Lavorare sul confine senza ostacoli, il grande nodo in Transalpina per il 2025

Lavorare sul confine senza ostacoli, il grande nodo in Transalpina per il 2025

la mattinata

Lavorare sul confine senza ostacoli, il grande nodo in Transalpina per il 2025

Di Redazione • Pubblicato il 27 Set 2023
Copertina per Lavorare sul confine senza ostacoli, il grande nodo in Transalpina per il 2025

L’incontro si è svolto presso gli spazi del nuovo GO! Center in corso Verdi a Gorizia, l'appello del presidente Petiziol alla politica nazionale ed europea.

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È stato presentato oggi a Gorizia l’esito dello studio svolto dal Gect Go, nell’ambito del progetto B-Solutions, per la gestione degli eventi tra Nova Gorica e Gorizia. La conferenza “GO! Borderless: affrontare i problemi e individuare soluzioni” ha visto la partecipazione in mattinata di esperti ed esponenti politici provenienti da varie organizzazioni e istituzioni europee. L’incontro si è svolto presso gli spazi del nuovo GO! Center in corso Giuseppe Verdi 51, area a disposizione dell'ente per la preparazione e promozione della Capitale europea della cultura 2025.

Un'occasione istituzionale dopo lo strappo avvenuto tra Comune di Nova Gorica e il direttore di zavod GO!2025, Gorazd Božič, anche se quest'ultimo è stato presente ai lavori. A nome dell'amministrazione slovena, c'era il capo di gabinetto del sindaco Samo Turel, Mija Lorbek, mentre per Gorizia l'assessore ai progetti europei, Sarah Filisetti. Intervenuta anche Vesna Humar, segretario di Stato dell’Ufficio governativo per gli sloveni all'estero di Lubiana, peraltro membro del team della candidatura, che ha sottolineato l’importanza dell’armonizzazione burocratica nell’area di confine.

Problemi burocatici
Il tema della mattinata ha riguardato infatti il superamento delle problematiche degli spazi transfrontalieri, a partire da quelli normativi. Non a caso, il cuore dell'intero programma della Capitale è piazza Transalpina-Trg Evrope, simbolo dello spirito europeo. Tuttavia, l’organizzazione di eventi in questo spazio comporta la necessità di considerare e rispettare le normative di due stati diversi: ad oggi bisogna seguire le procedure e presentare richieste di permessi in entrambi i paesi, nonché sostenere doppie spese. Se non risolte, queste problematiche potrebbero ostacolare il successo stesso della Capitale.

Da qui il progetto B-solutions, promosso dalla Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione europea e cornice dell’incontro, come illustrato da Cinzia Dellagiacoma, project manager dell’Associazione delle Regioni europee di confine (Aebr). Ricardo Ferreira, coordinatore border focal point della Commissione per la direzione generale delle regioni, ha sottolineato l’importanza dell’istituzionalizzazione della cooperazione transfrontaliera, presentando gli strumenti che l'Ue mette a disposizione delle aree di confine per affrontare le sfide specifiche.

Casi pratici in Europa
Guus de Bruijn, rappresentante del Secretariaat-generaal van de Benelux Unie, ha parlato del funzionamento dell’organizzazione sovraregionale tra Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, nata prima dell'Ue per promuovere il libero movimento dei lavoratori, dei capitali, dei servizi e delle merci nella regione. Sónia Antunes, coordinatrice di Cerveira-Tomiño Eurocity dell'Aect Rio Minho, ha raccontato quali strumenti ha adottato il “suo” Gect nel territorio di confine fra Spagna e Portogallo per la risoluzione delle difficoltà. Marcin Krzymuski, rappresentante del Centro di cooperazione Francoforte-Slubice, tra Germania e Polonia, ha portato l’esempio di due progetti specifici realizzati dal Centro in maniera transfrontaliera: una linea bus e un sistema di riscaldamento.

Nella seconda parte della mattinata, moderato da Sandra Sodini - direttrice delle Relazioni internazionali della Regione Friuli Venezia Giulia, c'è stato l’intervento dell’europarlamentare Sandro Gozi. Durante la sua relazione ha illustrato il progetto Bridge Eu, una proposta che prevede di avere un Centro di coordinamento transfrontaliero in ogni capitale di ogni Paese membro e di avere un comitato transfrontaliero con rappresentanti territoriali di entrambi i paesi. L’auspicio dei proponenti è che l’iter negoziale con la Commissione inizi entro tre mesi e il progetto venga approvato prima della fine della legislatura europea attuale.  

Riformulare l'area comune
A seguire l’avvocato Mitja Ozbič, esperto legale transfrontaliero, ha presentato i risultati dello studio da lui sviluppato per il Gect Go nel contesto del progetto B-Solutions. Il rapporto delinea alcune possibili soluzioni utili e già sperimentate nell'organizzazione degli eventi fra i due Comuni (come un vademecum, soluzioni informatiche, bandi comuni) tuttavia inefficaci nell'eliminare il problema alla radice. La sola via d’uscita davvero efficace, presentata oggi da Ozbič - e supportata praticamente all’unanimità dai relatori - è quella di riformulare l'intero approccio all'uso dell'area comune.

Questa dovrebbe essere definita non come un'area separata, ma come un luogo unico e comune, al fine di semplificare gli ostacoli amministrativi e consentire una cooperazione più profonda e agevole. L'unica soluzione che supererebbe davvero il problema sarebbe quindi quella di definire per la piazza una zona legale speciale. L'intento è di avere una procedura amministrativa unica da utilizzare da parte di proponenti italiani e sloveni, indipendentemente dal fatto che l'evento si svolga in tutto o in parte in uno o in entrambi gli Stati.

La politica
Infine, l'assessore regionale alle finanze Barbara Zilli ha evidenziato come il nostro territorio abbia già compiuto significativi progressi nella risoluzione di questioni di confine. Ha quindi ribadito il supporto da parte della giunta regionale per continuare in questa direzione e rendere la piazza Transalpina il fulcro di GO!2025 e buona prassi per altri casi analoghi. Durante la chiusura, il presidente del Gect Go Paolo Petiziol ha ricordato che l'ente si fa portatore di questa istanza nei confronti di tutti gli interlocutori istituzionali. Tuttavia, per arrivare a un risultato efficace, è necessaria una forte volontà politica, non solo locale, ma anche nazionale ed europea.

"È essenziale - così il consigliere regionale Diego Bernardis, presidente della V Commissione pertinente in materia di rapporti esterni e con l'Unione europea - lavorare con impegno e determinazione per superare le difficoltà che il confine comporta. La semplificazione è una necessità impellente, e dobbiamo concentrarci su questo obiettivo comune. La nostra priorità deve essere di informare e ascoltare costantemente le comunità locali, tenendo in considerazione tutte le sensibilità che caratterizzano il nostro territorio. Solo così potremo prendere decisioni coerenti con le aspettative di coloro che vivono qui ogni giorno".

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