il progetto
I mestieri di Gorizia nella realtà virtuale, la sfida Pnrr piace agli studenti

L'associazione Inside Europe ha partecipato al bando comunale, l'idea tra tradizione e tech.
Anche alcuni studenti universitari hanno voluto tentare la sfida del Pnrr a Gorizia. Tra le oltre 70 domande arrivate per prendere parte al bando Borghi, che assegnerà 20 milioni di euro per la riqualificazione di borgo Castello e delle aree limitrofe, c’è anche quella ideata da tre ragazzi. Iscritti al corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche, sono parte dell’associazione Inside Europe e hanno voluto provare ad immaginare un nuovo futuro per il centro storico. Il tutto unendo tradizione e innovazione, con un progetto partorito in appena 48 ore ma su cui nutrono ampia fiducia.
A elaborarlo sono stati Emanuele Leone, originario di Pescara, Davide Zonta di Rovereto e Matteo Garlati Costa di San Daniele del Friuli. “Il tutto si struttura in due fasi - spiegano - e la prima è radicata in via Rastello. Abbiamo fatto un sopralluogo dei locali sfitti e alcuni potrebbero essere riconvertiti in piccole botteghe, sale per visite di studenti e laboratori, nonché sale registrazioni, uffici e workspace. Puntiamo a uno sviluppo del tessuto socio-economico, aprendo anche a gruppi folkloristici e alla promozione di prodotti”. A tutto ciò poi si affiancherebbero spazi per la ristorazione.
L’obiettivo è coinvolgere “le reti di produttori locali, ad esempio del Collio” anche con percorsi sensoriali. La vera particolarità del progetto, però, è legato alla seconda fase: trasportare la vita di questo angolo cittadino nella realtà virtuale. “Si potrebbe sviluppare una piattaforma per mostrare al turista come si presentava l’area attraverso le diverse epoche, non solo nella Gorizia medievale ma anche nei secoli successivi”. Per questo si vuole puntare a inserire anche gruppi locali, così da poter arricchire lo storytelling con suoni e poesie d’epoca. “Sarebbe un lavoro in cui inserire anche i diversi corsi universitari presenti”.
Dal Dams ad Architettura, passando per lo steso Sid e Relazioni pubbliche: “Gli spazi ricavati potranno essere usati per approfondire le diverse tematiche storiche, economiche, sociali e molto altro e applicare alla realtà virtuale”. L’uso dei visori sarebbe circoscritto ad un’area precisa, così da poter girare liberamente e in sicurezza nello spazio fisico e, contemporaneamente, in quello digitale. La ciliegina sulla torta è custodire questo enorme patrimonio storico all’interno della blockchain, grazie anche a NFT e altri elementi. Tematiche che Zonta e Garlati Costa conoscono bene, gestendo un canale social dedicato.
La sfida è spendere tutte queste risorse entro il 2026. “Il nostro progetto prevede di inaugurare il tutto proprio nel 2025, in concomitanza con la Capitale europea della cultura, e lascerebbe un sistema anche per gli anni a venire. Il valore non si limita allo stipendio, ma è rappresentato dall’opportunità di essere nel centro storico di questa città”. Il budget previsto, peraltro, punta direttamente ai 20 milioni previsti dal governo, da spendere in ristrutturazioni e dotazioni degli spazi sfitti, oltre allo sviluppo della piattaforma. “Attendiamo ora la risposta del Comune” conclude il gruppo di studenti.
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