In 1.200 alla scoperta di Villa Russiz, Giornate Fai aprono la Tenuta

Grande successo per i tour guidati dai volontari nel weekend, quasi 15mila presenze nei 22 siti in tutta la regione.

La trentunesima edizione delle Giornate Fai di Primavera in Friuli Venezia Giulia ha confermato l’affetto e l’interesse verso quello che è riconosciuto come il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio storico, culturale, artistico e paesaggistico in Italia, accessibile o meno. Solo a Villa Russiz, nel comune di Capriva del Friuli, sono stati in 1.200 a visitare la Tenuta e la storica dimora, a cui si aggiungono altre mille nell'Amideria Chiozza di Ruda. In totale, in regione i siti hanno raccolto 15mila visite nell'ultimo fine settimana, sparse tra 22 siti in dieci diversi comuni.

Un successo reso possibile, spiega l'organizzazione in una nota, "grazie soprattutto all’instancabile operato e all’infinito entusiasmo dei volontari delle delegazioni e dei Gruppi Fai, dei Gruppi Fai Giovani e degli apprendisti ciceroni, alla disponibilità dei privati, delle istituzioni proprietari dei beni e delle associazioni, e al supporto di Protezione civile e Croce rossa italiana". L'edizione "ha permesso a 550mila persone in tutta Italia e quasi 15mila in Friuli Venezia Giulia - ha detto Tiziana Sandrinelli, presidente regionale del Fondo per l’ambiente italiano - di poter godere della bellezza del territorio che viviamo".

Si va "dai palazzi alle chiese, dalle officine alle scuole, dalla campagna alla città, da sedi istituzionali a luoghi d’arte. I nostri volontari hanno lavorato a lungo con i proprietari dei beni, con le Istituzioni, con le associazioni e con le scuole per permettere a così tante persone di scoprire - o riscoprire - luoghi più o meno conosciuti, per stimolare la curiosità e la gioia della condivisione". Le aperture della provincia di Udine hanno accolto oltre 6.500 persone tra i vari siti nel centro di Udine (1.200 solo a Palazzo D’Aronco), Campeglio di Faedis (mille persone a Villa Accordini), Palmanova e Santa Maria La Longa.

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