Il terzo Festival dell’Acqua si presenta a Staranzano tra nuovi partner e variegate collaborazioni

Il terzo Festival dell’Acqua si presenta a Staranzano tra nuovi partner e variegate collaborazioni

L'EVENTO

Il terzo Festival dell’Acqua si presenta a Staranzano tra nuovi partner e variegate collaborazioni

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 03 Mag 2025
Copertina per Il terzo Festival dell’Acqua si presenta a Staranzano tra nuovi partner e variegate collaborazioni

Cifra distintiva della rassegna resta la contaminazione tra arti e linguaggio divulgativo. Co-organizzatrice di questa terza edizione è Fondazione Carigo.

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Si è riempita al completo di pubblico, stamattina, la sala Peres di Staranzano, per la presentazione ufficiale della terza edizione del Festival dell’Acqua. Una conferenza che, come nelle due passate occasioni, ha voluto fin da subito marcare il carattere fondamentale della rassegna, ovvero la contaminazione tra linguaggi divulgativi e artistici: accanto al tavolo composto dal sindaco, dagli assessori e da Roberta Sodomaco, coordinatrice del programma, una tela bianca sulla quale l’illustratore e pittore Massimiliano Gosparini ha cominciato a dipingere un’illustrazione incentrata sui temi discussi, dando vita a una performance di live painting che ha accompagnato l’intero svolgersi della presentazione.

La rassegna si svolgerà da giovedì 22 a domenica 25 maggio, previe alcune anteprime già a partire da lunedì 19. A raccontarla è intervenuto per primo il sindaco di Staranzano, Marco Fragiacomo, ricordando la nascita dell’idea che ha poi portato alla sua realizzazione: da «un’intuizione di Roberto Covaz» il tentativo di «mettere l’acqua al centro delle rassegne culturali in paese, poiché Staranzano è effettivamente circondata dall’acqua – dolce, salata, salmastra – e ce l’ha anche sotto i piedi grazie alle falde nel sottosuolo».

Una centralità che si collega strettamente al più ampio tema globale dei cambiamenti climatici e, soprattutto, alla necessità di conservare e non sprecare tale bene prezioso. Lo ha illustrato Roberta Russi, assessore comunale all’ambiente, raccontando che «attraverso la riserva naturale della Foce dell’Isonzo vediamo il cambiamento climatico in atto quotidianamente nell’abbassamento biodiversità, nei cambiamenti negli ecosistemi e con la siccità». «Sono parallelamente aumentati anche eventi meteorologici come le piogge torrentizie» ha proseguito Russi; ciò mentre «più di due miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile, un numero significativo»: da qui è nata dunque, tre anni fa, «l’idea di abbozzare il Festival dell’Acqua per portare a una platea più ampia possibile queste questioni e le possibili risoluzioni, sensibilizzando la comunità a riguardo».

L’elemento distintivo del format della rassegna, come già accennato, è la fusione tra linguaggi e stili comunicativi. Il Festival si propone infatti, come esposto dall’assessore alla cultura Giuseppina Gambin, di «realizzare un necessario dialogo fra il sistema dei saperi umanistici e quello scientifico», abbracciando le forme del teatro, della performance musicale e artistica e della conferenza-spettacolo. In tutto ciò trova spazio anche il sapere classico con racconti e miti del passato poiché, ha spiegato Gambin, affrontano il «rapporto uomo-natura, ciò che accade quando l’uomo rompe l’equilibrio con le forze cosmiche, risuonando con forza oggi, in un presente in piena crisi ambientale globale». Arte, musica e letteratura sono dunque il «luogo privilegiato» da cui cominciare la riflessione sul tema dell’acqua, grazie «alla loro forza mitopoietica ed archetipica e alla capacità di evocare significati ed emozioni profonde».

Oltre all’ampiezza del programma di eventi e alla continuazione del coinvolgimento di altre realtà del territorio (Mariano del Friuli, Gradisca d’Isonzo e Ronchi dei Legionari tra i comuni che hanno accolto e affiancato le iniziative del Festival), è cresciuto per questa terza edizione anche il numero dei partner. Da segnalare il “salto di qualità” nella partecipazione della Fondazione Carigo al progetto, ora co-organizzatrice assieme alla Camera di Commercio della Venezia Giulia: ne ha parlato il da poco ex presidente Alberto Bergamin, esprimendo la volontà di estendere ancor di più in futuro il respiro dell’iniziativa, trasformandola in «“Festival dell’acqua dell’intera provincia, intanto, e poi di tutta la Regione».

Si riconfermano come sostenitori e contribuenti la Bcc Venezia Giulia, la Camera di Commercio Venezia Giulia e la Regione Fvg: assente per altri impegni, il vicepresidente regionale Mario Anzil ha lasciato un messaggio di plauso e supporto al Festival per «aver saputo costruire un programma capace di coniugare rigore divulgativo con sensibilità artistica; proprio da luoghi simbolici quali l’Isola della Cona, l’idrovora Sacchetti e le rive del fiume Isonzo può partire un forte messaggio sulla tutela delle acque, non solo come sfida ambientale ma anche come opportunità di crescita culturale per tutti».

Tra le altre e numerose realtà con cui collabora il festival vi sono la Sissa di Trieste e il suo Festival Scienza e Virgola, l’articolato progetto “Produttori di Trame” di Benkadì e GoGas Tartaruga e l’iniziativa di Marco Paolini e Telmo Piovani “La Fabbrica del Mondo”, volta alla salvaguardia del pianeta. Ulteriore progetto, raccontato sul finire della conferenza stampa, è stato il percorso di ricerca che ha vito protagonisti gli studenti dell’Isis Bem di Staranzano e culminato nella mostra multimediale “Wetland Designers”, visitabile durante i giorni del festival all’interno del municipio. Curato da Francesco Scarel e realizzato in collaborazione con l’associazione Liminal Research Ets, il percorso ha spinto gli studenti a immaginare e pianificare l’assetto che avranno le nuove zone umide dell’Isola della Cona – frutto dell’acquisizione, tramite progetto Interreg, di dieci nuovi ettari di terreno non più adatto alla coltivazione – attraverso un software basato sul machine learning: una fusione tra frontiere tecnologiche, arte, design e lotta al cambiamento climatico. 

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