a santa chiara
La nuova città sul confine, le idee degli studenti nelle vetrine di Gorizia

Le idee esposte lungo via Carducci, presentati anche i progetti dell'ultimo corso.
Si amplia la mostra dedicata ai progetti degli studenti sul futuro di Gorizia e Nova Gorica. Inaugurata a inizio dicembre, l’esposizione ospitata al Museo di Santa Chiara, in corso Verdi, da qualche giorno accoglie anche le visioni elaborate in questo primo semestre dagli iscritti ad Architettura dell’Università di Trieste, presso la sede di via Alviano. Insieme a loro, ci sono anche le idee maturate dai colleghi dell’ateneo di Lubiana, coordinati dalla professoressa Špela Hudnik, che puntano a ridare punti di unione oltreconfine tra le due città.
Il laboratorio RRR International Lab, guidato dal professor Giovanni Fraziano, ha così portato poco meno di una ventina di aspiranti architetti goriziani a rielaborare diverse aree. Il focus si è concentrato in particolare su quelle condivise, come l’attuale ciclabile che segue la ferrovia della Transalpina, provando a studiare delle soluzioni che portino sempre più persone a riviverle. Ieri pomeriggio, il sindaco di Nova Gorica Klemen Miklavič e l’assessore all’Università di Gorizia, Chiara Gatta, hanno fatto visita all’esposizione, cogliendo i suggerimenti arrivati.
In particolare, il primo cittadino sloveno ha seguito le spiegazioni degli stessi studenti, indicando alcune zone in cui la sua amministrazione ha già programmato degli interventi. Come il lato oltreconfine di via della Cappella, ossia il collegamento che porta direttamente al monastero di Castagnavizza, che verrà completato nel 2022. I ragazzi hanno anche provato a ideare delle soluzioni per Villa Lasciac, posta sul colle del Rafut, sulla quale Miklavič ha sottolineato la volontà di renderla uno dei centri culturali per il 2025, lanciando la sfida “a voi artisti dello spazio”.
Ad arricchire la mostra, poi, è anche il suo allargamento alla città. Da ieri sera, infatti, alcune vetrine vuote di via Carducci sono state riempite con disegni e rendering. Negli immobili sfitti dell’Ater, infatti, sarà possibile osservare le planimetrie proposte nel corso dei diversi corsi, sui quali gli studenti continueranno a lavorare anche nel secondo semestre. “È molto importante che ci sia un’esposizione pubblica - ha commentato Hudnik - serve un dialogo non solo tra professionisti ma anche con i cittadini”, coinvolgendoli direttamente nella progettazione.
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