la posizione
Monfalcone boccia il bilancio di Isa Ambiente, voto negativo in Assemblea

La municipalità bisiaca ha votato contro l'approvazione del documento, Cisint: «Diffidiamo Isa da aumentare le tariffe, scelta di trasparenza».
Il Comune di Monfalcone è stata l'unica ad aver votato contro l’approvazione del bilancio 2022 della società Isa Ambiente, presentato ieri in assemblea dei soci. Lo ha fatto dopo aver ravvisato notevoli lacune nella gestione della sostenibilità economica della società. “Si tratta di una scelta di trasparenza nei confronti dei cittadini – sono le parole del sindaco Anna Maria Cisint – di una battaglia vissuta in solitaria in consiglio, ma gratificata dal parere dell’Ausir e della Regione. Lo facciamo per tutelare tutti i cittadini, in maniera particolare le famiglie e i commercianti afflitti da alti costi e debiti".
"L’obiettivo comune per noi è quello di veder tenute blindate le tariffe dei servizi. Non facciamo delle critiche a come la società effettua il servizio, ma dei rilievi sulle questioni finanziarie che non possono essere tralasciate”. In sostanza, secondo l’amministrazione comunale monfalconese è necessaria una lucida analisi dei dati per gestire quella che l’ente crede sia una complessa situazione che avrà effetti diretti sugli utenti. Secondo il Comune bisogna provvedere alla stesura di un nuovo piano industriale e ad assegnare uno studio di analisi economico finanziaria, giuridica ed ambientale al fine di comprendere quale possa essere la migliore soluzione visti gli alti costi dei servizi applicati nei comuni nell’Isontino.
Inoltre, sarebbe opportuno elaborare l’ipotesi di nuove aggregazioni di pubblici servizi intese in termini di unificazione della gestione degli stessi. Tutto questo permetterebbe di vedere un contenimento dei costi e di risparmiare? Un altro interrogativo proposto dal Comune, riguarda la prosecuzione dell’esternalizzazione dei servizi. Conviene per vederne migliorato il loro rendimento? “Ci siamo inoltre concentrati sul price cap cioè il vincolo del prezzo di un servizio – spiega Cisint – ebbene, questo tetto non è stato rispettato. Per due anni di seguito, Isa Ambiente ha chiesto la deroga".
"Voglio assicurare che per noi non si tratta di una questione politica ma di rilievi di natura tecnico finanziaria che se colti andrebbero a vantaggio di tutti”. La situazione è chiara. Per Cisint “Isa Ambiente è il braccio operativo dei Comuni” nella gestione, raccolta e smaltimento dei rifiuti ma "diffideremo la società rispetto all’aumento delle tariffe – ribadisce il sindaco di Monfalcone – non permetteremo che siano i cittadini a rimetterci pagando gli errori che sono stati per esempio commessi nel triennio 2017-2019”. Ed è proprio su questo periodo che – secondo Cisint - sta il nodo principale del no espresso in assemblea.
Si tratta della questione dei ratei di quelle annualità. “I ratei sono stati registrati a bilancio – analizza Cisint – e questo poi si rivale sui comuni. È un danno per i bilanci comunali e mina la validità stessa del documento. Il presidente di Isa Ambiente deve prendersi questa responsabilità perché l’integrazione tariffaria si ripercuoterà sui comuni associati come già avvenuto nel 2021”. La seconda motivazione che ha spinto l’ente a dare il proprio parere negativo al documento, si riconduce alla parziale realizzazione del nuovo centro di raccolta sito in via Bagni Nuova.
Un centro tecnologicamente avanzato in grado di garantire una migliore fruibilità da parte dell’utenza e una maggiore sicurezza operativa per chi vi lavora al suo interno. L’importo totale dell’opera ammonta a oltre 2,3 milioni di euro di cui un milione finanziato con un Pnrr. “Ad oggi l’opera – commenta il sindaco – è stata realizzata solo per un 4%, quindi siamo a circa 97mila euro. Mi chiedo, quando sarà completata l’opera. Si rischia di perdere il finanziamento perché ad ora è tutto fermo”. C’è pure una terza motivazione contraria e si riferisce alla questione della discarica di Pecol dei Lupi per la quale emerge l’incertezza dei futuri costi effettivi che riguarderanno la gestione post mortem del sito, cioè il tappo della discarica.
La questione riguarda i primi due lotti del sito per i quali è stato necessario aumentare e accantonare un ulteriore fondo di gestione rischi per un totale di 6,9 milioni di euro. Un accantonamento che non ha convinto gli amministratori monfalconesi in quanto è venuto a mancare il criterio della prudenza nella gestione dei rischi futuri. Una semplice stagione metereologica, caratterizzata da forti piogge, potrebbe infatti comportare copiosi aumenti di costo sulle quantità di percolato da smaltire.
“C’è un numero che ci preoccupa – sono le parole dell’assessore al bilancio Paolo Venni – perché associato a troppe variabili che influenzerebbero i costi di chiusura definitiva del sito”. “Le stime non sono prudenziali secondo noi e porterebbero ad un’altra deroga del price cap” afferma Cisint. Anche l’analisi dei costi del centro di compostaggio di Moraro risulta insostenibile ragionando sul medio lungo termine. È il quarto nodo della situazione illustrata. I costi industriali di smaltimento sono quindi eccessivi e la tecnologia dell’impianto di compostaggio dal punto di vista energivoro, risulta obsoleta.
La quinta osservazione ha riguardato il trend di aumento dei costi di gestione del servizio. Riferendosi all’anno 2021, sono aumentati di 12,11 euro a livello pro capite. Questo genera per esempio evidenti disfunzioni per la raccolta del rifiuto umido e del secco residuo. Infine, l’ente ha bocciato anche i rapporti intercorsi tra la società e gli istituti finanziari. Nello specifico il Comune punta il dito sul nuovo mutuo stipulato per coprire gli investimenti annuali. Si tratta di una somma pari a 2,5 milioni di euro. Sul punto, l’assessore alle finanze Venni si chiede come mai è stato scelto solo un piano di ammortamento quinquennale, esprime dubbi sulla concessione del tasso variabile e si interroga sull’eventuale esistenza di un tetto a tutela delle variazioni del mutuo in aumento.
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