La riconversione di A2A a Monfalcone divide la politica, oggi la discussione con il territorio

Il futuro di A2A a Monfalcone divide la politica, oggi la discussione con il territorio

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Il futuro di A2A a Monfalcone divide la politica, oggi la discussione con il territorio

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 12 Mag 2021
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Arriva l'appoggio al progetto di Cisint dal Movimento 5 stelle, netta contrarietà del Pd. Scoccimarro incontrerà i comuni dell'area.

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Si divide l’opinione di Movimento 5 stelle e Partito democratico sul progetto di riconversione della centrale A2A di Monfalcone. Nei giorni scorsi, la sindaca Anna Maria Cisint ha anticipato il piano della sua amministrazione (nella foto), che sarà discussa oggi in Regione. Una proposta che verte su “occupazione, sviluppo sostenibile adeguato alle esigenze del territorio, turismo, sviluppo della portualità e della croceristica”, come sottolineato dalla stessa prima cittadina. Da qui, l’idea di creare, nei circa 150mila metri quadri dell’area semicircolare della centrale, un complesso dedicato all’accoglienza delle navi da crociera, con tanto di centro museale.

Ad alimentare la struttura saranno pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo, per fornire l’energia elettrica alle navi al momento dell’attracco. Diventerà anche un punto di osservazione dal quale sarà possibile vedere oltre all’Italia, anche Croazia, Slovenia ed Austria. "Un luogo unico, dunque, rivisto sotto una nuova luce ed un nuovo pregio". Le reazioni da parte del mondo della politica sono state diverse, a partire dal Movimento 5 Stelle: “Accogliamo con favore il progetto” ha spiegato in una nota Luca Sut, capogruppo in Commissione Attività produttive della Camera, assieme ai portavoce regionale e comunale Ilaria Dal Zovo e Gualtiero Pin.

La dismissione dell’impianto a carbone dovrebbe avvenire entro il 2025, secondo quanto previsto dal Piano nazionale per l'energia e clima (Pniec) ai fini della transizione ecologica. “Bene l’idea che Monfalcone si appresta a presentare, liberando il campo da possibili intenti di ridestinazione dell’area non compatibili con l’istanza di salvaguardia ambientale che rappresenta il nostro faro in tema di politiche energetiche - sottolineano i pentastellati -. Su Monfalcone eravamo stati chiari fin dall’inizio anche con i vertici di A2A, che abbiamo incontrato nel 2019 per ribadire l’esigenza di escludere il passaggio al turbogas nel progetto di riconversione dell’impianto”.

“Chiediamo al governatore Massimiliano Fedriga e al sottosegretario al Mite, Vannia Gava, di accogliere positivamente il progetto di rilancio green dell’area, perché la transizione ecologica passa da piani di riconversione come questo. Ma per farlo - riprendono – c’è bisogno del loro appoggio concreto, il più possibile lontano dalle mere boutades mediatiche prive di reale fattività. Se vedremo segnali di vera apertura - concludono – siamo pronti da subito a collaborare per raggiungere l'obiettivo comune”. Più scettico è il Partito democratico: “Il progetto ha ben poco di reale e concreto” ha commentato il capogruppo regionale Diego Moretti.

“È giusto che chi fa politica aspiri ad uno sviluppo diverso per il proprio territorio” evidenzia il dem, ma ricorda che il recente “parere della Regione che, di fatto, è un sì condizionato a 13 prescrizioni. Irreale non solo perché si tratta di un progetto pensato su un’area privata che il proprietario non intende cedere, non solo perché la bonifica dell’area costerebbe cifre folli, non solo perché l’idea di pensare a uno sviluppo croceristico, legato al benessere o alla ristorazione con di fronte Fincantieri, a fianco l’area industriale del Lisert e tutta la banchina portuale, in un’area che ha oggettivi limiti fisici e di spazio”.

Moretti auspica quindi che “ci si liberi quanto prima del carbone e, con le prescrizioni che la stessa Regione ha indicato e che il ministero valuterà, si vada avanti con la conversione a gas (come peraltro lo stesso assessore regionale Bini ha auspicato a inizio anno). Questo significa pensare alle centinaia di famiglie che lavorano, direttamente e indirettamente, con le centrale. Lo sviluppo di Monfalcone e del territorio, giocoforza, se si vogliono avere numeri pesanti in termini di pil regionale, non può che essere legato all’industria - anche energetica - (ricordo che Monfalcone è tra le zone industriali più importanti del Fvg), al porto e alla logistica”.

Infine, il Pd chiede che “si chieda ad A2A che Monfalcone diventi centro di riferimento di ricerca e sviluppo a livello nazionale sull’idrogeno e sulle energie rinnovabili, evitando ipotesi di tutt’altro tipo ben poco concrete. Un’ultima considerazione, legata all’incontro di domani (ogg, ndr) in Regione convocato dall’assessore Scoccimarro con i quindici comuni interessati e con la stessa azienda per un ‘confronto sul tema’: ricordo due cose. La prima che il tavolo esisteva dal 2017 e la giunta regionale, per accontentare il sindaco di Monfalcone, l’ha sciolto appena insediata, e la seconda che il confronto andava fatto prima dei vari pareri, e non a cose fatte”.

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