Gorizia, concluso ‘Vivere la Pace Go! 2025’. Scolari in festa al Pastor Angelicus

I piccoli delle scuole d’infanzia e primarie di Gorizia e Nova Gorica hanno promosso i valori della solidarietà, della condivisione, del perdono e dell’accoglienza.

Festa finale stamane, 5 giugno, all’Oratorio Pastor Angelicus di Gorizia per il progetto “Vivere la Pace Go! 2025”. A colorare la giornata sono stati i bambini della scuola dell’infanzia San Rocco di via Lasciac, quelli della scuola materna di via Garzarolli e quelli dell’asilo “Clemente” di Corte Sant’Ilario. Anche se non presenti, hanno collaborato pure le scuole della vicina Slovenia. Tra le scuole primarie, hanno preso parte alla progettualità la “Frinta” di via Codelli e la “Fumagalli” via della Cappella. Referenti dell’iniziativa sono stati Fulvio e Antonella Gaggioli che hanno lavorato sull’importante messaggio mondiale assieme alle insegnanti.

«La Pace non è un concetto teorico ma pratico – spiegano – è qualcosa che va coltivato vivendo esperienze incentrate sul perdono, la condivisione e l’accoglienza». Sul campetto del Pastor, oltre ai bambini festanti, è stato il “Dado della Pace” a prendersi la scena. Uno strumento che ha permesso di trasmettere il concetto dell’educare alla pace in famiglia, a scuola e nella società. L’esperienza progettuale si è allargata con “Living Peace International” che ha visto collaborare maestre e maestri italiani e sloveni.

Attraverso dei puzzle colorati, gli scolari hanno descritto la vita quotidiana del centro cittadino e non solo. Si sono cimentati nel costruire la Bandiera della Pace con i colori dell’arcobaleno scrivendo su dei foglietti colorati i propri nomi come protagonisti di questo importante messaggio. Disegni, giochi ed attività ludiche hanno inoltre permesso di riflettere su gentilezza e solidarietà. «Non sono mancati i canti bilingue e il racconto tra due regni che non riuscivano a comunicare perché parlavano due lingue differenti e un fiume li divideva. Un corso d’acqua al quale, una volta riconciliati, hanno dato un nome comune. È in pratica quanto successo nel passato tra Italia e Slovenia» concludono gli organizzatori.

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