le domande
Gorizia, la ciclabile torna sui controviali del corso: «Barriere con pedoni»

La proposta ha avuto già un assenso informale dalla Sovrintendenza. Arrivano le giostre di Sant'Andrea in piazza Vittoria, le idee su Villa Luise.
Torneranno le piste ciclabili in corso Italia a Gorizia. A confermarlo è stato l’assessore comunale alla Viabilità Francesco Del Sordi, rispondendo all’interrogazione della consigliera Giulia Roldo (Martina sindaco), nel corso della seduta del consiglio comunale di ieri sera. “Preso atto della bocciatura della cittadinanza del senso unico – afferma l’assessore – non ci resta altro che tornare al piano originale previsto dal progetto di riqualificazione del corso. Ci sarà, quindi, una sola corsia a senso unico su entrambi i controviali”.
E per risolvere il potenziale conflitto con i pedoni? “Stiamo ipotizzando il posizionamento di barriere fisiche come arredo urbano, soprattutto laddove c’è un’occupazione di suolo pubblico. In merito, la Soprintendenza ci ha già informalmente fornito un parere favorevole”, spiega sempre Del Sordi. Si prospetta quindi una chiara delimitazione degli spazi a disposizione tra i vari utenti di questa arteria stradale, inclusi anche quegli esercenti che attualmente occupano con sedie e tavolini buona parte dell’area oggi esclusivamente pedonale.
La sicurezza stradale
Sempre in materia stradale, non sono mancate le lamentele relative all’eccessiva velocità delle auto in città, ritenuto ormai un vizio tipico dei goriziani e difficile da sradicare. Nello specifico, Stefano Altinier (Lega) ha riportato diverse segnalazioni su via Formica, ritenuto un punto sensibile per la presenza di due scuole in prossimità. Problema già noto all’amministrazione, che però ha ribadito che i vari monitoraggi effettuati dalla polizia locale non hanno ancora rilevato violazioni del limite di 50 chilometri orari. “Per ora – risponde l’assessore al Patrimonio – non è prevista l’adozione di alcun rallentatore: uso a cui facciamo ricorso solo dove il portale della Regione segnala particolari rischi. Stiamo però ampliando le zone residenziali con il limite a 30 all’ora”.
Andrea Picco (Noi mi noaltris Go), invece, ha riportato l’attenzione sul passaggio sopraelevato di Sant’Andrea, danneggiato nel corso di un incidente mortale di qualche anno fa, e sul sottopassaggio Baruzzi di Piedimonte, che lo stesso Del Sordi ha riconosciuto essere “uno degli incroci più pericolosi di Gorizia”. Secondo l’assessore, però, la sua illuminazione è sufficiente a garantire la sicurezza della circolazione stradale, nonostante l’impianto sia piuttosto datato. Mentre per Sant’Andrea, la riapertura del passaggio sopraelevato è subordinata alla conclusione dei lavori sulla rotonda a cui è collegato: “Un problema non solo mio, essendo solito utilizzarlo quando vado a correre, ma di tutta la comunità”.
A soffermarsi proprio sui problemi legati all’illuminazione pubblica e la sicurezza dei passaggi pedonali in molte zone della città, anche centrali, è Emanuele Traini (Regione autonoma Fwd). “La città è male illuminata – si lamenta il consigliere – e se in alcune strade gli impianti sono a led, in molte altre le lampade sono ancora obsolete, rendendo i passaggi pedonali poco sicuri”. Da qui, la proposta di adottare i cuscini berlinesi come a Torino, prima città in Italia, ma già molto utilizzati in Europa per la moderazione del traffico nelle zone 30 garantendo un confortevole passaggio ai ciclisti.
La scarsa illuminazione
Sul problema dell’illuminazione – già aggravato dall’annosa questione legale del project financing che sta bloccando i lavori di ammodernamento dell’intera rete a causa di oltre una decina di ricorsi e controricorsi – interviene sempre l’assessore esponente di Fratelli d’Italia. “Se la manutenzione è lenta, non è dovuto all’inerzia dell’amministrazione o della società che se ne occupa, ma alla sua vetustà. Ci sono impianti costruiti negli anni Cinquanta e Sessanta da ditte che oggi non esistono più".
"Ciò comporta che la loro riparazione richiede, di volta in volta, l’ordine di pezzi da produrre quasi a livello artigianale, con inevitabili dilatazioni sui tempi d’intervento. Situazione che si è molto aggravata a seguito delle grandinate di luglio e agosto, che hanno prodotto una quantità incredibile di danni”. Una situazione che, rivela l’assessore, sta comportando “una spesa di 20mila euro al mese: abbiamo quasi esaurito i fondi previsti per quest’anno e dovremo chiedere un’integrazione per arrivare a dicembre”.
Sul welfare
L’altro grande tema affrontato nel corso della prima fase della seduta è stato il nodo Sanità. Una situazione allarmante, quella denunciata dai consiglieri Roldo – “Assessore Romano, lei va mai in ospedale da paziente? Il personale sanitario quando potrà beneficiare del turn over” – e Celestino Turco (Gorizia che vorrei). Per quest’ultimo, in particolare, i principali timori sono legati alla validità dei titoli di studio del personale straniero ed extracomunitario chiamato in Regione per sopperire proprio alla scarsità di infermieri, operatori socio-sanitari e medici: “Si chiami l’assessore regionale Riccardi per capire cosa si può fare; una risposta va data ai cittadini”.
Sui servizi scolastici, invece, si è soffermata la consigliera Rosi Tucci (Gorizia è tua), che ancora non si spiega come mai l’avvio della mensa scolastica, degli scuolabus e del doposcuola non coincida mai con l’inizio dell’anno scolastico. Pronta la risposta di Silvana Romano, assessore al Welfare: “Sono le scuole stesse che non sono in grado di fornirci tutte le iscrizioni ai vari servizi entro settembre. Siamo a metà ottobre e ancora ci giungono richieste da parte dei genitori”. Un problema che, osserva Tucci, “sembra pur sempre conseguente a quelle che sono le tempistiche stabilite dal Comune”.
Il debutto da assessori di Artico e Daidone
Il Consiglio di ieri sera è stato anche il debutto in aula dei due nuovi assessori Patrizia Artico (Capitale europea della cultura e Comunicazione) e Giulio Daidone (Sport e Politiche del lavoro). Artico, incalzata dal consigliere Antonio Devetag (Gorizia 3.0), si è soffermata soprattutto sul ruolo di Villa Luise: “Rientra all'interno di un dibattito in corso in Giunta e con altri soggetti, all'interno di un piano complessivo di valorizzazione di tutte le strutture goriziane in vista di Go! 2025”. Al momento, quindi, “non c’è niente di definito” conclude il neoassessore, rispondendo alla proposta di Devetag.
L'esponente della minoranza aveva invitato a destinare l'immobile a sede del Museo della Moda “che oggi cozza molto con quello della Grande guerra in Borgo Castello”. Daidone, invece, su richiesta di Tucci, ha confermato che, per quanto riguarda la gestione degli impianti sportivi comunali, “bisogna aumentare i contributi per far sì che le società concessionarie accettino il prolungamento dei contratti”. Il problema evidenziato dalla consigliera di Gorizia è tua è che, con l’attuale sistema, per le società è difficile partecipare a bandi regionali per contributi pluriannuali.
Il Natale goriziano
È trapelato anche qualche dettaglio sulla stagione natalizia goriziana, che, come ogni anno, verrà inaugurata in occasione della Fiera di Sant’Andrea. L’assessore ai Grandi eventi Luca Cagliari ha così confermato che tornerà la pista di ghiaccio in piazza della Vittoria. Non solo. Quest’anno la piazza tornerà anche a ospitare le giostre in occasione della fiera: “In via sperimentale, le giostre saranno anche in piazza dal sabato al martedì. E martedì sarà la Giornata dello scolaro”.
Il ruolo di Claudio Tognoni
Sul fronte della Capitale europea della cultura si è infine tornati a discutere sul ruolo di Claudio Tognoni, visto da diversi consiglieri della minoranza più come un commissario che come un consulente. In collegamento da Francoforte, dove era in trasferta in occasione della Fiera internazionale del libro, è intervenuto lo stesso sindaco Rodolfo Ziberna: “Chiunque abbia nozioni di diritto amministrativo dovrebbe sapere che un soggetto esterno non ha titolo per determinare alcuna spesa per conto del Comune, o del Gect, né tanto meno dello Zavod. Il suo coinvolgimento sarà limitato solo a tutta una serie di iniziative che avranno luogo in un’area vasta fino a Venezia per risorse esclusivamente regionali o nazionali”.
Foto di archivio
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