il corteo
La carica di 3mila persone al Pride, un fiume di colori invade Gorizia

Lunga marcia per difendere i diritti della comunità Lgbtq. Controlli del Green pass al confine, la festa finale.
Un fiume di bandiere e colori, attorniato da musica e grida. È questa l’immagine impressa in tantissimi scatti del lungo corteo del Pride, che ieri ha invaso nel pomeriggio le vie di Gorizia. Un evento che ha portato in città quasi tremila persone, numero che nemmeno gli organizzatori si aspettavano e che era stato comunicato alla Questura in via precauzionale. In realtà, l’obiettivo era portare a cavallo del confine almeno mille manifestanti, ma il richiamo della giornata è stato irrinunciabile per molti. Così, fin dalle 15, piazza Vittoria ha iniziato a riempiersi.
La partenza è arrivata alle 16, con due ore e mezza di tragitto segnato da diversi stop necessari anche a gestire il lungo cordone di persone. A scandire il passo, c’era il furgone con dj set che ha animato la parata, mentre alle sue spalle in migliaia ballavano e cantavano. “Il significato di questa giornata - ha commentato il presidente di Fvg Pride, organizzatore dell’evento, Nacho Quintana Vergara - è quello del nostro moto: ‘sconfinare i diritti’. Vogliamo scendere in strada per rivendicare pari diritti e pari dignità della nostra comunità. Siamo uniti oltre le frontiere”.
Al corteo c'erano anche diversicittadini sloveni, che hanno fatto il percorso al contrario dall’Italia fino oltreconfine. Il punto più significativo dell’evento è stato proprio all’ex valico del Santo Gabriele, dopo una lunga attesa sull’arteria omonima che ha lasciato spazio a un qualcosa di mai fatto prima: un Pride che si allarga in due Stati, toccando trg Evrope, ossia il versante est di piazza Transalpina. Qui, era stato allestita un’area delimitata e accessibile solo con Green pass, segnando con un braccialetto chi si era già identificato. Procedure svoltesi regolarmente.
Solo in pochi casi ci sono state delle tensioni, dovute anche a persone trans che non volevano esibire la certificazione. Tema già oggetto di dibattito, con parte della comunità Lgbtq che ha visto in questo documento una discriminazione nelle persone che stanno facendo la transizione o che non hanno ancora terminato l’iter per modificare i documenti. In ogni caso, il tutto è proseguito velocemente, con gli stessi volontari che hanno monitorato accuratamente sia in corrispondenza del confine che della piazza le varie documentazioni su richiesta della stessa Questura slovena.
Sul versante italiano, invece, il corteo è stato attentamente seguito dalle forze dell’ordine, dispiegate fin dalla mattina. In particolare nell’ultimo tratto, la vigilanza è stata particolarmente alta con l’ausilio di polizia, guardia di finanza e digos. Terminata la marcia, ecco i discorsi sul palco, da cui non sono mancate critiche al sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, per il mancato patrocinio. Applaudito il video-messaggio dell’omologo di Nova Gorica, Klemen Miklavič, a cui sono seguiti diversi interventi, tra cui quelli degli onorevoli Alessandro Zan e Alessandra Maiorino.
L’esponente dem e padre dell’omonimo ddl si è detto fiducioso dell’approvazione del testo, mentre sono state portate le istanze anche di altre categorie. Tra queste, quelle del coordinamento a difesa dei diritti delle prostitute, che hanno chiesto tutele e riconoscimento da parte dello Stato. Presenti anche molti amministratori locali che hanno sostenuto l’evento, mentre la madrina dell’edizione, l’attrice Lara Komar, ha lanciato il suo messaggio: “Non sono in grado di fare un discorso incisivo e con parole d’effetto, ma voglio continuare a credere che un futuro migliore sia possibile”.
Foto di Giovanni Masini
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