La città vista dagli studenti, Architettura ridisegna il confine a Gorizia

Nuovo laboratorio su alcune aree della città. Riprendono quota le iscrizioni al corso di laurea.

Ridisegnare l’area a cavallo del confine di Gorizia è un tema discusso da anni. Negli ultimi tre, l’Università di Trieste si è fatta parte attiva nel dibattito, realizzando insieme all’amministrazione comunale un laboratorio dedicato. Questa mattina, sono stati presentati gli obiettivi di questa nuova edizione, che punta a far immaginare agli studenti di via Alviano la città di domani, soprattutto guardando alle sinergie con Nova Gorica. Questa volta, la novità è che sarà il Consorzio universitario a finanziare il tutto, stanziando 10mila euro.

L’ente partecipato è infatti entrato a far parte della convenzione, insieme all’ateneo di Lubiana. Proprio con quest’ultimo, la sede distaccata ha avuto intensi rapporti nel corso degli scorsi mesi attraverso la figura di Spela Hudnik, dottoranda nella capitale slovena. Da questo lavoro, nasceranno dierse proposte, disseminate lungo la fascia che va da piazza Transalpina a Rožna dolina, con l’obiettivo di integrare servizi e arterie sui due lati del confine. Il tutto è già stato esposto in estate nella sede municipale di Nova Gorica, con l’obiettivo di fare lo stesso a Gorizia.

“L’obiettivo di questo laboratorio - spiega il coordinatore, Giovanni Fraziano - è la sperimentazione. Questa città un luogo molto interessante, per la sua naturale contraddizione che la caratterizza insieme alla controparte slovena e per la necessità di ricollocarsi dal punto di vista economico e costruttivo, rispetto a un territorio più ampio”. L’analisi, quindi, punterà sia sui singoli edifici sia su zone più ampie, ridefinendo anche gli spazi di mobilità. Sforzo fatto anche per portare istanze più locali “in una dimensione molto più ampia e di scala internazionale”.

La città trasformata partendo dalle periferie, Nova Gorica lancia il progetto

L’essersi rivolti a Lubiana, come evidenziato anche il presidente del Consorzio, Paolo Lazzeri, rispecchia anche i legami storici e culturali con la Mitteleuropa, “valore aggiunto dell’università triestina”. Nel dettaglio, quindi, si è andati a studiare soluzioni su piazza Transalpina, lo spazio che ospita il centro commerciale Supernova, via Gallina, Casa rossa, la riqualificazione e valorizzazione degli impianti sportivi cittadini in un’ottica di polifunzionalità - come il Fabretto e PalaBigot - e la ristrutturazione di via Terza Armata quale asse di penetrazione alla città.

Un mix di tematiche, quindi, dalla funzionalità per i settori produttivi alla qualità dell’abitare. Il tutto in un quadro che vede crescere i numeri di iscritti al corso di laurea, dopo anni di crisi: ad oggi, sono 32 le matricole su 40 posti disponibili (ma le iscrizioni chiuderanno a giorni), confermando il trend degli ultimi tre anni. Al test d’ammissione, inoltre, si sono presentati in 70. “Questa esperienza - sottolinea l’assessore all’università, Chiara Gatta - da l’opportunità agli iscritti di crescere e il nostro scopo è coinvolgerli quanto più possibile nel tessuto cittadino. Anche in chiave della Capitale 2025”.

La sinergia è anche con l’assessore ai lavori pubblici, Arianna Bellan, che evidenzia come “il punto di forza è il pieno coinvolgimento degli uffici comunali, che seguono le proposte dei ragazzi, fornendo l’accesso alla documentazione necessaria a far sì che un piano non sia un progetto campato in aria ma qualcosa di realmente realizzabile”. I disegni rimarranno comunque suggerimenti, in particolare su aree sensibili come Casa rossa. Nel frattempo, termineranno a breve le attività con i docenti Adriano Venudo, Claudio Meninno, Thomas Bisiani e Luigi Di Dato.

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