L'azione
Monfalcone, trenta sindaci da tutta la regione in protesta di fronte all'ufficio postale

Una fila dallo sportello Postamat fino al parcheggio per protestare contro i disservizi. «Nei pomeriggi Monfalcone, ad esempio, serve 100mila utenti con file spesso lunghe».
Lo avevano promesso e hanno mantenuto la parola: trenta sindaci e rappresentanti delle amministrazioni comunali dell’intera regione si sono ritrovati questo pomeriggio, alle 17, di fronte agli uffici di Poste Italiane a Monfalcone in via Parini. Una manifestazione simbolica per sottolineare disagi e mancanze, dall’assenza di Postamat a lunghe e interminabili code.
Vari, come già segnalato in alcuni nostri articoli, i comuni dove ancora non si trova uno sportello Atm mentre la stessa Monfalcone sottolinea di essere fulcro per quasi “100mila utenti che sfruttano il nostro sportello, essendo uno dei due unici aperti nel pomeriggio nel Territorio”, sottolinea Anna Cisint, primo cittadino di Monfalcone. “Le richieste sono le aperture pomeridiane in tutta la regione, l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’installazione degli Atm nei paesi in cui è stata fatta richiesta”, precisa ancora Cisint.
Accanto a lei vari rappresentanti del Territorio, da Ronchi dei Legionari a San Pier d’Isonzo fino a Fogliano, Mossa e Moraro. Ma i primi cittadini sono giunti da tutta la regione, da Valvasone Arzene, da Prata, da Fiume Veneto, da Sacile, da Cavasso Nuovo, da Pinzano al Tagliamento, da Frisanco, da Resia, Duino, Zoppola, Casarsa della Delizia, San Giorgio di Nogar, Gonars, Trivignano Udinese, Santa Maria la Longa, Malborghetto Valbruna, Bicinicco, Rivignano, Arta Terme, Udine, Maniago, Vajont, Azzano Decimo e San Vito al Tagliamento.
I sindaci e loro rappresentanti hanno formato una colonna dal Postamat monfalconese fino al vicino parcheggio. “È questa – ha sottolineato Cisint – se non ancora più lunga, la fila che si crea spesso per accedere ai servizi postali di Monfalcone”.
Ufficio postale di Monfalcone chiuso per sanificazione, come sottolineato dalla stessa azienda, “in seguito al rilevamento di un contagio da Covid tra i dipendenti. Poste Italiane sin dai primi giorni della pandemia è sempre stata in prima fila, con i suoi lavoratori, nel garantire un servizio alla comunità che, anche nella fase più cruenta della pandemia, di fatto, non si si è mai interrotto, arricchendosi invece di uno sviluppo ulteriore nei settori tecnologico e digitale”, prosegue Poste Italiane.
“L’episodio di oggi conferma come le razionalizzazioni orarie degli ultimi mesi sul territorio siano state una soluzione necessaria per assicurare la continuità del servizio pur nell’emergenza pandemica ancora in atto. Attualmente, nonostante il persistere dell’emergenza pandemica, il 100% degli Uffici Postali del Friuli Venezia Giulia è aperto al pubblico ed è a disposizione dei cittadini. Dei 331 Uffici presenti sul territorio regionale, l’82% (271) lavora con orario normale e soltanto il 18% (60) è interessato da una temporanea rimodulazione oraria in virtù dell’emergenza pandemica. L’Azienda sta proseguendo nel programma di graduale normalizzazione delle aperture”, prosegue l’azienda in una nota.
“Poste Italiane, in ottemperanza ai provvedimenti governativi in materia di contenimento del virus e distanziamento interpersonale, continua a garantire il servizio su tutto il territorio nazionale, nel rispetto della preminente esigenza di tutela della salute dei cittadini e dei propri lavoratori e della collettività tutta, provvedendo al costante allineamento di tali disposizioni, in funzione dei provvedimenti del Governo in materia e ad una preventiva comunicazione alla competente Autorità di regolamentazione del settore postale”, conclude Poste.
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