Ritorno in Aula a Gorizia, subito scintille e prime dimissioni

Ritorno in Aula a Gorizia, subito scintille e prime dimissioni

il debutto

Ritorno in Aula a Gorizia, subito scintille e prime dimissioni

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 14 Lug 2022
Copertina per Ritorno in Aula a Gorizia, subito scintille e prime dimissioni

Rinviata la nomina di Lazzeri, Martina annuncia le dimissioni. Giulia Roldo presidente pro tempore.

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Subito scintille nel primo consiglio comunale della nuova amministrazione di Gorizia. Questo pomeriggio, si è aperta ufficialmente la consigliatura con il debutto in Aula - ancora a porte chiuse per norme Covid - di 19 volti nuovi eletti alle urne a giugno, nonché dei 22 che si erano seduti su quegli stessi seggi già negli ultimi cinque anni. Una seduta che, sulla carta, non avrebbe dovuto riservare particolari sorprese visto che i principali punti all’ordine del giorno prevedevano atti formali come la convalida degli eletti e il giuramento del sindaco.

Proprio il primo, però, ha subito acceso il dibattito. In particolare, l’attenzione è andata su Paolo Lazzeri della Lista Ziberna, tra gli assessori della nuova giunta e oggetto di perplessità da parte dell’opposizione. A partire da Franco Zotti, che ha chiesto conto della sua posizione come presidente del Consorzio universitario, con l’avvocato che avrà la delega alle partecipate che ha replicato di aver già consegnato le dimissioni una volta eletto. Dubbi sollevati anche da Pierpaolo Martina, proprio in merito alle date.

Il centrista ha infatti evidenziato che, stando al Testo unico degli enti locali, Lazzeri avrebbe dovuto ufficializzare la scelta prima del voto. Lo stesso ex candidato sindaco, peraltro, ha preannunciato che questa è stata la sua prima e ultima presenza in consiglio, poiché il suo ruolo di dirigente regionale lo rende incompatibile con la carica in un comune con più di 15mila abitanti. Da qui, la richiesta - anche su spinta del centrosinistra - di procedere con la convalida escludendo il nome dell’assessore, in attesa di verifiche.

Queste, ha rilevato Ziberna, dovrebbero arrivare nel giro di 24 ore. Sarà la prossima seduta, quindi, a convalidare o meno l’elezione dell’esponente del centrodestra, così come la surroga dei dimissionari già annunciati: Martina e Arianna Bellan, che comunque rimarrà in giunta. Lo stallo ha richiesto circa un’ora per risolversi, passando poi all’individuazione del presidente dell’assise fino alla nomina del “titolare”: sarà Giulia Roldo a coordinare pro tempore l’Aula, poiché i consiglieri più anziani hanno lasciato il posto.

Si trattava di Francesco Del Sordi e Fabrizio Oreti, entrambi assessori, per cui la scelta è ricaduta su chi aveva collezionato più preferenze. “Erano vent’anni che non succedeva che un membro della minoranza venisse nominato presidente - le prime parole della giovane new entry - e quella volta fu proprio con mio padre”. Era il 2002, infatti, e Rinaldo Roldo assumeva l’incarico sotto l’amministrazione Brancati. Lei rimarrà in carica fino all’elezione, attesa nella prossima seduta, con il nome di Silvia Paoletti già individuato dalla maggioranza.

Ulteriori scintille si sono susseguite per la scelta di far intervenire solo gli ex aspiranti primi cittadini, dopo il discorso di Ziberna, anziché proseguire con le domande sull’attuazione del programma come fatto in passato. In ogni caso, non sono mancate le stoccate ai vincitori, a partire dalla dem Laura Fasiolo - che non sarà capogruppo per il Pd, con la conferma di Marco Rossi - che ha attaccato lo stesso sindaco riconfermato per il linguaggio usato in campagna elettorale e il volantino distribuito a pochi giorni dal ballottaggio.

Martina ha invece ricordato la sua idea di creare un’alternativa al bipolarismo, seppur fallita, confermando di voler essere aperto al dialogo e non in opposizione a prescindere. Zotti non ha risparmiato critiche, in continuità con quanto espresso già nella consigliatura passata, così come Antonio Devetag che ha puntato il dito verso il programma del centrodestra. A chiudere la seduta, sono state le nomine per la commissione elettorale, con i nomi di Bernot, Sartori e Deros e, in eventuale sostituzione, quelli di Ceretta, Businelli e Altinier.

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