare oltre, deve volare alto. Ciò che è accaduto non si deve ripetere mai più. Conforta però la presenza di tante persone democratiche e giovani al presidio dell'Anpi, con un'ampia partecipazione dal territorio isontino alla manifestazione espressione di civiltà».

Dal Consiglio regionale
A intervenire è anche la consigliera regionale dei 5 stelle, Rosaria Capozzi, insieme alla coordinatrice provinciale Ilaria Dal Zovo: «La funebre cerimonia che si ripete ogni anno a Gorizia, con la presente di reduci e simpatizzanti della Decima Mas con la deposizione di corone di fiori e parole di circostanza, con la presenza di rappresentanza di amministratori locali con tanto di fascia tricolore, riporta ad un passato segnato dalla violenza fascista che ha trovato proprio nella Decima Mas la sua più alta e nafasta rappresentazione. Condanniamo queste occasioni anche alla vigilia di Go!2025 che vede Gorizia, assieme alla slovena Nova Gorica, in un momento di alta cultura che è anche segno di pace e pacificazione frani popoli».

Dura la posizione anche di Serena Pellegrino (Allenza Verdi e Sinistra): «Dietro le mascherate delle commemorazioni nazifasciste non c'è il tributo a memorie che sono testimonianze della peggiore storia novecentesca nazionale ed europea. No, dietro ci sono il neofascismo e il neonazismo. Come ha detto pochi giorni fa la Commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, il nuovo fascismo non è una sfida in un sistema democratico. È una sfida al sistema democratico. Parole chiare pronunciate alla plenaria del Parlamento europeo, prendendo spunto dalla manifestazione di Acca Larenzia a Roma».

Foto Tibaldi

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