Migranti, il no di Fedriga all'accoglienza diffusa a Gorizia: «Fallimento»

Migranti, il no di Fedriga all'accoglienza diffusa a Gorizia: «Fallimento»

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Migranti, il no di Fedriga all'accoglienza diffusa a Gorizia: «Fallimento»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 25 Ago 2023
Copertina per Migranti, il no di Fedriga all'accoglienza diffusa a Gorizia: «Fallimento»

Il presidente della Regione rinnova la contrarietà all'accoglienza diffusa e smentisce che ci sia un progetto hotspot attualmente al vaglio.

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Rimane accesa la situazione in cui riversano oltre un centinaio di migranti a Gorizia, molti dei quali costretti a dormire all’addiaccio nei pressi di Casa Rossa. Mentre il centrosinistra chiede di puntare sull’accoglienza diffusa, schierandosi contro il possibile hotspot nell’ex caserma di Jalmicco, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga conferma la contrarietà alla soluzione proposta: “Abbiamo la certezza che l’accoglienza diffusa sia un fallimento” ha detto ieri da Borgo Castello, dov’era in visita.

“L’abbiamo già sperimentata - ha rimarcato -, significa perdere qualsiasi tipo di controllo perché, il cittadino deve saperlo, significa entrare nei condomini dove vivono le persone. Così c’è l’impossibilità per le forze dell’ordine di avere un controllo, essendo così sparpagliata. Oggi è fondamentale dare una risposta a chi è entrato irregolarmente in Italia ma sono tutte soluzioni tampone, dobbiamo impedire gli arrivi irregolari in Europa e nel nostro Paese. Bisogna collaborare a livello europeo e con gli Stati di transito”.

Il capo della giunta regionale ha quindi ricordato il percorso fatto all’epoca con la Libia, a partire dall’allora ministro Minniti, auspicando un percorso simile con la vicina penisola balcanica. In questo senso, ha ricordato “i pattugliamenti congiunti, sia sul mare che su terra, per impedire gli ingressi irregolari. Chi scappa da una guerra può godere dello status di rifugiato o protezione sussidiaria, ed è giusto che trovi protezione, ma la maggior parte di questi ingressi è di persone che non ne hanno diritto”.

Sul possibile hotspot alle porte di Palmanova, “si è scatenata -in modo molto strumentale- una bagarre su un’ipotesi che non è stata mai comunicata alla Regione Friuli Venezia Giulia. Noi siamo abituati a ragionare su proposte. Non c’è una sede oggi ma tutto quello che può allontanare chi è entrato irregolarmente nel nostro territorio, prossimamente andrebbe visto. L’alternativa è portare l’accoglienza diffusa dentro i condomini, ma bisogna avere la consapevolezza di cosa questo significa, altrimenti è propaganda”.

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