Una nuova centrale idroelettrica sull'Isonzo, dubbi di Legambiente a Gorizia

Una nuova centrale idroelettrica sull'Isonzo, dubbi di Legambiente a Gorizia

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Una nuova centrale idroelettrica sull'Isonzo, dubbi di Legambiente a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 25 Set 2021
Copertina per Una nuova centrale idroelettrica sull'Isonzo, dubbi di Legambiente a Gorizia

Critiche al progetto, la conferenza dei servizi ha già dato parere positivo: «Sia garantito l'accesso al fiume».

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Legambiente guarda con preoccupazione al progetto della nuova centrale idroelettrica sull’Isonzo a Gorizia. La presa di posizione è stata rimarcata questa mattina, in occasione della presentazione del bilancio sulle attività di ieri in città contro il cambiamento climatico, ricordando però che la questione non è nata ieri. “Questa proposta - ha spiegato Luca Cadez, membro del circolo - così come altre quattro sono note fin dal 2015. Non si può dire che l’amministrazione comunale sia caduta dalle nuvole”.

L’impianto avrà una potenza da 1.200 kilowatt e il tema non è passato in Consiglio comunale. Netta la contrarietà della giunta, come più volte espresso dalla stessa, ma la Conferenza dei servizi ha approvato il piano con tutti i pareri favorevoli, ad eccezione proprio di quello del Comune, che denunciava lacune di natura urbanistica. A realizzarla sarà la Laut Engeneering di Padova, posizionandola sulla diga dell'Agro cormonese-gradiscano e sfruttando il salto che c’è nel dislivello. Diverse, però, le domande che l’associazione si pone.

Una su tutte, è quella relativa a quanta acqua rimarrà in circolazione dopo questo nuovo impianto. “È un business che non produce nulla in termini di energia - prosegue Cadez - e si basa solo sugli incentivi a disposizione”. Timori espressi anche dal comitato Amici del parco naturale sull'Isonzo di Campagnuzza-Sant’Andrea: “La centrale si troverà in uno dei punti più suggestivi - commenta il presidente Giuseppe Sansone -, chiediamo chiarezza sull’iter progettuale e quali interventi compensativi verranno predisposti. Chiederemo un incontro con il progettista”.

Auspicato anche che l’accesso al fiume rimanga garantito, dopo i numerosi sforzi messi in campo per recuperare quest’angolo di territorio. “Rimane il rammarico per non essere stati avvisati per tempo” sottolineano gli ambientalisti. Critiche in proposito sono arrivate anche dall’Aula per non aver convocato un consiglio sul tema, limitandosi a una riunione di capigruppo d’urgenza. Per quanto riguarda il funzionamento dell’opera, questa sarà collocata nell’alveo, all’altezza del dislivello già presente, mantenendo i livelli fissi tramite paratoie.

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