Il tour della legalità nelle discariche abbandonate, timori a Gorizia

Servono 4 milioni per bonificare l'area a Savogna. Preoccupazione anche in via Aquileia.

Rifiuti stipati in capannoni e all’esterno, abbandonati lì da anni. Questa mattina, l’Osservatorio della legalità del Friuli Venezia Giulia si è recato in due siti a Savogna e Gorizia, insieme ad altre associazioni, per capire le diverse situazioni in aree private all’indomani dell’incendio che ha devastato l’ex Bertolini di Mossa. In quell’occasione sono andati in fumo 4.500 tonnellate di rifiuti plastici sequestrati e ora il timore che scene simili si possano ripetere in zona è tanto. In particolare in aree da tempo esposte.

Una di queste è in località Malnišče, nella zona industriale di Savogna. “L’ho notato alla fine degli anni Novanta - spiega il responsabile dell’ente, Marino Visintini - viaggiando in treno. Qui sono stipati 10.300 metri cubi di materiali classificati pericolosi, per lo più resti di automobili”. Ad accompagnare il gruppo sono stati il sindaco Luca Pisk e l’assessore all’ambiente, nonché ex prima cittadina Alenka Florenin, che hanno ripercorso le vicende. A partire dalla scoperta del sito, con rifiuti sia dentro che fuori il capannone.

Una storia iniziata nella primavera del 1997, quando la Ecological service di Rovigo inizò a stockare trattare gli scarti riutilizzabili nella zona. Da lì a pochi mesi, l'azienda cessa l'attività di conferimento e lo stesso luglio è la Provincia di Gorizia a segnalare le presunte violazioni della legge alla Procura. Un anno dopo è Legambiente a inviare un esposto sulla situazione ai diversi enti e, a fine '98, l'amministrazione locale chiede dei preventivi per la bonifica. Nel settembre del 2000, la cifra predisposta dalla Geodesia di Udine era pari a 18,5 milioni di lire.

La superficie esterna è stata coperta con un telo, dopo un’operazione costata 500mila euro, ma ora servirebbe la bonifica. Un progetto dal valore di 4 milioni di euro, insostenibile per le casse comunali e per cui l’amministrazione sta cercando da tempo di ricevere un sostegno dalla Regione. Il gruppo si è poi spostato a Gorizia, in via Aquileia, dove a 200 metri in linea d’aria con l’ospedale si trova un’altro deposito. “Sono tre arcate di capannoni dopo il distributore - evidenza Visintini -, c’era il piazzale pieno a ridosso della ferrovia”.

I rifiuti nella parte esterna sono stati invece asportati. “È una situazione pericolosa - incalza l’ambientalista - i depositi sono ancora pieni. Negli ultimi 30 anni sono stati scoperti in regione diversi luoghi con immondizie ammassate in regione”. Tra i partecipanti, anche il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Cristian Sergo, nonché il locale circolo di Legambiente. La presidente Anna Maria Tomasich ha ricordato che per la vicenda di Mossa “ci siamo costituiti parte civile nel procedimento penale aperto dalla Procura, ancora a carico di ignoti”.

Il prossimo marzo, verrà presentato il report sulle Ecomafie di Legambiente in collaborazione con l'Università di Trieste. Nell'area ci sono 15mila metri cubi di materiali, già oggetto di un'ordinanza del sindaco Rodolfo Ziberna, respinta dal Tar. Lo stesso primo cittadino aveva ricordato la vicenda in una lettera al governatore Massimiliano Fedriga, sottolineando di aver firmato l'anno scorso un'ordinanza "in cui si intimava ai proprietari di smaltire il tutto e bonificare il sito dai materiali collocati da un’impesa poi fallita, cui erano stati affittati gli spazi".

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