il racconto
Incendio a Gorizia, l'ira di un'inquilina: «La gente filmava, nessun aiuto»

Le fiamme sabato sera a Montesanto, la residente: «Non ci sentiamo tutelati, vogliamo sapere».
I momenti di tensione e paura di sabato sera sono ancora vividi, negli occhi di chi abita nella palazzina Ater di Montesanto, a Gorizia. Le fiamme in via Sant’Angela Merici sono divampate nella tarda serata, gettando nel panico le sei famiglie residenti nello stabile e che ora hanno dovuto trovare una soluzione alternativa, fino a quando non sarà possibile rientrare. A raccontare quei momenti concitati è Francesca Micelli, inquilina che abita in uno degli appartamenti insieme ai due figli e al suo gatto, oggi trasferitasi in hotel.
Una scena surreale, quella che la donna e gli altri residenti si sono ritrovati a vivere: “All’inizio - spiega - sembrava che i soccorsi non si fossero accorti che c’era gente che viveva nella parte retrostante dell’edificio, dov’ero anch’io. Lì ci sono degli appartamenti, sono rimasta 25 minuti al telefono in contatto con i vigili del fuoco, spiegando dove eravamo”. Poco distante da lei, c’era anche il suo vicino di casa, il padrone del Golden Retriver morto a causa dell’inalazione della pesante e densa nube nera, sprigionata dall’incendio.
Sua moglie, che stava rientrando a casa, ha fatto notare che quest’area dell’immobile era in pericolo. Ciò che ha spiazzato maggiormente Micelli, però, è stata la reazione dei dirimpettai: “Sono rimasti lì a guardare, filmavano con i telefonini. Nessuno è sceso a dire che c’era gente dall’altra parte”. Nel frattempo, la paura all’interno dei locali lambiti dal rogo aumentava: “Ero con un panno bagnato sul viso, c’era tanta nebbia nera proveniente dall’appartamento di sotto. Non riuscivo a respirare, mio figlio piccolo è riuscito a scavallare il balcone”.
Così facendo, ha raggiunto una vicina, e alla fine anche la donna è riuscita ad uscire da quell’inferno. Subito, però, è emerso il dubbio su come e dove passare la notte: “Nessuno ci ha informato che avremmo avuto una camera all’Hotel Palace, solo il giorno dopo l’ho scoperto. Siamo andati a stare dove potevamo, una coppia di condomini è rimasta a dormire in auto per due notti”. Lei stessa, lunedì, spiega di aver pressato per ottenere quanto anticipato dall’amministrazione: “Martedì ho potuto finalmente firmare una carta per avere a disposizione la camera”.
Lei e la sua famiglia, quindi potranno ora rimanere al Palace per il tempo necessario, insieme a un’altra famiglia. Dopo questa disavventura nella disavventura, la signora ora vuole vederci chiaro in quanto è successo quella sera: “Noi inquilini abbiamo bisogno che qualcuno ci tuteli mentre siamo sulla strada, vogliamo capire cos’è successo. Ci siamo incontrati e abbiamo discusso tutti insieme. Voglio sapere perché ho rischiato la vita e cos’ha provocato tutto ciò”. Dubbi su cui vigili del fuoco e Ater sono al lavoro per trovare innanzitutto l’origine del rogo.
Non c’è ancora un’idea precisa se ciò porte a una causa collettiva, comunque. Nel frattempo, Micelli guarda con amarezza la risposta alle richieste di aiuto di quella notte: “Si vede l’egoismo nella gente, dovrebbe esserci comprensione e umanità. Solo una signora ha portato subito delle coperte, gli altri sono rimasi a guardare”. Tempi certi su quando si potrà tornare a casa ancora non ci sono, mentre già nei giorni scorsi sono iniziati i lavori di pulizia dalla fuliggine e rimozione dei materiali andati a fuoco. Solo gli accertamenti potranno dare ulteriori dettagli.
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