Suicidio assistito, il Tribunale di Trieste sul caso Anna: Asugi risponda

Suicidio assistito, il Tribunale di Trieste sul caso Anna: Asugi risponda

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Suicidio assistito, il Tribunale di Trieste sul caso Anna: Asugi risponda

Di Redazione • Pubblicato il 06 Lug 2023
Copertina per Suicidio assistito, il Tribunale di Trieste sul caso Anna: Asugi risponda

I giudici impongono all'Azienda sanitaria di verificare le condizioni della donna, affetta da sclerosi multipla. 500 euro di multa al giorno per ritardi.

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Il Tribunale di Trieste si è oggi pronunciato sul ricorso in via d’urgenza proposto dalla signora C.C. - "Anna" com'è stata ribattezzata con nome di fantasia dall'associazione Coscioni - nei confronti della Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina nel maggio di quest’anno, in tema di "suicidio assistito". La ricorrente ha chiesto ai giudici di ordinare ad Asugi di stabilire le modalità di esecuzione del fine vita e di prescrivere e fornire il farmaco che dovrà a tal fine somministrarsi.

Il tutto previa verifica se la stessa fosse affetta da patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psichiche intollerabili e se la sua scelta fosse capace, libera ed informata. Il Tribunale, riporta una nota dell'Azienda sanitaria, "non ha accolto tale richiesta stabilendo che per il momento Asugi debba unicamente accertare se la signora C.C: sia mantenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale; sia affetta da patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psichiche ritenute dalla stessa intollerabili; sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli".

I giudici, riporta ancora la nota, hanno "ritenuto che non sussistessero i presupposti per accogliere le ulteriori richieste della signora C.C." perchè “non sussistono i requisiti di attualità per imporre ad Asugi gli ulteriori adempimenti richiesti". Infatti non è "scontato l’esito dell’accertamento che dovrà essere compiuto". In particolare, per ordinarle di “determinare il trattamento farmacologico che consenta alla paziente di porre fine alla propria vita” e di “verificare le modalità di esecuzione del suicidio”.

In ogni caso spetterà al Comitato etico competente, individuato dal Tribunale nel Ceur - che dovrà a tal fine essere espressamente interpellato - pronunciarsi in ordine alla “sussistenza dei presupposti per il trattamento di fine vita e sulle modalità esecutive individuate”. Dall'altra parte, la cellula regionale dell'associazione Coscioni si dice soddisfatta del verdetto, confermando di fatto il diritto della donna - triestina di 55 anni, affetta da sclerosi multipla - a essere sottoposta a tutte le verifiche necessarie per poter accedere all’aiuto al “suicidio medicalmente assistito”.

La decisione arriva a quasi un mese dalla prima udienza in cui “Anna” aveva chiesto, dopo ben 215 giorni di attesa, che fosse ordinato all’Asugi di effettuare le verifiche così come previsto dalla “sentenza Cappato” della Corte costituzionale. È stato così "accertato il diritto costituzionalmente garantito della donna a ottenere entro 30 giorni il completamento delle verifiche di cui alla sentenza Cappato, evidenziando come fino a ora l’Asugi non abbia adempiuto ai propri obblighi di tutela del diritto alla salute della paziente" riporta una nota del sodalizio. Il parere del Comitato etico, inoltre, "deve essere espresso solo dopo il completamento di tutte le verifiche" dell'Azienda.

“Importante - commenta Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione e coordinatrice del collegio legale di studio e di difesa - inoltre la condanna al pagamento di 500 euro per ogni giorno di ritardo nell’adempimento dei propri obblighi. Quindi se l’Asugi entro il termine di 30 giorni stabilito dal Tribunale non avrà concluso le verifiche di sua competenza, e non avrà di conseguenza ancora accertato che ‘Anna’ possegga o meno tutti i requisiti per accedere alla morte volontaria, come individuati nella sentenza Cappato, e (all’esito delle verifiche) non avrà individuato il farmaco letale e le modalità di attuazione, dovrà pagare una sanzione".

"È infatti inammissibile ritardare l’esercizio di un diritto fondamentale costituzionalmente garantito, e così comprimere la libertà, la dignità e l’autodeterminazione di ‘Anna’, la cui sofferenza è costante e le cui condizioni di salute sono peggiorate dal giorno della richiesta iniziale all’Azienda Sanitaria”, conclude Gallo. Sul tema, a novembre è atteso il ritorno della mozione in Consiglio regionale presentata dal consigliere Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica) dopo la sua discussione in III commissione. Nel frattempo, il testo è atteso in discussione in diversi assise comunali della regione.

Nella foto: l'incontro di Marco Cappato a Gorizia il primo giugno (Daniele Tibaldi)

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