IL PROGRAMMA
Gorizia, religioni unite «per disarmare il Mondo» con il Festival del dialogo interreligioso ‘Terre di Pace’
Cinque giorni di incontri, spettacoli e tavole rotonde dal 29 ottobre al 2 novembre, con le comunità religiose cristiano-cattolica, musulmana, ebraica, buddista e metodista per diffondere il messaggio di pace e dialogo
Cinque giorni per parlare di pace, conoscersi e condividere un cammino comune nel segno del rispetto reciproco. Dal 29 ottobre al 2 novembre Gorizia ospiterà “Terre di Pace”, il Festival del dialogo interreligioso, promosso dal Comune di Gorizia con il coinvolgimento delle principali comunità religiose del territorio: cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e metodisti.
L’apertura del Festival sarà affidata allo scrittore e giornalista Paolo Mieli, che introdurrà il tema de “Il dialogo, un’arma per disarmare un mondo in fiamme”. L’iniziativa si inserisce nel percorso di GO!2025, Capitale Europea della Cultura, e nasce dallo stesso spirito che ha portato Gorizia e Nova Gorica a superare antiche divisioni per costruire un futuro condiviso.
Alla presentazione ufficiale, svoltasi questa mattina, venerdì 10 ottobre, in municipio a Gorizia, hanno partecipato i rappresentanti delle cinque organizzazioni religiose promotrici: don Santi Grasso per l’Arcidiocesi di Gorizia (cristiano-cattolica), Alvise Riccato dell’Associazione Al Huda per la comunità islamica, Jens Hansen della Chiesa Evangelica Valdese di Gorizia, Alexander Meloni per la Comunità Ebraica di Trieste e Roberto Bonora dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Presenti anche il vicesindaco Chiara Gatta, dell’Assessore alla Capitale Europea della Cultura Patrizia Artico, la presidente di ISIG Michela Cecotti e il presidente di Ethnos Stefano Minniti.
«Questa iniziativa nasce sul solco del percorso di GO!2025, dove due comunità che avevano tanto sofferto ai margini di un confine drammatico sono riuscite a costruire il dialogo nel nome delle generazioni future – sono le parole dell’assessore Patrizia Artico - su quella base abbiamo voluto creare un’altra esperienza interreligiosa, mantenendo le identità di ciascuno ma scegliendo di condividere un tratto di cammino comune. Il dialogo deve partire dal basso, e per questo abbiamo costruito un laboratorio dove i rappresentanti religiosi possano conoscersi e collaborare, definendo insieme il programma del Festival».
Tra i momenti centrali del festival ci saranno forum tematici, spettacoli e incontri. «Non è un laboratorio politico, ma religioso – ha voluto sottolineare Artico – Questo è solo il primo passo di un cammino che vuole sostituire la contrapposizione con il dialogo, perché oggi la voce del dialogo è incredibilmente quella meno ascoltata».
Il vicesindaco Chiara Gatta ha espresso apprezzamento per l’impegno dell’assessore Artico «che con convinzione ha portato avanti temi complessi sempre con entusiasmo». Ha ricordato come GO!2025 non debba essere solo un calendario di eventi, ma un percorso destinato a proseguire nel tempo, «perché il senso profondo è dialogare e ampliare gli orizzonti». Un messaggio, tanto più importante oggi, «in un momento in cui il tema della pace è fondamentale».
Ad aprire gli interventi dei rappresentanti religiosi è stato Jens Hansen della Chies Evangelica Valdese. «Sono convinto che noi, appartenenti a diverse religioni, possiamo dare un contributo in un mondo polarizzato. Possiamo dialogare e aprirci, è chiaro che ci sono delle differenze, ma dobbiamo contaminarci e imparare ad apprezzarci gli uni con gli altri. Sogno un laboratorio interreligioso che continui a dare risposte chiare sui temi della pace e della giustizia sociale».
«Il dialogo interreligioso è importante – ha poi continuato Alvise Riccato, dell’Associazione Al Huda per la comunità islamica – Non c’è differenza tra il Dio delle varie religioni, perché Dio è uno solo, e questa unità ci permette di dialogare insieme, crescere e trovare soluzioni condivise che nascano dalla pace e dall’amore. Dio è pace, amore e giustizia, e lavorare assieme è la cosa migliore per portare soluzioni nella comunità».
Il festival prenderà il via il 29 ottobre alle 10 con la cerimonia inaugurale del Festival “Mettere radici di pace” con la piantumazione dell’Ulivo della pace, seguita alle 11 da “Un girotondo per la pace”, un flashmob in collaborazione con le scuole del territorio. La giornata si concluderà alle 20.30 con la conferenza “Il ruolo delle religioni nelle guerre di ieri e di oggi”. Il 30 ottobre alle 15 avrà luogo la tavola rotonda “Ecologie quotidiane - piccoli gesti, grandi cambiamenti”, mentre alle 18 sarà la volta di una seconda tavola rotonda dal tema “Donne alla pari - Terre, plurale femminile”. La serata si chiuderà alle 21 con lo spettacolo teatrale Love’s Kamikaze.
«L’Arcidiocesi di Gorizia ha aderito con entusiasmo all’iniziativa promossa dal Comune nell’ambito di GO!2025 – dichiara don Santi Grasso – per avviare un tavolo di dialogo tra tutte le religioni e preparare un meeting che sensibilizzi la popolazione al confronto tra fedi. Oggi, con i mezzi di comunicazione e i flussi migratori, il dialogo non è più solo appannaggio di teologi o intellettuali: bambini, vicini e colleghi si trovano a convivere con persone di altre religioni. Questo festival può generare conflitti oppure diventare un’occasione di scoperta e riconoscimento dell’altro, ed è su questa seconda scelta che le religioni vogliono impegnarsi». «Questa è una grande opportunità concreta – aggiunge Roberto Bonora, dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai – Partecipiamo a questo laboratorio con un tema unificante che rappresenti il desiderio di dialogo e di costruire, passo dopo passo, una cultura di pace nelle nostre comunità».
Il 31 ottobre si inizierà alle 9 con la “Passeggiata attraverso la storia religiosa del territorio goriziano”, seguita alle 11 dalla tavola rotonda “L’ambiente conteso”. La giornata proseguirà alle 17 con la conferenza “Oltre le fratture”, seguita alle 18 dalla conferenza “Cristianesimo e Islam - prove di dialogo per una reciproca comprensione”. Si concluderà alle 20.30 con il Concerto del coro della Chiesa metodista Coreana di Roma “Borderless Singing”.
Il primo novembre si inizierà alle 15 con lo spettacolo Metamorphosis, seguito alle 18 dalla tavola rotonda “Un unico pianeta, tante terre, tante voci”, e alle 20.30 dallo spettacolo “Cerimonia dei dervisci rotanti – un ponte tra le fedi”. Il 2 novembre si aprirà alle 10.30 con lo spettacolo “Nathan il saggio”, seguito alle 17 dalla conferenza “L’altro futuro, il dialogo interreligioso come strumento di pace”, alle 18.30 dall’evento partecipato “Oltre i confini il futuro”, e si chiuderà alle 21 con il “Concerto per la pace – suoni di fraternità”.
«A Gorizia la comunità ebraica, seppur non numerosa, ha sempre avuto un ruolo culturale importante – spiega il Rabbino Alexander Meloni – Per l’ebraismo ciò che conta non è Dio, ma l’uomo: una volta costruita la società, è fondamentale la capacità di interagire e riconoscere nell’altro, anche se diverso, qualcosa di sé stesso. Questo deve essere il risultato del dialogo interreligioso, ovvero la capacità di vederci nell’altro».
Terre di Pace rappresenta più di un festival: è un invito a costruire dialogo e comprensione tra religioni, generazioni e comunità diverse. Attraverso incontri, spettacoli e tavole rotonde, il progetto sottolinea che la pace non è solo assenza di conflitto, ma rispetto, cooperazione e giustizia condivisa, valori fondamentali per una convivenza armonica e per un futuro di fiducia e apertura reciproca.
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