L'Isonzo e la moria di pesci, i nodi sul futuro del fiume di smeraldo

L'Isonzo e la moria di pesci, i nodi sul futuro del fiume di smeraldo

Parole verdi

L'Isonzo e la moria di pesci, i nodi sul futuro del fiume di smeraldo

Di Fridays For Future Gorizia • Pubblicato il 15 Apr 2022
Copertina per L'Isonzo e la moria di pesci, i nodi sul futuro del fiume di smeraldo

I recenti fatti aprono molti dubbi, la riflessione dei ragazzi del Fridays For Future.

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Parole verdi è la nuova rubrica nata in collaborazione tra Il Goriziano e il gruppo Fridays For Future di Gorizia, dedicata ai temi ambientali su scala locale e internazionale. Gli articoli sono scritti dai componenti del gruppo.

Da anni ormai gli scienziati ci dicono che la crisi climatica porterà a conseguenze devastanti. Nei giorni scorsi, un evento sconcertante è avvenuto tra Gradisca d’Isonzo e Sagrado: il letto del fiume Isonzo si è trasformato in una distesa di sassi e di pesci morti, tra cui anche alcune specie protette, a causa della secca. Tanti fattori hanno contribuito a creare questa situazione disastrosa, letale per l’ecosistema e tra i primi c’è sicuramente la siccità dell’ultimo periodo, considerando il fatto che in Friuli Venezia Giulia non pioveva circa da 100 giorni.

Il termine siccità indica la prolungata mancanza d'acqua che in genere è dovuta ad insufficienti precipitazioni atmosferiche, comprendendo anche l'aridità del terreno. Da un punto di vista umano cos’è realmente la siccità? Non è solamente un fenomeno fisico, ma piuttosto un evento che segna la rottura dell'equilibrio tra la naturale disponibilità d'acqua e l’abuso che ne fa l’uomo e che può causare gravi danni all’ecosistema naturale. Un periodo di siccità può durare anche diversi anni. In molte regioni del pianeta, questo è periodico ma a volte contrastabile.

Tuttavia, questa non sarebbe l’unica causa dello sterminio di pesci e della situazione drammatica creatasi sull’Isonzo. Si pensa che un ruolo in questo scenario l’abbia la diga di Salcano che immette acqua nel fiume Isonzo. Si ritiene che recentemente il flusso d'acqua sia stato mantenuto al minimo con conseguenze evidenti sul livello e sulla temperatura dell'acqua dell'Isonzo stesso. Si abbattono sul fiume anche altre situazioni critiche, come la presenza di microplastiche. Diversi studi hanno dato prova della presenza di microplastiche in tutti i campioni analizzati e hanno messo in evidenza un altro grande problema che è quello degli scarichi urbani non depurati in maniera adeguata.

Monitoraggi più recenti sono stati eseguiti in punti differenti del fiume, da un team di tecnici e volontari. Lo scopo è capire lo stato di salute dei fiumi ma anche dei laghi. Nel punto presso Cal Coritenza (Kal-Koritnica in sloveno) nel comune di Plezzo, è stata rilevata una media di particelle pari a 0,11 ogni metro cubo di acqua filtrata dalla rete manta. A Salcano (Solkan), presso il comune di Nova Gorica nella parte del tratto sloveno dell’Isonzo, la media delle particelle rilevata è pari a 0,12 per metro cubo. Tutti queste microparticelle non aiutano sicuramente il fiume che è stato appena danneggiato dalla mancanza di acqua e dalla forte siccità.

La questione cardine sarebbe quella dei livelli di rilascio del fiume in Italia da parte della Slovenia, oggetto di trattati internazionali specifici. Noi in quanto Fridays For Future ci occupiamo da anni di porre in essere soluzioni per contrastare la crisi climatica. Un evento come quello verificatosi sulle sponde dell’Isonzo tocca particolarmente le associazioni che si occupano di emergenza climatica, che provano ogni giorno a vincere battaglie di cui il tema principale sono i diritti ambientali e si fanno forza per sensibilizzare tutti i cittadini. Non possiamo escludere il rapporto che lega l’evento della moria dei pesci con il fatto che siamo circondati da una crisi globale.

L’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Questo, esamina e valuta le più recenti informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche prodotte in tutto il mondo, e importanti per la comprensione dei cambiamenti climatici. Migliaia di ricercatori provenienti da ogni parte del mondo contribuiscono al lavoro dell’ente su base volontaria. Lo scopo è quello di assicurare una valutazione completa e obiettiva delle informazioni attualmente disponibili.

I governi partecipano alle sessioni plenarie, dove sono prese le principali decisioni sui programmi di lavoro dell’Ipcc, e dove vengono accettati, approvati e adottati i Rapporti. Uno di questi importanti di valutazione, stilati dall’ente, riguarda il riscaldamento globale e su come l’oceano e la criosfera dovrebbero mutare con il riscaldamento globale in corso. Vengono evidenziati i rischi di questi cambiamenti sull’ecosistema e quindi anche sull’uomo. Tutte le persone dipendono direttamente o indirettamente dall’oceano e dalla criosfera.

I ruoli fondamentali dell'oceano e della criosfera nel sistema terrestre includono l'assorbimento e la ridistribuzione dell'anidride carbonica e del calore di origine antropica da parte dell'oceano, nonché il loro coinvolgimento cruciale nel ciclo idrologico. La criosfera amplifica anche i cambiamenti climatici attraverso i feedback di neve e ghiaccio. I servizi forniti alle persone dall'oceano e/o dalla criosfera includono cibo e acqua dolce, energia rinnovabile, salute e benessere, valori culturali, commercio e trasporti.

Per questo motivo e per tanti altri, è necessario e fondamentale limitare ad 1.5°C, l’aumento delle temperature e fare in modo che ognuno di noi nel proprio piccolo aiuti l’ambiente in virtù di un bene più grande, il pianeta.

Diana Gallicchio, 31 anni, attivista di Fridays For Future Gorizia, un movimento intersezionale che esige giustizia climatica e sociale, lotta affinché si rimanga sotto l'1.5ºC di aumento di temperatura media.

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