Gorizia, la pulizia dei pneumatici scopre galleria della Grande guerra

Gorizia, la pulizia dei pneumatici scopre galleria della Grande guerra

il cantiere

Gorizia, la pulizia dei pneumatici scopre galleria della Grande guerra

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 22 Feb 2023
Copertina per Gorizia, la pulizia dei pneumatici scopre galleria della Grande guerra

Iniziati i lavori per rimuovere i pneumatici, saranno riconvertiti. Rimane il problema delle acque del scolmatore.

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Sono finalmente partiti nei giorni scorsi i lavori di bonifica della discarica di pneumatici abbandonati nel Parco dell'Isonzo di Campagnuzza-Sant’Andrea, a Gorizia. Il cantiere era atteso da decenni, sia dall’amministrazione locale che dalle associazioni ambientaliste che negli ultimi anni hanno aumentato le richieste affinché la zona potesse esser restituita alla natura. Grazie a questo intervento, affidato dal Consorzio di bonifica della Venezia Giulia all’Italspurghi di Trieste, è emersa anche una nuova apertura di gallerie.

Si tratta di un percorso realizzato durante la Grande guerra, legato ad altri due aperture già note e mappate dagli speleologi del gruppo Seppenhofer. Questa, comunque, è solo l’ultima “perla” scoperta in un’area che potrebbe essere valorizzata molto in chiave turistica. È su questo che i diversi sodalizi puntano e che hanno sottolineato questa mattina durante un sopralluogo dell’area, insieme al direttore dei lavori, Emiliano Biasutto, i dirigenti e operai della ditta incaricata. L’appalto di 80mila euro terminerà a metà aprile.

A oggi, sono stati rimossi da terra oltre un centinaio di pneumatici, accatastati al momento su una pila divenuta alta quasi quatto metri. Come spiegato dalla Italspurghi, le gomme saranno poi recuperate e portate in un centro di riuso a Trieste, dove saranno trasformate. Impossibile infatti poterle riutilizzare su auto e veicoli, ma verranno adattate per nuovi scopi. Le dimensioni, peraltro, sono le più varie: da quelle più piccole a quelle più grandi per autoarticolati. Il tutto testimoniato anche dai “crateri” lasciati nel fango.

A monitorare la zona c’erano i volontari del comitato Amici del parco, Legambiente, Ekoštandrež e Seppenhofer, che hanno puntato il dito anche verso un’altra problematica: la presenza dello scolmatore. Nell’area verde se ne contano quattro, di cui uno in particolare vicino alla montagna di rifiuti a ridosso della scarpata dove “piovono” immondizie. “Abbiamo richiesta di metterli in sicurezza - spiega Giuseppe Sansone degli Amici del parco - ma è compito di Iriscqua farlo e non ha ancora provveduto. Bisognerebbe innanzitutto chiuderli”.

Adesso, infatti, l’imbocco è aperto e, in caso di eccessiva carico di acqua piovana, il flusso straripa e riversa rifiuti nella zona circostante. Gli effetti si vedono, nonostante la stessa Italspurghi abbia raccolto diversi sacchi di materiali. Questo rimane quindi un capitolo aperto, mentre quello della discarica si avvia verso una conclusione, dopo l’iter avviato sette anni fa dal Comune con l’allora assessore regionale all’ambiente Sara Vito. Dopo si potrà capire anche come valorizzare le gallerie, usate all’epoca per stipare rifornimenti dei soldati.

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