in mattinata
Loris Fortuna e il ricordo nella Gorizia dove fu in carcere, «ha cambiato l'Italia»

Una corona apposta sulla targa collocata nel 2005 sul muro della casa circondariale, il ricordo e polemica sulla visita di ieri della X Mas in Comune.
Precursore dei tempi, uomo lungimirante capace di superare confini non solo geografici. Sono queste le frasi più significative che si sono rincorse nella cerimonia tenutasi questa mattina all’esterno del carcere di via Barzellini a Gorizia, per commemorare Loris Fortuna nel centenario della sua nascita, che ricorre precisamente domani. Una corona è stata apposta sulla targa bronzea collocata nel 2005 sul muro della casa circondariale per volontà di socialisti, Anpi e Avl.
Sulla stessa sono vergate le parole “A ricordo di Loris Fortuna figlio nobile di questa terra, libertario, partigiano osovano, socialista, ministro della Repubblica, qui incarcerato e condannato a morte dai nemici della democrazia”. «Uno dei personaggi che ha vissuto la transazione verso la democrazia e che ha portato avanti tante battaglie soprattutto a favore delle donne, battaglie che ancora oggi apprezziamo e che sono state fondamentali per la crescita del Paese»: così l’assessore comunale Maurizio Negro intervenuto a seguito di Marino Visintin, del comitato promotore l’iniziativa, che ha aperto la cerimonia davanti a una piccola folla.
Fra le persone accorse cui si riconoscevano il consigliere regionale Enrico Bullian, il consigliere comunale Marco Rossi, il presidente del Kulturni dom Igor Komel. A prendere la parola è stato poi Mirko Primozic in rappresentanza dell’Anpi, che ha ripercorso i momenti più difficili della vita di Fortuna coincidenti con gli otto mesi di prigionia nel carcere goriziano e la successiva segregazione nel campo di concentramento di Bernau Am Chiemzee in Baviera dove era stato inviato dalla Gestapo, «quell’entità amministrativa alla quale avevano giurato appartenenza e fedeltà coloro che non più tardi di ieri venivano accolti in Comune».
Gli stessi «circondati da qualche decina di giovani che prima di sventolare striscioni e urlare slogan dovrebbero almeno studiarsi un po’ la storia» ha affermato Aleš Waltritsch, riferendosi polemicamente alla manifestazione della X Mas di ieri mattina. Più velata ma riconducibile almeno in parte anche a quanto accaduto sabato mattina l’allusione della senatrice Tatjana Rojc, che ha esordito parlando dell’opportunità di ricordare Loris Fortuna in un momento storico connotato dallo svilimento della politica.
Sei le legislature in cui ha avuto modo di dimostrare la propria lungimiranza e l’impegno democratico, mantenendo sempre un occhio di riguardo nei confronti della regione e di Gorizia in particolare: esemplare, in questo senso, il suo impegno per la tutela della minoranza slovena in Italia attraverso una proposta di legge presentata nel 1971 ma riconosciuta solo trent’anni più tardi.
«Questa iniziativa politica di grande rilievo non esula ma si integra perfettamente nella storia che determina la vita di Fortuna – ha proseguito la senatrice – con la lotta per il diritto al divorzio, la normativa sull’interruzione di gravidanza, che ha dato la possibilità alle donne di scegliere ma, soprattutto, di veder tutelato in questa scelta il diritto alla salute e anche alla comprensione nel contesto delle strutture pubbliche. Sono battaglie che hanno cambiato il Paese e che hanno permesso nel 1976 anche la revisione del diritto di famiglia, a lungo atteso in un’Italia che presentava tratti patriarcali e maschilisti inaccettabili per un Paese democratico».
Fondamentale il ruolo di Fortuna anche nel campo della tutela dei lavoratori, in particolare per la tutela del lavoro minorile e femminile un ambito, quest’ultimo, che secondo la Rojc «ancora non trova una sintesi dignitosa nel quadro complessivo del nostro ordinamento e ancora dovremo alzare la voce per richiedere venga riconosciuto il salario minimo, la parità salariale e il congedo parentale, tutti diritti che altri Paesi europei riconoscono».
Sullo stesso punto è tornato Aleš Waltritsch che ha definito il «partigiano, deportato, socialista, innovatore e propositore» Loris Fortuna un «difensore dei lavoratori e dei più deboli dalla cui parte si è schierato come avvocato a inizio carriera, distinguendosi per la vicinanza a tutti i settori economici locali, assiduamente presente accanto ai lavoratori nelle fabbriche, attento all’agricoltura, al commercio e alle libere professioni». E vista il suo impegno a favore dei diritti civili con le battaglie per il divorzio e l’aborto, nessun dubbio da parte di Waltritsch sul fatto che in questi anni Fortuna sarebbe stato in prima fila per combattere per una legge sul fine vita «o, come diceva lui, per una buona morte».
Fra il pubblico intervenuto alla cerimonia anche l'ex deputato Guido Germano Pettarin che, in una nota inviata successivamente alla stampa, ha espresso disappunto perché nel corso degli interventi non è stata detta alcuna parola in friulano e non si sia accennato al fatto che Fortuna sia stato primo interprete dello spirito di Go!2025, occasione per la quale potrebbe essere una sorta di spirito guida.
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