Mano tesa tra Monfalcone e Bangladesh, dossier sul tavolo dell'ambasciatore

Mano tesa tra Monfalcone e Bangladesh, dossier sul tavolo dell'ambasciatore

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Mano tesa tra Monfalcone e Bangladesh, dossier sul tavolo dell'ambasciatore

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 02 Ott 2021
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Tour in città del diplomatico che ha dialogato con la sindaca Cisint. Chiesta più integrazione delle donne.

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Tanti i temi posti sul tavolo dalla sindaca Anna Maria Cisint all’ambasciatore del Bangladesh in Italia, Shameem Ahsan (nella foto, il secondo da destra). Il diplomatico è impegnato oggi in una visita ufficiale a Monfalcone e nel territorio limitrofo, visitando una delle comunità di connazionali più grandi della Penisola con i suoi circa 3.500 iscritti all’anagrafe. Lungo il confronto che ha visto impegnati il rappresentante del governo di Dacca e il suo staff con la prima cittadina, la quale ha subito messo in chiaro gli obiettivi e le richieste. A partire da una maggiore integrazione delle donne.

“Molte di loro non imparano la lingua - ha sottolineato Cisint - tanto, che quando vengono in municipio per chiedere la cittadinanza, non sanno nemmeno parlare o leggere in italiano”. Una questione messa di riflesso al comportamento degli uomini, dove non emergono carenze in questo senso. La parità di diritti tra i sessi è stata più volte evidenziata dal capo della giunta, chiedendo all’ambasciatore di incentivare un cambiamento culturale in determinate situazioni. A partire dall’uso del velo integrale: “C’è una legge italiana che vieta di girare con il volto coperto” ha rimarcato.

“Si tratta di una scelta personale - ha replicato il diplomatico al termine del confronto - sui cui non posso intervenire”. Aldilà di ciò, Cisint ha ricordato anche quanto fatto in tema di scuola: “Abbiamo investito molto in questi anni. Notiamo, però, che tra i giovani bengalesi c’è maggiore disaffezione per andare a lezione”. L’abbandono scolastico emerge soprattutto nelle ragazze, con la sindaca che ha indicato come, attorno ai 15 anni, vadano in patria senza iscriversi alle superiori, tanto che la loro presenza negli istituti è assai limitata. Una volta tornate, spesso sono già sposate.

C’è poi l’aspetto delle domande di contributo, soprattutto per accedere agli alloggi Ater che negli scorsi mesi hanno acceso un aspro dibattito. Da qui, l’appello alle istituzioni del Paese asiatico di trovare un accordo - come quello già siglato con la Romania - per velocizzare i controlli sulle autocertificazioni riguardanti le eventuali proprietà nello Stato natale. “È una cosa che serve a tutelare gli stessi bengalesi e tutti gli altri - ha aggiunto la prima cittadina - per evitare che qualcuno acceda ai benefici senza averne diritto”. Dall’ambasciata, è arrivata un’apertura.

La richiesta dell’amministrazione monfalconese, in ogni caso, riguarda i rapporti tra la comunità straniera e la città a 360 gradi. Incluse le norme di comportamento e di tutela delle donne, con la stessa sindaca che ha più volte chiesto ironicamente perché non ce ne fossero al vertice. Da parte sua, Shameem Ahsan ha ribadito i buoni rapporti tra l’Italia e il Bangladesh, soprattutto dopo la visita del primo ministro Sheikh Hasina a Roma nel febbraio 2020. Ha quindi chiesto il perché alcune famiglie abbiano figli posti in scuole diverse, lamentando possibili disagi.

Secca la risposta di Cisint, che ha ricordato come ci siano a disposizione gli scuolabus. Dopo la consegna dei doni nella sala del Consiglio comunale, il tour del diplomatico è proseguito con la stessa prima cittadina allo stabilimento di Fincantieri, passando nel pomeriggio a Staranzano per assistere a una partita di cricket. La giornata si concluderà alle 18.30, con l’incontro di bambini e genitori al Teatro comunale di Monfalcone. Ad accompagnarlo nella trasferta è anche Jahangir Sarkar, presidente dell’Associazione genitori bengalesi e suo compagno di partito.

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