Moria di pesci nell'Isonzo, il nodo tra Slovenia e la centrale di Poggio

Moria di pesci nell'Isonzo, il nodo tra Slovenia e la centrale di Poggio

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Moria di pesci nell'Isonzo, il nodo tra Slovenia e la centrale di Poggio

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 22 Mar 2022
Copertina per Moria di pesci nell'Isonzo, il nodo tra Slovenia e la centrale di Poggio

La senatrice Marin (Lega) preannuncia che porterà il tema in Parlamento.

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Gli effetti della siccità e della mancanza di acqua nell'Isonzo ha velocemente provocato la reazione della politica locale e non solo. In particolare, la Lega con il consigliere regionale Antonio Calligaris e la senatrice Raffaella Marin puntano il dito oltreconfine: “La portata minima d’acqua in arrivo dalla Slovenia - commentano in una nota - è la causa della grave moria di pesci avvenuta in questi giorni lungo il fiume Isonzo, in particolare nella zona di Gradisca d’Isonzo e Sagrado, dove l’Ente tutela pesca regionale, anche con i suoi volontari, ha tentato invano un intervento per il recupero”.

I due ribattono che “in determinate situazioni, come quella di siccità di questi mesi, la Slovenia dovrebbe garantire un deflusso minimo che possa garantire la sopravvivenza della fauna ittica”. Per gli esponenti del Carroccio, "non è più tollerabile che da oltreconfine si rispetti solo “il minimo richiesto da protocollo” come da accordo tra i due Stati. Sta accadendo –spiegano gli esponenti della Lega- che la Slovenia non stia garantendo più i picchi giornalieri, ma solo il minimo flusso. Questa situazione non è più sostenibile per il corso dell’Isonzo”.

Marin preannuncia che esporrà “la questione in sede parlamentare, poiché è lo Stato che deve porre la questione in modo forte con il vicino Stato confinante. Inoltre è necessaria una riflessione anche in merito al tema degli sghiaiamenti fluviali per la creazione di zone più profonde, creando delle vere e proprie 'buche', che permettano in caso di siccità al pesce di sopravvivere almeno il tempo necessario per il recupero. Anche su questo tema è necessario capire con urgenza le limitazioni normative ambientali statali che nel concreto, almeno per l’Isonzo, condannano a una morte atroce la sua fauna ittica”.

Oltre alla gestione delle acque da parte della diga di Salcano, l'attenzione è rivolta anche verso il canale della centrale elettrica di Poggio Terza Armata, che reindirizza buona parte delle acque nel canale. Proprio in questa zona, vicino a Gradisca, si è registrata la moria di pesci. Come evidenziano i dati dell'Arso, l'impianto oltreconfine ha rilasciato di media 20 metri cubi al minuto negli ultimi giorni. Dato causato dalla siccità, che si sta facendo sentire su tutto il territorio nell'ultimo mese. Il deflusso è regolato dagli Accordi di Osimo del 1975, con il minimo fissato a 12,5 metri cubi al secondo.

Nella foto: i pesci trovati nell'Isonzo e il canale della centrale di Poggio-Sdraussina.

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