Gorizia, domenica 22 la processione cittadina del Corpus Domini fino all'ospedale

Sarà l'occasione per presentare le Suore Francescane dei Sacri Cuori che prestano servizio nella casa di riposo di Villa San Giusto.

Domenica 22 giugno alle 19 la chiesa di S. Giusto a Gorizia farà da cornice alla celebrazione a livello cittadino del Corpus Domini, la festa del Corpo e del Sangue del Signore, una giornata in cui i cattolici focalizzano l’attenzione sull’Eucarestia.

Alle 19 il vescovo Carlo Roberto Maria Redaelli presiederà la messa nel corso della quale verranno presentate le Suore Francescane dei Sacri Cuori che prestano servizio presso la casa di riposo Villa S. Giusto, insieme alla comunità dei Fatebenefratelli. Le suore portano una ventata di estremo oriente nella vita cittadina: una proviene dall’Indonesia, lo stato musulmano più popoloso al mondo, e altre due da Timor Est, questa nazione staccatasi dall’Indonesia proprio perché a maggioranza cristiana.

Avrebbe dovuto essere presente anche Marina Fischer, una consacrata goriziana, da molti anni presente a Gerusalemme dove presta il suo servizio presso una comunità di disabili. Coinvolta nella guerra tra Israele e Iran non ha potuto trovare un volo per lasciare il paese, adesso sotto i missili iraniani… o forse non ha voluto abbandonare le persone per le quali quotidianamente spende la vita.

Al termine della messa, animata dalla Cappella Metropolitana, insieme al coro del Sacro Cuore diretti dal maestro Fulvio Madotto, il vescovo guiderà la processione eucaristica che farà un giro inedito per la città: prima attraverserà il parco di Villa San Giusto portando la benedizione agli anziani lì ospitati, e poi entrerà nel comprensorio dell’ospedale. La processione si concluderà nella prossimità della cappella dell’ospedale, che per l’occasione diventa chiesa dove si può ottenere l’indulgenza giubilare.

«In un periodo in cui si discute molto del futuro dell’ospedale di Gorizia, questa processione sarà anche un segno di sostegno e apprezzamento per il lavoro svolto da molti operatori della salute a servizio del territorio», fanno sapere dall'arcidiocesi.

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