«Nuove regole su immigrazione e confini», Sandro Gozi ospite a Gorizia

«Nuove regole su immigrazione e confini», Sandro Gozi ospite a Gorizia

l'intervista

«Nuove regole su immigrazione e confini», Sandro Gozi ospite a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 27 Set 2023
Copertina per «Nuove regole su immigrazione e confini», Sandro Gozi ospite a Gorizia

Ai panel organizzati questa mattina nel nuovo Go! Center, c'era anche l'europarlamentare Sandro Gozi: «Su immigrazioni servono regole nuove».

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Le frontiere all’interno dell’Europa appaiono sempre più labili, ma i contrasti politici e burocratici rimangono all’ordine del giorno. Soprattutto in un territorio come quello di Gorizia, dove la volontà di collaborare a livello con la controparte Nova Gorica trova spesso ostacoli nazionali o sovranazionali. Ai panel organizzati questa mattina dal Gect nel nuovo Go! Center, l’ufficio dedicato a GO!2025 dentro il KBcenter di corso Verdi, c’era anche l’eurodeputato Sandro Gozi, esponente di Renew Europe.

Eletto in Francia con il partito di Macron, Gozi è stato anche Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con i governi Renzi e Gentiloni. Un periodo, quello tra il 2014 e 2018, che ha visto l’Unione europea alle prese con la gestione dei flussi migratori e che, oggi, è bel lontana dall’essere terminata. “È necessario elaborare nuove regole europee - spiega a Il Goriziano -, quelle esistenti risalgono agli anni Novanta e ormai sono inadeguate. Servono nuove politiche sul controllo dei flussi migratori”.

Un passaggio, quest’ultimo, “impossibile da fare se ognuno lavora per sé”. In questa situazione, Gorizia si trova però porta d’ingresso di un flusso che, invece, avrebbe dovuto essere regolato già nel primo Paese d’ingresso nell’Ue, ossia la Croazia. “La priorità - rimarca l’eurodeputato - è spingere affinché si arrivi a un patto sulle migrazioni prima delle elezioni (del Parlamento europeo nel 2024, ndr), sia con i Paesi d’origine che per regolare il meccanismo di solidarietà e alle frontiere esterne dell’Unione europea”.

Un atto, evidenzia, che "sarebbe di grande beneficio per l’Italia, esposta alla frontiera marittima e alla rotta balcanica. Il problema visto da Trieste è ben diverso da Lampedusa, perché non c’è un’esposizione diretta”. In questo contesto, quale ruolo possono avere le istituzioni locali? “Con la cooperazione e sulla gestione dell’accoglienza congiunta, si possono studiare iniziative tra i diversi comuni a cavallo della frontiera. L’Europa deve lavorare sui Paesi d’origine, sulla concessione dei visti e nella cooperazione economica”.

Insieme al tema migrazioni, la frontiera si sente anche parlando di opere congiunte e divisioni burocratiche. Il fallimento dell’Epicenter a cavallo di piazza della Transalpina è un esempio, dovendo rinunciare all’idea di un edificio costruito a metà tra Italia e Slovenia. “È assurdo che nell’Europa unica non si possano organizzare eventi insieme sulla stessa piazza - così Gozi -, così come ci sono ostacoli anche per gli ospedali franco-spagnoli, o per i disoccupati francesi che vorrebbero entrare nella formazione in Belgio”.

Per l’esponente del Partito democratico europeo, bisogna “riavviare i negoziati fermi da quattro anni per un meccanismo dell’Europa con soluzioni concrete. Ci sono 150 milioni di cittadini che vivono sulle frontiere interne. Io ho ripreso questa proposta di legge che era ferma e l’ho chiamata ‘Ponte per l’Europa’. Non sarà una misura obbligatoria, ma dà la possibilità a enti locali o associazioni di segnalare allo Stato centrale se ci sono problemi legati a leggi o atti amministrativi, così da eliminare l’ostacolo. Vorrei che venisse approvata prima delle elezioni”.

Foto PES Communications/Flickr

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