Il sottosegretario Molteni a Gradisca: «fondamentale un Cpr in ogni regione»

Il sottosegretario Molteni a Gradisca: «fondamentale un Cpr in ogni regione»

La visita

Il sottosegretario Molteni a Gradisca: «fondamentale un Cpr in ogni regione»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 21 Set 2021
Copertina per Il sottosegretario Molteni a Gradisca: «fondamentale un Cpr in ogni regione»

Accompagnato da Roberti, dal prefetto, dal questore e dal sindaco che chiede garanzie diverse per il futuro, «avevano promesso la chiusura del Cara invece ci si prepara a nuovi arrivi».

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Visita, oggi pomeriggio, del sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni al Cpr e al Cara di Gradisca d’Isonzo. Una visita cui hanno preso parte anche l’assessore regionale alla sicurezza, Pierpaolo Roberti, il prefetto e il questore di Gorizia, rispettivamente Raffaele Ricciardi e Paolo Gropuzzo assieme al sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig.

Due i momenti della visita con il sottosegretario che è stato accompagnato all’interno del Cpr che attualmente ospita 82 persone. La visita si è soffermata all’interno di un’ala non utilizzata ma a disposizione per isolamenti e quarantene. È stata anche l’occasione per mostrare al deputato Molteni i danni alle strutture causati da sommosse o tentativi di fuga. Quindi l’ingresso al Cara con particolare riferimento agli ultimi interventi sui servizi igienici all’interno del quale sono ospitate circa 180 con cinquanta persone in quarantena all’interno di tende che portano i richiedenti asilo a essere 230 in tutto.

“Ho voluto ringraziare le forze dell’ordine per il lavoro che svolgono all’interno del Cpr di Gradisca che è uno tra i più importanti del nostro Paese”, ha sottolineato Molteni dopo la visita. “Ho toccato una forte sinergia anche sul tema dell’immigrazione che torna a essere di attualità non solo per le vicende afghane ma anche per una riapertura della Rotta Balcanica che può essere un problema serio per la comunità” ha proseguito il deputato che ha ricordato anche l’importante risposta dell’Italia nella situazione afghana.

“Ritengo che un Cpr per ogni regione sia fondamentale – ha continuato Molteni – anche se con tutte le problematiche del caso, soprattutto la diminuzione nel territorio di forze dell’ordine che devono essere impegnate all’interno. Il tema dell’immigrazione è delicato ma abbiamo avuto oltre 10mila sbarchi nel solo mese di agosto: se l’immigrazione non è gestita né controllata rischia di creare tensioni a livello territoriale ma anche europeo”.

Per quanto riguarda le condizioni di vita all’interno delle due strutture, “la capacità di gestione è di assoluto valore. Il sistema complessivamente tiene ma, ovviamente, finché avremo dei numeri contenuti” e in questo senso ha espresso parere positivo riguardo i pattugliamenti misti italo-sloveni.

L’obiettivo è quello di “chiudere il Cara nel momento in cui la gestione del fenomeno ti evita dei problemi che la non gestione porta. L’integrazione si fa sui piccoli numeri ma bisogna avviare le persone a un reintegramento sociale anche con il lavoro. Se non avviene si portano solo disagi”.

“Ci tengo a far presente il punto di vista della cittadinanza – ha riflettuto a margine il primo cittadino, Linda Tomasinsig – che dopo 15 anni di presenza di queste strutture è provata e i cittadini sono stanchi di vedere la propria città identificata come il paese dei centri di accoglienza”.

La richiesta di Tomasinsig è quella di “avere delle prospettive diverse e di poter essere aiutati perché l’accoglienza ad oggi è sulle spalle di alcuni comuni che reggono il peso dell’immigrazione di tutto il Paese”. Una struttura, quella di Gradisca, che nonostante possa sembrare all’apparenza perfetta, anche comparata ad altre esperienze su tutto lo Stivale, ha le sue problematiche. E se non è tutto oro quel che luccica “ci era stato promesso che il Cara, con l’apertura del Cpr, sarebbe stato chiuso”. E invece ci si prepara a nuove ondate dalla Rotta Balcanica. “Basti pensare – conclude Tomasinsig – alla cinquantina di persone attualmente sistemata nelle tende in attesa che si concluda la loro quarantena”.  

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