ASPETTANDO IL FESTIVAL DELL'ACQUA
Staranzano: il ‘Premio dell’Acqua’ va a Leonardo Serafini. Esperti a confronto sul fiume Isonzo

La cerimonia e il successivo talk si sono svolti nel pomeriggio di sabato 17 maggio. La tesi del giovane ingegnere monfalconese propone un modello per realizzare nuove barene in laguna.
Nell’ambito dell’imminente terza edizione del Festival dell’Acqua e della sua serie di anteprime, durante il pomeriggio di sabato 17 maggio, in sala Peres, il Comune di Staranzano e l’associazione ambientalista “Eugenio Rossman” hanno consegnato l’ottavo “Premio dell’Acqua” all’ingegnere Leonardo Serafini. Giunto alla sua ottava edizione, il riconoscimento promosso dall’amministrazione staranzanese in collaborazione con il circolo va ad insignire coloro che si sono laureati con tesi basate su tematiche ambientali – in questo caso, naturalmente, inerenti al filo conduttore della rassegna.
Laureatosi nel corso magistrale di Environmental Engineering all’Università degli Studi di Padova, Serafini ha effettuato uno studio sulla ricostruzione di una barena nella laguna di Venezia: collaborando con l'Ong “We are here Venice”, ha prodotto un modello per pianificare la realizzazione con fanghi di dragaggio di una nuova barena e per prevedere la sua evoluzione del tempo, tenendo conto di fenomeni come il bradisismo e l'alzarsi del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici. Lo studio del giovane ingegnere monfalconese, attivo in campo ambientale anche come presidente dell’associazione giovanile NoPlanetB Aps, è stato apprezzato dalla commissione anche per le possibili applicazioni nella laguna di Grado e Marano e per aver posto l'attenzione su degli habitat di grande importanza e fortemente minacciati.
A consegnare il premio, dinanzi a un pubblico numeroso e partecipe con domande e curiosità, sono stati il sindaco di Staranzano Marco Fragiacomo e Miris Castello, ecologa del Dipartimento della Vita dell’Università di Trieste e presidente di commissione per il concorso. La cerimonia si è svolta sulle note del coro del Cai di Monfalcone, diretto dalla maestra Manuela Denise Marcuzzi; non è mancato il ricordo di due figure fondamentali per il premio scomparse entrambe poco più di un anno fa, ovvero Livio Poldini, ideatore e professore emerito dell’Università di Trieste, e Nicoletta Magrin, insegnante staranzanese che ha partecipato alla sua organizzazione fin dalla prima edizione di otto anni fa.
Al termine della premiazione, ha avuto luogo il talk “Isonzo fiume di scienza”: una tavola rotonda tra esperti dedicata al fiume che proprio a Staranzano vede la fine del suo corso, realizzata nell’ambito dell’omonimo progetto regionale. Il dibattito ha visto Nedi Tonzar nel ruolo di moderatore: l’insegnante di Fiumicello ha cominciato evidenziando i profondi cambiamenti del fiume, notati durante la sua decennale esperienza di osservatore, dal punto di vista naturalistico, fisico ma anche sociale.
Lo stato di salute delle specie ittiche, in particolare in relazione alla presenza di specie alloctone e alle criticità legate ad interventi umani sull’Isonzo come le dighe presenti in Slovenia, è stato oggetto dell’intervento di Elisabetta Pizzul, docente di ecologia delle acque interne all’Università di Trieste. La grande diversità delle formazioni vegetali lungo il corso del fiume e la necessità di salvaguardarle, in particolare dove l’ecosistema si trova a contatto con zone oggetto di agricoltura intensiva, sono stati invece gli argomenti toccati dal botanico Pierpaolo Merluzzi, collaboratore della stazione biologica dell’Isola della Cona.
Per il naturalista Matteo De Luca, esperto di fauna selvatica e responsabile della Stazione biologica dell'Isola della Cona, la parola d'ordine è "dare spazio al fiume": visione che verrà portata avanti «con nuove acquisizioni e successive rinaturalizzazioni alla foce», ma che «si potrebbe anche applicare su tutto il tratto finale del fiume, ampliando e gestendo correttamente le golene, con minori costi rispetto al previsto rifacimento di tutti gli argini». Ultimo intervento, incentrato sull’avifauna, è stato dell’ornitologo Paolo Utmar, che ha evidenziato la crescita nel corso del tempo dei benefici derivanti dalla tutela e dalla creazione di aree protette per le specie migratrici e boschive, sottolineando però la regressione dovuta ad agricoltura ed allevamenti intensivi a cui stanno andando incontro le specie di uccelli legate agli ambienti prativi.
A conclusione del talk ha preso la parola l'ingegnere Emiliano Biasutto del Consorzio di bonifica della Venezia Giulia. Pur riconoscendo alcune delle criticità sollevate, Biasutto ha ricordato le molte iniziative promosse dal Consorzio nella formazione di operatori e agricoltori, la modifica di alcune procedure per migliorare la naturalità lungo i canali di bonifica e la collaborazione con l'Isola della Cona per gli interventi di rinaturalizzazione. Quanto è stato trattato durante il convegno costituirà inoltre spunto per il Contratto di fiume, il tavolo partecipativo in corso presso il Comune di Staranzano che verrà presentato pubblicamente durante il Festival dell’Acqua, nella serata di venerdì 23 maggio.
In galleria: foto Cristina Damiano
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