LE REAZIONI
Ramadan, la Questura nega la preghiera in piazza della Repubblica a Monfalcone

I centri islamici cittadini non pregheranno in piazza della Repubblica a Monfalcone. Ad annunciarlo è la Questura di Gorizia.
I centri islamici cittadini non pregheranno in piazza della Repubblica a Monfalcone. Ad annunciarlo è la Questura di Gorizia. Sfuma quindi l’ipotesi avanzata nella serata di ieri. Le posizioni sono ben note. Gli imam monfalconesi chiedono di poter riprendere le preghiere comunitarie, ma il sindaco Cisint ribadisce la linea del Comune: «Basta mistificazioni. Nessuno vieta la preghiera». Secondo il primo cittadino la piazza è destinata alle manifestazioni ma non alla preghiera. Anche se la Questura invita ad abbassare i toni, la situazione resta comunque delicata. Segui qui gli aggiornamenti.
Contattati dalla nostra redazione. Bou Konate e Rejaul Haq Raju parlano di «riunioni in corso» in quanto c’è una «situazione di incertezza». Intanto scoppiano le prime reazioni legate a queste ultime vicende. «Dopo aver esasperato il clima per lungo tempo, seminando inutile odio sociale, ora si vuole ribaltare la realtà scaricando colpe su chi dissente e, pacificamente, fa sentire la propria voce». Lo afferma in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti.
«Altro che stato di diritto e rispetto della legalità – continua l’esponente dem - la sindaca Cisint - evidenzia Moretti - si impegni a risolvere la questione sulla base della sentenza del Consiglio di Stato, che riconosce senza condizionamenti la libertà religiosa e invita a definire il tema sulla base del rispetto delle prescrizioni amministrative legate alla sicurezza. Tutto il resto è delirio di onnipotenza, senza considerare tali cittadini come ospiti indesiderati, visto che si tratta di persone con regolare permesso di soggiorno che vivono, lavorano e pagano le tasse da anni a Monfalcone e sul territorio».
Interviene anche La Sinistra per Monfalcone che «esprime solidarietà ai cittadini ed alle cittadine monfalconesi di fede musulmana». «Nonostante la sospensiva arrivata dal Consiglio di Stato – si legge nella nota - ancora non sembra possibile, per loro, tornare a pregare nei centri culturali dove, negli ultimi decenni, hanno potuto esercitare liberamente il loro diritto al culto. La nostra convinzione è che l'amministrazione comunale avrebbe dovuto aprire, da mesi, un dialogo, leale e senza pregiudizi, con le comunità straniere, per fornire le eventuali prescrizioni inerenti la sicurezza, anziché ostinarsi in un atteggiamento di chiusura e rigidità».
«Il clima di tensione fra il sindaco e la comunità islamica a Monfalcone ha una evidente matrice politica leghista ai soli fini elettorali per le prossime elezioni europee dove è probabile la corsa del sindaco Cisint appoggiata dal senatore Dreosto – commenta il consigliere regionale 5S, Mauro Capozzella - tutto ciò limita l'espressione di culto sancito dalla Costituzione antifascista. Un sindaco deve essere inclusivo e non divisivo per meri giochi politici».
Don Paolo Zuttion, decano del clero monfalconese, per ora non si esprime nei particolari. Assumerà una posizione nelle prossime ore «dopo un confronto tra i parroci». «La situazione è complessa, meglio non pronunciarsi in questo momento» così don Zuttion. Nel frattempo, quesrta sera la piazza è presidiata da polizia e carabinieri. Presente anche la vigilanza privata Sicuritalia.
Nella foto: la situazione in piazza della Repubblica alle 18.50
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