Silva Lapidea mostra la cultura transfrontaliera, 2500 visitatori in 41 giorni a Gorizia

Silva Lapidea mostra la cultura transfrontaliera, 2500 visitatori in 41 giorni a Gorizia

l'affluenza

Silva Lapidea mostra la cultura transfrontaliera, 2500 visitatori in 41 giorni a Gorizia

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 18 Mar 2024
Copertina per Silva Lapidea mostra la cultura transfrontaliera, 2500 visitatori in 41 giorni a Gorizia

La mostra di scultura contemporanea transfrontaliera ha avuto l’indiscusso merito di proiettare nel clima di collaborazione, durante questi 41 giorni.

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Un evento transfrontaliero non solo nel senso letterale del termine: i confini che ha abbattuto Silva Lapidea sono stati anche generazionali e disciplinari. La mostra - che ha chiuso i battenti ieri sera con un’ultima visita guidata a la presentazione del catalogo - ha richiamato oltre 2500 visitatori in soli 41 giorni effettivi di apertura a Gorizia. La mostra di scultura contemporanea transfrontaliera allestita al Museo di Santa Chiara ha avuto l’indiscusso merito di proiettare amministrazioni, artisti e pubblico nel clima di collaborazione che dovrà caratterizzare il 2025 per poter centrare l’obiettivo di Nova Gorica e Gorizia come unica Capitale europea della Cultura.

Ampia la partecipazione di enti: realizzata dal Comune di Gorizia con quello di Nova Gorica attraverso la Mestna galerija, l’esposizione è stata resa possibile dal contributo della Fondazione Carigo e grazie alla collaborazione dell’Associazione culturale per le arti contemporanee Prologo di Gorizia. Ventisette i protagonisti della mostra: i ventiquattro scultori Vittorio Balcone, Edi Carrer, Stefano Comelli, Paolo Figar, Arianna Gasperina, Boštjan Kavčič, Vasja Kavčič, Damjan Komel, Anja Kranjc, Roberto Merotto, Claudio Mrakic, Roberto Nanut, Negovan Nemec, Vladimir Makuc, Giovanni Pacor, Nedeljko Pečanac, Zmago Posega, Gorazd Prinčič, Angelo Simonetti, Nika Šimac, Robin Soave, Lara Steffe, Enzo Valentinuz e Ana Žerjal, i due fotografi Franco Spanò e Roberto Kusterle e il pubblico, definito vero coprotagonista dalle curatrici Emanuela Uccello e Pavla Jarc.

Ben 350 gli spettatori che hanno partecipato alla serata inaugurale del 15 dicembre, oltre 50 i partecipanti all’ultima visita guidata di ieri pomeriggio, ultima tappa di un percorso di avvicinamento alla mostra che ha visto alternarsi diverse attività collaterali. «Ho voluto proporre delle iniziative che rappresentassero tutto ciò che mi era piaciuto nel realizzare la mostra» ha affermato Emanuela Uccello durante la presentazione del catalogo, curato assieme a Pavla Jarc, edito da Prologo, con testi anche di Stefano Comelli, Paolo Figar, Damjan Komel, Franco Spanò e Cristina Visintini. A introdurre i testi critici, che comprendono le schede biografiche di ogni singolo artista con la riproduzione di lavori anche estranei alla mostra, i saluti delle autorità: i sindaci di Gorizia e Nova Gorica, il presidente della Fondazione Carigo e l’assessore alla Cultura Oreti.

«Volevamo realizzare un catalogo che contenesse, come parte significante, anche l’allestimento: questo il motivo dell’uscita ritardata» ha spigato Pavla Jarc sulla scia delle parole della collega Emanuela Uccello, unanimi anche nel definire la mostra un evento epocale di cui ora resterà memoria nel catalogo. Ma non solo: «Adesso le vostre opere stanno germogliando nelle menti di oltre 600 bambini» ha detto Cristina Visintini, responsabile della Ludoteca comunale, rivolgendosi agli artisti presenti. Assieme alla collega Fabiana Morgia, in collaborazione con l’associazione Heart4Children e la prestigiosa presenza di Lego, ha infatti proposto una fitta serie di visite guidate specifiche seguite da laboratori in cui bambini di età compresa fra i 5 e gli 11 anni hanno avuto modo di approcciare i concetti fondamentali della scultura riproponendoli in disegni e in sculture di mattoncini assolutamente originali ed entusiasmanti.

Accanto a queste, si sono succedute visite guidate tematiche, ogni volta diverse, proposte dalle curatrici con il coinvolgimento degli artisti Paolo Figar, Damjan Komel, Anja Kranjc, Roberto Merotto e Nika Šimac. Altri incontri sono stati organizzati su richiesta per gli studenti del Liceo artistico Max Fabiani di Gorizia e del Liceo di Nova Gorica, per l’Università della Terza Età di Gorizia e Cormons, per i gruppi della parrocchia di San Rocco e del Museo Etnografico di Fossalta di Portogruaro. A queste si sono affiancate le visite guidate tattili per non vedenti, a cura del conservatore del Goriški muzej David Kožuh con gli iscritti dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti di Gorizia e della Società intercomunale ciechi e ipovedenti di Nova Gorica.

Attività, queste, inserite nel progetto “Oltre il visibile”, che porterà alla costituzione di un museo tattile permanente con attenzione all’arte contemporanea. Fra gli altri seguitissimi eventi collaterali spiccano “Arti a confronto”, con degustazione del vino vinificato in pietra di Castel San Mauro, e la presentazione di “Carso crea(t)tivo”, a cura dell’associazione Casa Cave, nell’ambito del progetto che ha portato alla realizzazione di “Kamen – Museo diffuso delle Cave e della pietra di Aurisina”. Una serata è stata poi dedicata a poesia e musica, con autori italiani e sloveni, a cura dell’associazione Prologo che ha raccolto i versi declamati nell’occasione in un opuscolo specifico.

L’abbattimento di confini disciplinari all’insegna dell’emozione e del bello ha portato poi al successo della performance di danza contemporanea della Compagnia Arearea di Udine in un progetto site specific per le sale della mostra mentre si è passati all’osservazione dello splendore del territorio grazie all’escursione curata dalla guida naturalistica regionale Sabrina Pellizon, dedicata a “Il Panovec: storie di un bosco imperiale nel Goriziano”: la seconda escursione “Il Sabotino: storie di roccia e di pietra”, rimandata a causa del maltempo, sarà recuperata domenica 24 marzo.

Un interessante evento è stato dedicato alla fotografia esposta in mostra, con Roberto Kusterle e Franco Spanò e la presentazione del libro d’arte “Echo”, in collaborazione con lo Studio Faganel. Resa possibile grazie anche alla collaborazione con PromoTurismo Fvg e Io sono Fvg, Goriski Muzej, Università degli Studi di Udine, Biblioteca Ssatale Isontina e Fondazione Concordia Sette Centro Iniziative Culturali Pordenone, la mostra ha avuto il valore aggiunto dell’omaggio ad alcuni artisti scomparsi che, soprattutto per la parte italiana, non avevano finora ricevuto un adeguato riconoscimento e ringraziamento per il proprio lavoro: Vladimir Makuc, Claudio Mrakic, Roberto Nanut, Negovan Nemec, Zmago Posega ed Enzo Valentinuz.

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