Redipuglia dice addio a Lina Padovan, genuina anima bisiaca

Redipuglia dice addio a Lina Padovan, genuina anima bisiaca

Il personaggio

Redipuglia dice addio a Lina Padovan, genuina anima bisiaca

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 16 Lug 2021
Copertina per Redipuglia dice addio a Lina Padovan, genuina anima bisiaca

Nata a Redipuglia si era prima trasferita a San Zanut poi a Fiume. Quindi il rientro in Bisiacaria e la vita spesa tra lavoro nei campi e accoglienza, con la semplice genuinità tipica di chi ama il proprio territorio.

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Si è spenta a 85 anni Orsola Padovan, detta “Lina”, da anni storico volto nelle cucine dell’Agriturismo “Ai Trosi” di Redipuglia. Una vita unica e affatto banale, quella che passava dietro al luccichio degli occhi di Lina, tra un fornello e un aneddoto di storia, scolpita nella memoria e tramandata senza mai farla pesare ad amici e avventori.

Nata il 15 febbraio 1936 proprio a Redipuglia si era trasferita in giovanissima età a San Zanut, frazione di San Pier d’Isonzo. Non trovando subito lavoro, il padre aveva deciso, assieme alla famiglia, di emigrare a Fiume dove erano rimasti per lungo periodo fino al rientro in Italia nel primo dopoguerra. Lì Lina aveva frequentato le scuole italiane, “tanto che aveva sempre manutenuto, non parlando dialetto bisiaco bensì l’italiano, un accento particolare”, rivela la figlia Erica Benfatto. Le scuole, poi, non le erano state riconosciute al momento di dover conseguire la patente di guida per i veicoli “e così si era iscritta alla quinta elementare a Redipuglia raggiungendola assieme alla terza figlia”.

Una vita passata, poi, prima al servizio di varie famiglie benestanti della zona e poi come infermiera. Lavoro che aveva lasciato a seguito dell’arrivo della seconda figlia. Era rimasta a casa e, con il marito Tullio, amante del canto e fondatore del Gruppo Corale Elianico di Redipuglia, aveva proseguito nel lavoro dell’azienda e a contatto con le persone nella privata.

“Parlava tranquillamente il serbo-croato – racconta ancora Erica – e da piccole ci faceva le traduzioni dei film che venivano trasmessi su TeleCapodistria in lingua originale ma con i sottotitoli in serbo-croato. Quando arrivava qualche turista, specialmente negli ultimi anni, non parlava fluentemente ma si capivano bene”.

Una vita spesa nei campi ma con l’amore verso la natura, sapendo riconoscere e cogliere le erbe spontanee, antica sapienza oramai in disuso che aveva imparato dal padre, esperto in erbe e funghi, che venivano utilizzate quotidianamente nel cibo. “C’erano le prime avvisaglie dell’inquinamento ambientale anche da noi, tanto che non si poteva più fare bagno nei canaletti senza uscirne con alcune bolle sulla pelle – racconta ancora Erica – e da lì presero la decisione di non utilizzare diserbanti o prodotti chimici che, altrimenti, sarebbero finiti nel vino”.

Nell’ultimo periodo si era dedicata ad aiutare il figlio Gabriele con l’agriturismo “Ai Trosi” a Redipuglia, portando la cucina naturale ai più. “Come quando, dopo aver ricevuto qualcuno per essere aiutati con il lavoro nei campi, si preparava il Licof cucinando e preparando qualcosa di speciale, soprattutto la soppressa”. Ricordi indelebili e ricette uniche, raccolti in gran parte in un lavoro assieme al poeta Roberto Dedenaro, lavoro che la figlia Erica stava portando avanti prima della scomparsa di Lina e che ora spera di poter concludere.

Lina si è spenta nella notte tra mercoledì e giovedì a Pineta del Carso dopo aver lavorato, in ogni caso, fino all’ultimo. Lascia quattro figli, Gabriele, Martina, Erica e Francesca, la cognata, i generi, i nipoti e i pronipoti. L’ultimo saluto avverrà lunedì 19 luglio alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di San Giacomo a Redipuglia. 

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