la contrarietà
Le bici ritornano sui controviali a Gorizia, «questa non è la Ciclovia della cultura»

Le 17 associazioni del Comitato criticano le novità emerse sul futuro biciplan e ciclabili in corso Italia: «Ritorniamo alle origini dopo aver speso 500mila euro».
Che fine ha fatto il progetto della Ciclovia della cultura a Gorizia? Se lo chiedono le 17 associazioni promotrici del progetto, fatto proprio in consiglio comunale dal sindaco Rodolfo Ziberna. Questa mattina, il gruppo ha espresso però pubblicamente la propria insoddisfazione sia per il mancato avvio dei lavori per realizzare un vero e proprio percorso con Nova Gorica, sia per gli ultimi sviluppi su corso Italia. La soluzione ideata dall’amministrazione, infatti, prevede il ritorno delle bici sui controviali: «Questa non è la Ciclovia della cultura» così dal Comitato.
Una proposta che vedrebbe la corsia dedicata alle due ruote a poca distanza da tavolini e dehors, protetti da barriere e arredo urbano. «È un giro a ritroso - commenta secca Anna Cecchini del Forum Cultura, tra le realtà che compongono il Comitato - dopo quasi dieci anni torniamo al punto di partenza, ossia le due corsie monodirezionali sui controviali. Alla fine, tutte queste modifiche ci costeranno 500mila euro e avremo un percorso ancora non sicuro». Una cifra spannometrica che conta i diversi interventi nel tempo.
«Siamo partiti nell’era Romoli - prosegue Cecchini - con la prima pista che interessava entrambi i corsi, spendendo 200mila euro. Poi questa amministrazione l’ha cancellata per fare la sperimentazione con una nuova modalità di ciclabile (con il senso unico in corso Italia, ndr) ma sappiamo tutti com’è andata. E sono stati spesi ulteriori 200mila euro». Sottolinea poi che «su corso Verdi non esiste un percorso ciclabile e nella zona pedonale c’è divieto di transito per bici. In caso di incidente, mi chiedo come andrebbe a finire».
Quesiti direttamente rivolti sia al primo cittadino che all’assessore alla viabilità, Francesco Del Sordi, che il consigliere comunale Andrea Picco (Noi, mi, noaltris Go) porterà presto in Aula. «Della viabilità ciclista - proseguono dal Comitato - non importa a nessuno così come di come vengono spesi i soldi pubblici. L’avvio delle procedura del biciplan è del 17 ottobre 2019 dall’allora assessore Ceretta. Ora scopriamo che questa amministrazione va a richiedere la Vas (Valutazione ambientale strategica, ndr) e ciò dice molto sull’interesse».
Un altro elemento evidenziato è che, a fronte di un calo della popolazione negli ultimi decenni, non c’è stato un trend uguale per i veicoli. «Andare in bici in città - ha rilevato l’architetto urbanista Fabia Cabrini - non è una faccenda semplice o piacevole. L’uso dell’auto peggiora la qualità dell’aria. La Ciclovia della cultura, su cui il sindaco si è impegnato, la vogliono 17 associazioni ed è un’istanza coerente con il movimento d’opinione. In ottica di GO!2025 deve essere un modo di collegare le due città in modo sicuro».
«La scelta sulla mobilità è culturale - ancora Cabrini - ma questa amministrazione guarda al passato e non al futuro». Lo stesso Picco non risparmia critiche: «Ironia della sorte, ricordo che il sindaco aveva emesso un’ordinanza per impedire di andare in bici su controviali perché pericolose, che mi risulta essere ancora in vigore». Per l’esponente di minoranza, inoltre, questo progetto «non è per il cicloturismo ma per i cittadini goriziani che devono avere la certezza di muoversi in sicurezza. L’altra scommessa è sui mezzi pubblici, che non ci sono».
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