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Gorizia pronta a far evacuare Montesanto, l'attesa senza timori per le bombe

Complice l'aver vissuto un'esperienza analoga solo pochi mesi fa, gli abitanti vivono l’evacuazione di domenica come un fatto dovuto. Le loro storie.
Nessuna preoccupazione particolare, se non un po’ di disagio per il fatto di essere costretti a organizzare la giornata in base a eventi esterni. Gli abitanti del quartiere di Montesanto manifestano una certa serenità nell’affrontare il bomba day, in programma sul confine di Gorizia domenica 17 marzo: complice la tranquillità data dall’aver già vissuto un’analoga situazione solo pochi mesi fa, vivono l’evacuazione di domenica come un fatto dovuto a cui adattarsi nel migliore dei modi. Qualche malumore si percepisce da parte di chi ha un’attività, ma non sempre: l’evento straordinario può essere l’occasione per un po’ di riposo in più.
C’è anche da dire che, nonostante il quartiere sia ricco di attività commerciali, queste sono perlopiù chiuse nel fine settimana per cui i “danni” a livello economico sono davvero limitati. «Dobbiamo tenere chiuso, ovviamente non ho accettato prenotazioni per pranzo e riapriremo alle 17» ci dicono all’agriturismo Brumat, il noto punto di ritrovo in località Casermette. «In luglio la nostra zona non era interessata adll’evacuazione ma avevamo ricevuto l’avviso di non uscire e quindi eravamo comunque rimasti chiusi, mentre questa volta una delle tre bombe è proprio qui dietro. Preoccupati? No, con tutti i treni merci che ci sono passati sopra!».
Una delle opzioni per passare il tempo è una passeggiata al mare, idea che in estate è ovviamente stata preferita da molte persone fra cui Giorgio Lugan, titolare dell’edicola di via Caprin (nella foto). «Saremo costretti a chiudere anche se per turno saremmo dovuti rimanere aperti. Per un giorno si fa tutto, ciò che preoccupa di più qui in zona è che finiscano entro breve i lavori nel piazzale della Transalpina perchè il disagio con gli autobus è notevole, sulla fermata qui di fronte non è indicato nemmeno con un semplice cartello dove sia stata spostata e le persone si trovano spaesate».
«Per la bomba - prosegue - non siamo preoccupati: chissà quante ce ne saranno in zona. La prima volta l’evento fa notizia, ma adesso le persone del quartiere che vengono qui a prendere il giornale sono tranquille, si lamentano solo perché devono allontanarsi da casa al mattino presto». Altra attività che solitamente è aperta la domenica mattina è il discount Dpiù, che ha tenuto la serranda abbassata anche in luglio. «Abbiamo saputo dell’evacuazione attraverso i social che ormai sono sempre rapidi nel diffondere le notizie mentre la protezione civile ci ha avvisati l’altro ieri», ci dice la responsabile del punto vendita.
«Non siamo preoccupati e così neanche le persone che vengono in negozio: l’altra volta c’era qualche lamentela per la gestione delle persone anziane ma stavolta nulla. Ci fanno anzi qualche battuta tipo “non posso lasciare gli animali” o “finalmente chiudete e riposate!”».
Proprio dietro il discount si trova il rifugio A-micioso: nel grande spazio all’aperto giocano e litigano diversi ospiti pelosi, sessanta circa quelli al momento ospitati dalla struttura. L’elevato numero di gatti rende difficile la loro evacuazione: i volontari li raggiungeranno all’alba per accudirli e somministrare le medicine ai felini malati ma non sarà possibile un loro allontanamento.
È stata invece ovviamente cancellata la messa domenicale delle dieci nella chiesa di Maria Ss. Regina e i fedeli sono stati prontamente avvisati ma – afferma don Salvatore, responsabile della parrocchia - non si percepisce nessuna particolare agitazione. Agitazione che non percepiscono neanche a casa dell’allenatrice dell’Azzurra Us Volley Cristina Ravaccia, abituati come sono a eventi del genere: «Quando stavamo costruendo casa nostra, dodici anni fa, abbiamo trovato una bomba nel nostro giardino: era estate e così siamo andati qualche giorno al mare, cosa che abbiamo fatto anche a luglio scorso».
«Per domenica siamo contenti che l’evacuazione sia fino alle nove, quindi un po’ più tardi: vedremo dove andare a fare colazione, poi io ho un corso di aggiornamento e al massimo dovremo decidere di fermarci a pranzo fuori. Ormai per noi è quasi una routine: stavolta siamo stati avvisati ieri sera (mercoledì, ndr) dalla Protezione civile, poi ho ricevuto la telefonata dal servizio alert del Comune».
In zona abita pure la professoressa Cecilia Moruzzi, insegnante di Lettere della scuola media “Locchi”: anche per lei e la sua famiglia, l’evacuazione di luglio ha significato una domenica in più da spendere al sole di Grado. «Adesso con il freddo è più complicato ma noi abbiamo la fortuna di avere dei parenti che abitano in altre zone della città e quindi il disagio non è poi così insuperabile. Nessuno di noi ha paura: abbiamo cieca fiducia nelle forze dell’ordine e negli specialisti che si occuperanno dell’operazione. Speriamo si concluda nel tempo previsto, anzi: quest’estate eravamo rientrati anche prima del termine prestabilito».
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