gli appuntamenti
«Gorizia, porta aperta», la festa dei patroni a 30 anni dalla visita del Papa

Il giro in bici per Nova Gorica, incontro sul futuro delle due città e dell'Europa.
Gorizia si avvia a festeggiare i suoi patroni Sant’Ilario e Taziano, con una serie di appuntamenti che coinvolgeranno la comunità civile e religiosa. Se l’appuntamento clou sarà mercoledì 16 marzo, con la consegna del 22esimo premio “Città di Gorizia” a Mario Brancati, insieme ai riconoscimenti per Enzo Bevilacqua e alla Croce verde goriziana, gli eventi partiranno già sabato 12 marzo. Alle 10.30, infatti, ci sarà l’intitolazione delle tribune dello stadio Baiamonti a Rosario Vizzari, storico dirigente dell’Audax e persona stimata nello sport.
A seguire, sarà presentato anche un volume in sua memoria, nonché le opere presente al Pastor Angelicus. Alle 14.30, padre Alberto Remondini terrà un incontro sulla “spiritualità ignaziana per il bene comune”, chiudendo la giornata alle 16.30 con le letture spirituali del gruppo Pietre Vive di Trieste. Entrambi gli appuntamenti saranno nella chiesa di Sant’Ignazio di piazza della Vittoria. Domenica, invece, alle 15 si terrà la bicicletta alla scoperta di Nova Gorica, Salcano e Šempeter-Vrtojba, partendo da San Rocco. Martedì alle 19.15, spazio ai vespri in Cattedrale.
Mercoledì, oltre alla premiazione a Palazzo De Bassa, alle 11 si terrà la solenne concelebrazione dell’arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli. L’animazione musicale sarà a cosa della Cappella Metropolitana. Giovedì, infine, alle 20 si discuterà del futuro transfrontaliero di Gorizia e Nova Gorica con l’appuntamento “Missione Europa!”: dialogheranno l’arcivescovo di Maribor, nonché ex rettore del Russicum, Alojzij Cvikl SJ e l’omologo goriziano. L’incontro si terrà al Centro Bratuž di viale XX settembre, a 30 anni dalla visita di Giovanni Paolo II in città.
Il tema di quest'anno sarà "Gorizia, porta aperta", ispirandosi proprio alle parole del pontefice in quella sua omelia del maggio 1992. "Gorizia - disse nel discorso, riportato sulla lapide tra piazza della Vittoria e via Crispi - situata all'incrocio di correnti di pensiero, di attività e di molteplici iniziative, sembra rivestire una singolare missione, quella di essere la porta d'Italia che pone in comunicazione il mondo latino con quello slavo: porta aperta sull'Est europeo e sull'Europa centrale". Frase che torna di estrema attualità, come rimarcato da don Nicola Ban presentando gli eventi.
Foto: Itto Ogami/Wikicommons
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