la storia
Gorizia-Ucraina andata e ritorno, come Francesco ha salvato la fidanzata

I due giovani sono arrivati in città, il racconto di quei giorni: «Non sarà più come prima».
Si era messo in auto appena terminata la manifestazione contro la guerra in Ucraina da lui stesso co-organizzata. Pochi giorni fa, dopo una lunga odissea al confine tra l’ex repubblica sovietica e la Romania, Francesco Lipari è finalmente tornato a Gorizia con la sua Ilona. Originario di Palermo, il 22enne studia Diplomazia e cooperazione internazionale al polo di via Alviano e, insieme all’amico Giuseppe Magnani, che ha guidato per centinaia di chilometri attraverso strade ghiacciate e scenari a dir poco impervi, ha deciso di correre in aiuto della fidanzata. Una sfida che ha richiesto lunghi giorni di attesa.
La coda alle frontiere, infatti, è immensa e si possono attendere anche alcuni giorni prima di riuscire a oltrepassarle. Attesa che i due italiani hanno trascorso a casa di un’amica rumena, fino a quando non è arrivato il messaggio tanto sperato. La situazione trovata al varco è stata surreale: “Ci sono tantissimi profughi, tutte le strade sono piene di auto targate ucraine e si parla almeno di 2,5 milioni di profughi in Europa. L’emergenza che ora ci sembra latente sarà ancora più forte nei prossimi giorni, anche perché le persone più vicine alla Russia stanno avendo tante difficoltà a fuggire. Soprattutto donne e bambini”.
Insieme a Ilona Stepanyshyna, conosciuta nel 2020 in Erasmus in Lituania, sono riuscite ad arrivare in Italia anche sua sua madre, la zia e la sorellina, mentre il padre è dovuto rimanere in patria. Ora alloggiano al dormitorio Faidutti. Lei stessa non ci poteva credere che il giovane aveva deciso di partire: “Quando Francesco mi ha detto che voleva venire alla frontiera, ero furiosa perché non sapevo se avrei potuto lasciare il Paese, né se potevo portare la mia famiglia con me. È stato psicologicamente complicato, gli dicevo ogni giorno di tornare indietro, che non è uno scherzo né volevo che facesse l’eroe, ma non mi ha ascoltato”.
Una volta che i loro sguardi si sono incrociati, varcata la soglia dell’Unione europea, tutte le preoccupazioni di quei giorni sono per un attimo sparite. Il ricordo di quel 24 febbraio, però, non sarà mai dimenticato: “Ho capito fin da subito che qualcosa sarebbe cambiato - commenta la ragazza -, mio padre stava urlando la mattina presto ed è stato molto strano svegliarsi in quel modo. Non ci aspettavamo tutto questo”. Il futuro della sua terra e del vicino russo appare molto difficile: “Siamo due nazioni molto orgogliose, non sarà lo stesso da adesso in più. Ci sarà paura verso i russi, non c’è più fiducia. La guerra porta a questo”.
Nel frattempo, sul tema del conflitto e del futuro nell’Europa dell’Est se ne discuterà stasera - sabato 12 marzo - al Krainer di via Rastello. All’evento, organizzato per le 17 dall’associazione studentesca Inside Europe, prenderanno parte i professori Cesare La Mantia, docente di Storia dell’Europa Orientale all’Università di Trieste, e Laris Gaiser, docente di Studi sulla sicurezza alla Nova Univerza di Nova Gorica nonché membro del Comitato scientifico di Limes. L’evento si terrà esclusivamente in presenza e per partecipare è necessario accreditarsi fornendo nome e cognome all’indirizzo inside.europe2021@gmail.com.
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