La meditazione nell'arte di Cisternino, suona il Gopy-Yantra a Gorizia

La meditazione nell'arte di Cisternino, suona il Gopy-Yantra a Gorizia

l'inaugurazione

La meditazione nell'arte di Cisternino, suona il Gopy-Yantra a Gorizia

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 26 Apr 2023
Copertina per La meditazione nell'arte di Cisternino, suona il Gopy-Yantra a Gorizia

L’universo artistico di Nicola Cisternino a confronto con quello del padrone di casa Luciano Martinis, il ricordo del compianto Valentinuz.

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L’oro come comune denominatore dell’opera di due artisti diversi per provenienza, formazione ma con analoghi interessi. Inaugurata sabato scorso nello spazio creativo della Casa del Gastaldo di viale D’Annunzio 1 a Gorizia, esattamente all’imbocco della salita per il Castello, “Riflessioni e transiti” mette a confronto l’universo artistico di Nicola Cisternino con quello del padrone di casa Luciano Martinis. Composizione e pittore nativo di San Giovanni Rotondo, Cisternino presenta la sua ricerca spirituale sulle porte regali e la meditazione offerta dall’installazione del Gopy-Yantra.

Questo è uno strumento di richiamo dei monaci questuanti bengalesi, sistemato nella parte finale dello spazio espositivo, pronto per essere usato dai visitatori. I lavori a parete si configurano invece come riflessioni ispirate al pensiero del filosofo russo Pavel Florenskij e vengono a riproporre delle iconostasi in cui mondo visibile e invisibile si toccano e separano fingendosi specchi o porte che della luce assumono le mille sfumature. Composizioni aniconiche, si prestano perfettamente all’inserimento di figure ideali da parte dello spettatore che può ritrovare in queste increspature dorate ciò che gli detta l’animo.

Combinato al candore del bianco, l’oro di Martinis sembra accrescere la propria preziosità grazie al gioco di arabeschi creati con scarti di compensato che ripropongono eleganze secessioniste. Calibrati equilibri di pieni e vuoti, di superfici lisce e lavorate immergono il visitatore in un mondo illusorio, nascosto e segreto suggerendo accordi che vengono così a chiudere il cerchio con le armonie sonore dello strumento di meditazione. La mostra, visitabile su appuntamento fino al 14 maggio, si completa con un’ultima opera: una colorata Carsiana di Enzo Valentinuz sistemata nella vetrina dello spazio espositivo.

L’artista recentemente scomparso aveva infatti collaborato all’organizzazione dell’evento grazie all’associazione Opificio330 di cui era presidente. Forte e sentita la sua presenza alla serata inaugurale sia grazie alla partecipazione delle tre figlie e dei generi sia per la convivialità creata dalle tre bottiglie di vino che aveva provveduto a consegnare all’amico Martinis con la promessa di stapparle in questa occasione. Promessa mantenuta nonostante la nota di malinconia che ha portato pensare al pittore di Romans.

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