il tavolo
I paletti per riqualificare piazza Transalpina, un nuovo edificio sul confine

Confronto in Prefettura tra italiani e sloveni, l'obiettivo è chiudere il progetto a fine anno.
Il progetto per rinnovare piazza della Transalpina, sia sul versante italiano che sloveno, dovrà seguire due linee principali: quella su chi finanzierà l’opera e come risolvere le divergenze normative tra i due Stati. Questa mattina, il prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi ha convocato un primo tavolo tra i diversi soggetto interessati all’intervento, inseriti dentro il Bidbook della candidatura congiunta a Capitale europea della cultura 2025. Un percorso serrato che dovrebbe portare, almeno secondo gli obiettivi, all’approvazione del progetto definitivo entro la fine dell’anno.
Nel mezzo, però, ci sono diverse tematiche da chiarire. Sulla questione si sono quindi confrontate le amministrazioni comunali di Gorizia e Nova Gorica, insieme alle rispettive autorità nazionali e regionali, nonché lo stesso Gect - con la neodirettrice Romina Kocina che entrerà in servizio a maggio - su cui è al lavoro da tempo con il vincitore del bando per riqualificare la zona. Il nodo della questione è rappresentato soprattutto dalla realizzazione di un edificio a cavallo del confine, tra le particolarità che hanno colpito la giuria che ha deciso l’assegnazione del titolo internazionale, ma con diverse incognite.
Come fatto presente dalla Sovrintendente regionale alla Belle arti, Simonetta Bonomi, il piano dovrà tenere conto di alcuni paletti, almeno per quanto riguarda la normativa italiana. A partire dal vincolo che la nuova costruzione non deve rappresentare un ostacolo visivo alla piazza, nonché l’impatto che avrà sul verde circostante. Per fare il quadro sulla questione, servirà quindi un accordo congiunto tra Roma e Lubiana, aspetto però che ha destato qualche preoccupazione al tavolo per il rischio di un allungamento eccessivo dei tempi. Da capire anche quali vincoli sussistano oltreconfine, a partire dalla stazione dei treni.
Un organo da vagliare in questo senso è anche la Commissione intestatale per i confini, mentre l’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina ha puntato l’attenzione sulla gestione dei rischi all’interno dell’edificio. Specialmente nell’ambito anti-infortunistico, dato che alcune norme a riguardo hanno rilievo penale, e il tema andrà analizzato neo dettagli visto che l’immobile ospiterà uffici dedicati a GO!2025 e non solo. Anche i vigili del fuoco, per il lato di loro competenza, dovranno potersi esprimere sulla sicurezza e il rispetto delle regole in vigore. Analogo discorso sul versante sloveno.
La questione strutturale è strettamente legata a quella finanziaria. La spesa massima prevista è di 5 milioni di euro, con Lubiana che ha già erogato i contributi per la progettazione, ma bisognerà capire le diverse disponibilità degli enti sovracomunali per coprire la cifra. Per Nova Gorica, sarà il caso dello Stato centrale, mentre la Regione Friuli Venezia Giulia interverrà per Gorizia. “Abbiamo al momento una prima bozza del progetto di fattibilità tecnico-economica - spiega Tomaž Konrad, direttore vicario del Gect -, stiamo raccogliendo le osservazioni per l’ultima variante. Contiamo di procedere con le gare a inizio 2023”.
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