Scontro sulla laurea del sindaco di Aquileia, minoranza fuori dall'Aula

Scontro sulla laurea del sindaco di Aquileia, minoranza fuori dall'Aula

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Scontro sulla laurea del sindaco di Aquileia, minoranza fuori dall'Aula

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 28 Dic 2021
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La minoranza: «Non risulta alcun titolo a suo nome». Il sindaco: «Già adempiuto alle norme».

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L’annuncio delle dimissioni del vicesindaco di Aquileia, Nicola Vazzoler, da ogni incarico politico ha contribuito ad accendere gli animi in Aula. Ieri sera, però, a far “traboccare il vaso” per i gruppi di minoranza La rete e Aquileia civica è stata la risposta del sindaco Emanuele Zorino all’interrogazione presentata sul suo titolo di studio. “Il sindaco è stato sollecitato da tempo sul punto a causa della pubblicazione tardiva e lacunosa del curriculum - commenta la capogruppo Luisa Contin - effettuata solo dopo l’invio di un mio accesso agli atti”.

Questo è avvenuto “ben 10 mesi dopo l’elezione” rimarca l’esponente. Il primo cittadino ha quindi dichiarato “di non essere tenuto a rendere note le informazioni relative al titolo di studio dichiarato” accusa. Contin ha quindi reso noto di aver fatto una richiesta di accesso agli atti alla stessa Iuav di Venezia, secondo cui “non esisterebbe laurea a nome di Emanuele Zorino”, presentando l’interrogazione lo scorso 15 novembre: “Si voleva solo sapere quando e dove ha ottenuto la laurea in Architettura dichiarata negli atti ufficiali e anche in campagna elettorale”.

Rispondendo nel corso dell’assise, il primo cittadino ha evidenziato che, dal punto di vista tecnico, “l’interrogazione non ha carattere d’urgenza quindi non doveva essere presentata nel corso della seduta del consiglio comunale bensì nelle modalità ordinarie”. Inoltre, ha evidenziato che sono state richieste “informazioni personali del sindaco circa data e luogo di conseguimento del diploma di laurea che non riguardano l’attività dell’amministrazione e che non sono soggette ad alcun sindacato ispettivo”, inserendo comunque la discussione all’ordine del giorno.

Entrando nel merito della vicenda, Zorino ha spiegato che “né il decreto legislativo 33 del 2013, né altre norme prevedono un formato e o un contenuto minimo obbligatorio per il curriculum vitae”, con il primo atto che “impone soltanto la pubblicazione del curriculum senza fissarne i contenuti minimi”. Nemmeno il decreto legislativo 267 del 2000 richiede “un titolo di studio particolare o una votazione minima per poter essere eletto sindaco di un comune, pertanto il sottoscritto, avendo adempiuto compiutamente alle citate norme, non intende integrare il curriculum già pubblicato”.

Una risposta che ha provocato al reazione contrariata dell’opposizione, decidendo di abbandonare la seduta e ipotizzando ora il ricorso al Prefetto. In discussione ci sarebbe dovuto essere anche tre sue mozioni, che verranno ricalendarizzate nella prossima occasione. Già in apertura, la capogruppo Roberta Ventura aveva posto l’attenzione sulle modalità di verbalizzazione e sulla conduzione del dibattito alle interrogazioni, accusando che quanto veniva comunemente fatto non corrisponderebbe a quanto invece indicato nel regolamento del consiglio.

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