lo studio
Rincorsa di Gorizia per scommettere sulla ferrovia, nuove sfide per il 2025
Esperti e tecnici al Kulturni dom per discutere sul futuro dei trasporti. Le opportunità.
Lo sviluppo delle ferrovie è un qualcosa che ha accompagnato storicamente quello dei luoghi in cui si inserisce. Gorizia ne sa a qualcosa, dopo che Francesco Giuseppe avvallò le richieste della città di collegarla con la linea Transalpina, creando la stazione che oggi serve Nova Gorica. Proprio per parlare del rilancio di questa infrastruttura, sia dal punto di vista delle merci che delle persone, l’Accademia europeista del Friuli Venezia Giulia ha organizzato oggi un convegno al Kulturni dom, chiamando a discutere esperti e tecnici per capirne le potenzialità.
Come evidenziato fin dall’inizio, i fondi del Pnrr potranno essere destinati proprio ai viaggi su rotaia, anziché alla creazione di nuove strade, tema escluso dalla stessa Unione europea. Plaudendo all’iniziativa, il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha ricordato l’importanza di strumenti analoghi per rafforzare lo spirito comunitario: “Nel percorso verso la nuova Europea, bisogna essere protagonisti e non subirlo. L’Italia deve incidere in questo senso”. Sul fronte ferrovie, ha quindi evidenziato l’urgenza di trovare nuove soluzioni alle classiche strade.
Riflessione fatta anche a specchio dell’alto numero di incidenti stradali rispetto a quelli che avvengono sui binari, all’indomani dello scontro di ieri lungo l’A4. C’è però l’innegabile svantaggio nel settore che pervade il Nordest, così come l’estremo Ovest della Slovenia che si vede privo di un canale diretto verso Lubiana, se non partendo da Sežana o Jesenice. In ogni caso, a livello locale diverse cose si sono fatte, come sottolineato dai vicesindaci delle due città, Stefano Ceretta e Simon Rosič, anche se molto devono essere ancora cantierate, a partire dalla famosa lunetta.
Esempi di integrazione transforntaliera sono stati portati da Massimiliano Angelotti, dirigente della Regione che ha seguito il progetto dei treni Micotra tra Italia e Austria. “Queste buone pratiche - ha sottolineato - mostrano che l’uso del treno serve, perché riattiva il traffico. Come in Valle d’Aosta, dove una ferrovia riaperta nel 2005 ha portato molti turisti”. Il nodo goriziano è stato invece trattato da Alessandro Puhali, coordinatore del comitato trasporti del Gect, che ha ricordato le origini asburgiche del tema, venendo poi diviso tra Italia e Jugoslavia dopo il 1947.
Diversi i progetti che si sono alternati nel corso del tempo, in particolare grazie ai fondi Interreg. “Per la riconversione dell’economia dell’area - ha ricordato il tecnico, citando uno studio ad hoc della London School of Economics - bisogna riconoscere l’alto valore del corridoio turistico della Transalpina, che può essere valorizzato come una delle attrazioni trainanti dei tre comuni confinanti”. Parole scritte già vent’anni fa. Nel 2013, lo stesso Gect ha lanciato il suo piano strategico, con un progetto dedicato proprio alla questione ferroviaria, necessitando però di finanziamenti.
“Non si trovò copertura - ha rilevato Puhali -, perché il programma della Cooperazione Italia-Slovenia 2024-2020 non considerava questa tematica tra le proprie priorità”. Il Gruppo trovò quindi nuove fonti, grazie anche alla contemporanea azione del Parlamento europeo per censire le tratte tagliate dalla Cortina di ferro. Da lì si è arrivati ad oggi, guardando anche alle nuove sfide della mobilità sostenibile e al recupero dell’importanza storica della tratta che collega la Primorska settentrionale. Guardando sempre con più attenzione alle opportunità del 2025.
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