la discussione
Il vicesindaco di Aquileia fa coming out in Aula: «Dovere di dare l'esempio»
La minoranza chiedeva di interrompere i rapporti con Gorizia, dopo il mancato patrocinio del Pride.
L’annuncio è arrivato lunedì sera, inaspettato. Il vicesindaco di Aquileia, Nicola Vazzoler, ha fatto coming out pubblicamente in consiglio comunale, nel corso di un’accesa discussione. In Aula, si stava discutendo sul Pride svoltosi a Gorizia a inizio settembre, con una mozione presentata dall’opposizione a riguardo. Il gruppo "La rete” aveva infatti chiesto al sindaco Emanuele Zorino di interrompere ogni rapporto e progetto, in corso o in programma, tra le due città o quantomeno di condannare la scelta dell’omologo Ziberna di negare il patrocinio all’evento.
La compagine di minoranza ha quindi ricordato che Aquileia aveva patrocinato moralmente la manifestazione, richiamando poi numerosi fatti di cronaca che hanno visto tristemente protagonisti persone omosessuali o transgender. Una lunga serie di episodi presentati per chiedere alla giunta di prendere posizione in tal senso. Vazzoler, a quel punto, ha preso la parola, leggendo il proprio intervento. “Mi sono sentito in dovere di far valere la mia situazione - spiega l’esponente dell’amministrazione Zorino - perché mi sono sentito strumentalizzato politicamente”.
“Mi ero confrontato con la giunta e la maggioranza - prosegue - e loro stessi hanno scoperto in quel momento che sono omosessuale”. Nel corso del suo discorso, ha citato l’ex ministro Spadafora, spiegando che “‘ho imparato forse troppo tardi che è molto importante volersi bene e rispettarsi’ e soprattutto farsi rispettare. Nel 2021 l’omosessualità non è uno stigma da tenere nascosto ma un orientamento sessuale, come altri, ma che ancora, come abbiamo potuto constatare nei mesi scorsi, spaventa in molti nel nostro Paese”. Il riferimento è all’acceso dibattito sul ddl Zan.
Il vicesindaco ha quindi puntato il dito contro la minoranza: “Utilizzare le violenze e le battaglie di una minoranza inascoltata e offesa più volte (non da ultimo con l’affossamento del ddl Zan, causato in ultima analisi da una linea intransigente adottata da una forza parlamentare progressista e liberale) per minare rapporti e intese fra pubbliche amministrazioni locali, lo trovo a mio parere di cattivo gusto se non scorretto”. Vazzoler ha quindi evidenziato che “chiunque ricopra un ruolo di rilievo, sia esso pubblico che privato, abbia il dovere di dare l’esempio”.
Dal canto suo, l’opposizione ha rimarcato di voler dare un segnale a difesa della comunità Lgbtq con la propria mozione. Alla fine, comunque, l’atto è stato respinto a maggioranza, mentre lo stesso numero due della giunta è uscito dall’aula. “Una spicciola diatriba partitica celata dietro il supporto alle vittime di bullismo e omofobia e ad una battaglia di civiltà che è più grande di noi tutti ma, soprattutto, che non può essere ridotta ad un ricatto politico verso questa giunta e maggioranza” aveva concluso il suo discorso, prima di abbandonare i lavori.
Dopo l'annuncio in consiglio, peraltro davanti a un nutrito pubblico, Vazzoler - che nella vita è architetto - ha ricevuto diversi messaggi di solidarietà: "Anche da chi non la pensa come me, mi ha fatto molto piacere. Volevo che fosse una presa di coraggio e un atto di forza, per lanciare il messaggio di non avere paura di ciò che si vuole essere. Dire la verità è già un atto di forza, è un messaggio positivo non solo per la mia comunità. Spero che possa contribuire a far cambiare prospettiva".
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