L'ESPOSIZIONE
Staranzano, studenti e machine learning disegnano le nuove zone umide all’Isola della Cona: ecco ‘Wetland Designs’

Il lavoro svolto dalle classi del Bem e ideato da Francesco Scarel è in mostra nella sala del Consiglio in occasione del terzo Festival dell’Acqua.
È cominciato ieri, a Staranzano, il terzo e atteso Festival dell’Acqua. Fra spettacoli, conferenze, incontri e format basati sulla contaminazione dei linguaggi, anche l’edizione 2025 della rassegna staranzanese riserva uno spazio particolare a mostre ed esposizioni. Fra queste, spicca “Wetland Designs”, inedita fusione tra natura, territorio e salvaguardia dell’ambiente con le nuove frontiere informatiche e multimediali dell’intelligenza artificiale e del machine learning.
Installata all’interno del palazzo municipale di Staranzano - precisamente nella sala consiliare – e inaugurata ieri alle 19.30, la mostra raccoglie i frutti del progetto ideato e coordinato da Francesco Scarel dell’associazione Liminal Research Ets e realizzato assieme agli studenti dell’Isis Bem, nello specifico del polo ‘Marconi’.
A dare il “La” al tutto è stato “Poseidone”, il progetto Interreg grazie al quale il Comune di Staranzano ha acquistato dieci ettari di terreno agricolo abbandonato da integrare alla riserva naturale dell’Isola della Cona e convertire in zona umida mediante specifici interventi di ripristino naturalistico. Da qui, ha raccontato ieri all’evento Scarel, è nata l’idea di «far disegnare l’aspetto di questa nuova zona umida a chi poi vivrà il territorio»: alle giovani generazioni, dunque, nello specifico agli studenti dell’istituto tecnico staranzanese.
Dopo una visita guidata all’Isola della Cona con Matteo De Luca, responsabile della stazione biologica della riserva (assente al panel di ieri sera per un imprevisto), i ragazzi delle classi 2°CM e 3°IA hanno sperimentato in prima persona il processo di progettazione di uno spazio naturale. Lavorando in classe e in laboratorio, hanno ideato assieme al coordinatore Scarel un software basato sul machine learning per realizzare prima disegni e poi modellini in 3D di simulazione dell’aspetto che la nuova zona umida andrà ad assumere: fra i vari elaborati ne è stato selezionato uno in particolare che farà da “progetto” e verrà tradotto nel concreto mediante gli interventi da poco cominciati nei pressi della Foce dell'Isonzo.
Gli elaborati degli studenti e il processo di realizzazione sono dunque il fulcro dell’esposizione in sala consiliare. Ad affiancarli, oltre a una “colonna” sonora fatta di suoni naturali registrati nella riserva naturale dai ragazzi della cooperativa Thiel assieme al collettivo udinese Organic Sounds, anche le installazioni della visual artist triestina Martina Stella: un connubio tra tele dal sapore astratto e montaggi video che intendono mostrare il cambio di volto dell’Isola della Cona negli ultimi cent’anni, partendo da foto d’archivio scattate durante la bonifica degli anni Venti e trasformate in animazioni fluide mediante l’Ia.
Proprio gli interventi di cent’anni rappresentano il “controcanto” dei cambiamenti dell’oggi: «Stiamo assistendo, anche nel campo delle direttive europee, al processo contrario rispetto a quanto fu fatto cent’anni fa con la creazione di nuovi terreni agricoli – ha spiegato Scarel – ora, infatti, dalla bonifica torniamo alle zone umide, vere e proprie “soluzioni naturali” al cambiamento climatico in quanto capaci di assorbire grandissime quantità di Co2».
“Wetland Designs” resterà visitabile fino alla fine del Festival, che nel frattempo prosegue oggi con dei panel dedicati all’ecosistema lagunare e agli “inquinanti invisibili” presenti nell’acqua, culminando con l’appuntamento delle 19.30 dedicato ad approfondire il “Contratto di fiume Isonzo” e il suo processo partecipato tra pubblico e privato e con il peculiare spettacolo delle 21 in Sala San Pio X dal titolo “Sex and the climate”, condotto dal climatologo Stefano Caserini e dal pianista Erminio Cella. Molto soddisfatto dell’andamento di questa terza edizione il sindaco di Staranzano Marco Fragiacomo, che ha sottolineato gli «importanti e più abbondanti finanziamenti» a cui hanno contribuito Fondazione Carigo, Bcc e Regione Fvg, permettendo di «ampliare la proposta di attività», e il «valore rappresentato dalla preziosa risorsa» collegato a cultura, natura ed economia.
In copertina: foto Enrico Valentinis
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