Musulmani in piazza Repubblica a Monfalcone, «le bugie del sindaco si fermino»

Musulmani in piazza Repubblica a Monfalcone, «le bugie del sindaco si fermino»

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Musulmani in piazza Repubblica a Monfalcone, «le bugie del sindaco si fermino»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 10 Mar 2024
Copertina per Musulmani in piazza Repubblica a Monfalcone, «le bugie del sindaco si fermino»

La sindaca Cisint attacca le comunità islamiche, definendo l'idea di pregare in piazza un «atto di grave sfida». Carabinieri e polizia davanti al municipio.

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«In piazza della Repubblica non si prega - è la posizione di Cisint arrivata in serata -. Lo avevamo annunciato questa mattina e la Questura di Gorizia lo ha poi decretato. Ribadisco nel modo più assoluto, per smentire le vergognose affermazioni sul divieto di preghiera, che l’azione posta in essere dall’amministrazione non sia attinente alla questione “libertà religiosa”, bensì concerne il rispetto delle norme urbanistiche e quelle relative all’ordine, alla sicurezza e all’incolumità pubblica». Al momento alcuni fedeli hanno raggiunto l'area, in un clima sereno.

Tutto trascorre in tranquillità. Alcuni giovani sono disorientati dalle indicazioni ricevute dai vertici associativi, mentre dei bambini giocano tranquillamente. Assenti le donne, al momento sono un centinaio i presenti. Gli sguardi s'incrociano, i tappeti della preghiera restano nelle borse di plastica. Arrivato sul luogo anche il presidente onorario del centro Darus Salaam, Bou Konate, e il rappresentante del centro Baitus Salat di via don Fanin, Rejaul Haq Raju, per ribadire le proprie posizioni. «Non ci sono problemi d'integrazione. Le bugie del sindaco si fermino. Ogni sera saremo qui» commenta Konate.

«Il nodo fondamentale - prosegue Cisint invece - è la difesa dello stato di diritto e delle leggi che devono avere valore obbligatorio, imparziale e universale, nell’interesse generale del convivere civile e della legalità. Le comunità islamiche, nell’annunciare che sarebbero scese in piazza della Repubblica a pregare pur non avendo alcuna autorizzazione, hanno compiuto un atto di grave sfida rivolta non solo al sindaco di Monfalcone ma anche a tutta la comunità monfalconese, del Friuli Venezia Giulia e del nostro Paese».

«Questa è la modalità di operare che hanno più volte espresso: “Prego dove voglio e quando voglio”, ma in Italia non funziona così. In Italia esistono delle leggi che vanno rispettate da tutti. Se la loro esigenza di trovare un luogo per pregare era così urgente, come mai hanno atteso 58 giorni prima di impugnare l'ordinanza di ripristino della destinazione d’uso dei luoghi? Come mai non hanno verificato se nei paesi vicini esistono degli spazi che possono essere adibiti al culto? L'Italia è ancora un paese di diritto?».

«Qui si sta dimostrando come una comunità - ancora la prima cittadina - che costituisce una minoranza all’interno dell'intera popolazione, voglia imporre la propria cultura e la propria religione al resto del Paese; un Paese che vuole restare democratico, nel rispetto delle sue norme, e noi stiamo combattendo questa modalità arrogante e irrispettosa delle leggi italiane». Presenti in piazza alcuni piccoli gruppetti di cittadini bengalesi. Non c'è aria di protesta, mentre qualcuno si è portato il tipico tappetino della preghiera in borse di plastica.

Dal cuore della città, proseguono le richieste degli esponenti della comunità musulmana: «Non ci fermiamo. Non stiamo cercando un luogo per pregare, ma un luogo per manifestare le nostre esigenze. Speriamo di poter incontrare anche l'arcivescovo Redaelli, di cui abbiamo letto con piacere il messaggio di auguri» ancora Konate.

Tra i giovani bengalesi si parla. La questione "tiene banco". Sono timidi ma hanno voglia di capire. Non si schierano, ma sentono che il tema li riguarda direttamente. Qualcuno di loro guarda il video di stamane divulgato tramite i canali social del sindaco Cisint, ma appena - chi vi scrive - si avvicina, rimette il proprio smartphone in tasca. Sono da poco passate le 20.15, i referenti dei centri cittadini hanno abbandonato la piazza, i più giovani restano. Qualcuno osserva, altri si dirigono nei locali del centro città. L'amaro resta un bocca: non c'è nessuna ragazza.

«Oggi inizia il Ramadan ma la comunità musulmana cittadina è ancora orfana di spazi di preghiera - commenta Cristiana Morsolin de La Sinistra per Monfalcone - perché il Comune ancora rifiuta di incontrare i componenti della comunità straniera? Una buona amministrazione deve risolvere i problemi, non fare propaganda», così in chiusura l'esponente dell'opposizione .

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