Il botta e risposta
Centri islamici in preghiera a Monfalcone, Cisint: «Arroganza, la piazza non si usa»

L'annuncio ieri sera da parte dei Centri culturali che si ritroveranno stasera dalle 19.30. Replica decisa della sindaca, «preghiera non ammessa».
Si ritroveranno ogni sera per pregare assieme durante il Ramadan, in Piazza della Repubblica a Monfalcone, alle 19.30. La prima è prevista stasera, visto che il mese di digiuno e di elemosina parte oggi per il mondo musulmano. Una preghiera che nelle scorse settimane è finita alla ribalta locale e nazionale.
Ieri sera, in un messaggio divulgato sulla pagina Facebook del centro culturale islamico Darus Salaam, il presidente onorario Bou Konate ha annunciato che, al termine di una riunione con gli appartenenti del Centro stesso, «visto che la sindaca continua a negarci il diritto sacrosanto che ci dà la normativa per poter pregare nei nostri centri. Stiamo andando verso il mese di Ramadan. Abbiamo bisogno di un luogo per pregare. Nonostante il Consiglio di Stato ci ha dato ragione il Comune dice il contrario. La decisione che abbiamo preso non ci piace ma siamo obbligato ad andare in piazza», così Konate.
Ogni sera, dalle 19.30, ci sarà il ritrovo e alle 20 la preghiera. «Non è un’iniziativa di guerra e non siamo in guerra con nessuno ma vogliamo che si possa togliere di mezzo questo problema. Chiediamo e insistiamo affinché chi deve e può intervenire si muova e finalmente ritroviamo i nostri Centri. Preferiamo pregare al caldo dentro i nostri centri piuttosto che al freddo in piazza», ha ribadito Konate. Oggi, in ogni caso, le condizioni atmosferiche probabilmente non consentiranno ai fedeli di pregare sulla piazza da poco inaugurata ma il ritrovo è ugualmente confermato.
Dal canto suo la sindaca, Anna Cisint, ha ribadito: «Nessuno vieta a nessuno di pregare. Le ordinanze che sono state firmate parlano di rispetto delle leggi: c’è un impatto importante dal punto di vista urbanistico. Se in un Paese che è di diritto, come l’Italia, ci sono delle norme queste vanno rispettate e chi non lo fa viola la legge, questo non dovrebbe essere permesso». Cisint ha ribadito come «quei luoghi erano destinati ad attività commerciale e di ufficio. Prima di impugnare le ordinanze i due centri hanno atteso 58 giorni, perché hanno atteso così? Sicuramente se lo avessero fatto a tre giorni dal ricevimento i risultati che avrebbero ottenuto sarebbero stati diversi», così Cisint.
«Dire che io ho vietato le preghiere è una falsità assurda e la situazione assurda di scorta che vivo è colpa di queste mistificazioni. Oggi si viola il principio di legalità perché i centri culturali non attendono le sentenze e pretendono di fare cose che non sono ammesse dal diritto italiano. Con noi queste cose non possono avvenire: da sette anni dimostriamo una situazione di sopraffazione», così Cisint secondo cui «la piazza è un luogo pubblico ed è impregiudicato il diritto di manifestare, ma quando si fanno cose specifiche allora no, la piazza non può essere monopolizzata con un’occupazione. Siamo di fronte a un atto di profonda arroganza».
Cisint torna sul tema delle spose bambine rilevando come «quanto detto il 23 dicembre durante la manifestazione è stato tradito dalle bambine che in età da scuola media passano dalla tutela del padre a quella del marito che viene loro scelto, obbligandole poi a girare con il velo integrale», ribadisce la sindaca di Monfalcone, città sulla quale «sono stati scaricati i pesi di un’immigrazione pesante, abbiamo costruito quattro scuole per far andare tutti a scuola, il 75% del bilancio welfare viene destinato agli immigrati. Chi ha qualche problema si rivolga a coloro che hanno portato a questa situazione».
Sul tema della preghiera, «la piazza non si usa: per una manifestazione, come da diritto costituzionale, sì, ma quella ha un inizio e una fine ed è rivolta agli uomini, la preghiera a Dio. In piazza le preghiere non sono e non saranno ammesse. Andremo in fondo su questo, sui diritti delle donne e delle bambine e anche sui diritti di una comunità che, fin’ora, ha solo dato», conclude Cisint.
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