Siccità, malattie e caso Irlanda: le paure del mondo vino a Gorizia

Siccità, malattie e caso Irlanda: le paure del mondo vino a Gorizia

la conferenza

Siccità, malattie e caso Irlanda: le paure del mondo vino a Gorizia

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 05 Mag 2023
Copertina per Siccità, malattie e caso Irlanda: le paure del mondo vino a Gorizia

L'incontro tra l'eurodeputata Lizzi e le associazioni di categoria: «l’Europa non è lontana. Stiamo diventando più bravi nel lavorare assieme».

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Il vino a 360 gradi: dal controverso sistema di etichettatura Nutri-score alle normative sugli imballaggi, senza trascurare i problemi ambientali come la siccità o la nuova piaga della flavescenza dorata, che si sta diffondendo tra le vigne di tutto il Triveneto. È stato un incontro denso di contenuti, quello organizzato ieri sera in Sala Dora Bassi a Gorizia, con l'europarlamentare europea della Lega Elena Lizzi. “Se la sensazione generale è che più lontane da noi siano le istituzioni, più distanti siano anche i nostri rappresentanti, non è certamente il caso dell’onorevole Lizzi, che ci è sempre stata vicina” ha esordito il sindaco, Rodolfo Ziberna.

Il primo cittadino ha accolto l'ospite con l’assessore alle Politiche europee, Sarah Filisetti. A dialogare con Lizzi - membro titolare delle commissioni Agricoltura e sviluppo rurale e Occupazione e affari sociali - c'era la sommelier Anastasia Roncoletta, nonché i rappresentanti delle principali associazioni di categoria: il direttore della sezione goriziana Coldiretti Ivo Bozzato, il delegato locale dell’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino (Onav) Marco de Savorgnani, il presidente di Assoenologi Fvg Matteo Lovo e il delegato per la sezione goriziana dell’Associazione italiana sommelier (Ais Fvg) Michele Paiano.

Punto di partenza il sistema Nutri-score: “Un progetto pilota, nato dalla proposta di uno scienziato francese - così Lizzi -, che applicherebbe un sistema di etichette a semaforo, molto simile a quello attualmente vigente per la classificazione energetica degli immobili, noto come Ape”. Solo che il bene che si vuole tutelare, in questo caso, è la salute. Il problema è nato quando, “per qualche strana combinazione di algoritmi, alcuni nostri prodotti, tra cui il vino, risultavano venire castigati da una collocazione nella parte più bassa del Nutri-score”. Di conseguenza andrebbe applicata sulle confezioni di questi prodotti un’etichetta con sfondo nero, corrispondente alla lettera F.

Diversi esperti, anche del mondo accademico, hanno però dimostrato che questi algoritmi non erano corretti. “Abbiamo portato questi risultati – sempre l’europarlamentare – all’attenzione della Commissione, che ha quindi deciso di sospendere il progetto”. Ma a risollevare l’attenzione e le preoccupazioni del nostro comparto vitivinicolo è stato il recente caso Irlanda. Dublino, da sempre molto sensibile ai problemi legati all’abuso di alcol, ha infatti ottenuto all’inizio dell’anno l’autorizzazione da Bruxelles – grazie alla regola del silenzio-assenso – a far applicare questo sistema di etichettatura su tutti i prodotti alcolici, dai più liquorosi, come i celebri whiskey irlandesi, alle bottiglie di vino importate dall’Italia.

Secondo l'europarlamentare, ma è un’opinione condivisa anche dagli altri presenti, si tratta dell’ultimo di “una serie di continui attacchi da parte di un fronte di Paesi dell’Europa settentrionale contro quelli del Sud”. Poiché quello irlandese è un precedente pericoloso, “siamo riusciti a far partire un gruppo parlamentare trasversale che si occupi di vino, superalcolici e cibo, tenendo in considerazione quelli che sono gli interessi dei Paesi dell’area mediterranea”. “Ci sono 30mila studi scientifici che dimostrano quanto il vino faccia bene”, ha chiosato Lovo. Per l’esponente di Assoenologi, infatti, “un consumo moderato e intelligente può far anche bene al sistema cardiologico”.

Bozzato ha colto in tutto ciò “un disegno volto a destabilizzare l’intera alimentazione tradizionale, anche facendo leva su concetti come la sostenibilità ambientale per introdurre il cibo sintetico sugli scaffali dei nostri mercati”. Non che quello ambientale sia un problema trascurabile, come emerso. In particolare, la siccità – da non considerarsi più come evento emergenziale, in quanto ricorrente da più anni – ha imposto una gestione dell’acqua più oculata. “Grazie al sistema di invasi che stiamo adottando nel territorio – ha spiegato –, adesso siamo in grado di trattenere l’acqua piovana quando precipita in abbondanza, per poi rilasciarla con un sistema di irrigazione a goccia nei periodi in cui scarseggia”.

Come se non bastasse, una nuova piaga si sta abbattendo sulle vigne di tutta la regione: la flavescenza dorata. Una malattia causata da un parassita che, in assenza di pesticidi validi, “per essere neutralizzato è necessario l’estirpo dell’intera pianta – ha spiegato Lovo –. Questa malattia si sta diffondendo, anche a causa delle cattive pratiche di campagna: per un fattore culturale c’è ancora una certa ritrosia nell’estirpare una pianta”. Ma l’Università di Udine sta sviluppando uno strumento di analisi che potrebbe aiutare a contrastare il fenomeno. Sempre l’esponente degli enologi ha illustrato un sistema basato su un sensore a infrarossi che, montato su un drone o un aereo, può individuare istantaneamente le aree infette, indicando così quali filari abbattere.

Nella parte conclusiva della conferenza, sono stati esposti alcuni dettagli sulla nuova proposta di revisione della normativa europea in materia di imballaggi per i prodotti alimentari. A parte alcune perplessità legate ai costi di adeguamento delle aziende, che necessariamente saranno scaricati anche sul consumatore, il tema non ha destato eccessive preoccupazioni tra i presenti. Obiettivo della proposta non è solo l’incentivo al riuso delle bottiglie di vetro (da 5 a 10 ogni 100 bottiglie immesse nel mercato), ma anche la riduzione del peso e del volume degli imballaggi al minimo. Il tutto, se approvato, entro il 2030.

In questo caso, però, non sono stati riscontrati rischi rilevanti per il settore vitivinicolo. Come ha osservato Paiano: “Sarà un problema soprattutto per i Paesi dell’Est come la Romania che, per accontentare il mercato russo, imbottigliano un vino di qualità mediocre in bottiglie con eccessivo spessore”. “Come ci ha insegnato la battaglia persa per il Tocai – la conclusione di Lizzi –, è necessario aumentare la consapevolezza dell’importanza dell’agenda europea. L’Europa non è lontana e stiamo diventando più bravi nel lavorare assieme”. I risultati, per esempio, si sono visti nel caso del Prosecco che ha ottenuto in aprile l’etichetta, in questo caso auspicata, di Denominazione di origine protetta.

Foto Daniele Tibaldi

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