«Il Friuli Venezia Giulia vuole un futuro di pace»: l’appello ai cittadini del Fronte della Primavera Triestina

«Il Friuli Venezia Giulia vuole un futuro di pace»: l’appello ai cittadini del Fronte della Primavera Triestina

LA MANIFESTAZIONE

«Il Friuli Venezia Giulia vuole un futuro di pace»: l’appello ai cittadini del Fronte della Primavera Triestina

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 29 Mag 2025
Copertina per «Il Friuli Venezia Giulia vuole un futuro di pace»: l’appello ai cittadini del Fronte della Primavera Triestina

In programma sabato 31 nel capoluogo un corteo di ampiezza regionale. I promotori denunciano i transiti d’armi nel porto di Monfalcone e la produzione di droni dell’azienda Leonardo.

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«Dimostriamo che Trieste e Friuli Venezia Giulia vogliono un futuro di pace»: questo l’appello che il movimento Fronte della Primavera Triestina rivolge a tutta la regione, invitando cittadini e associazioni al corteo in programma nel capoluogo sabato 31 maggio per opporsi alla trasformazione di Trieste in «capitale della militarizzazione» e alla situazione di un «Fvg negli artigli di Usa e Nato».

Parole incisive, forti, che partono dall’attenzione che il movimento - nato per riportare all’attenzione la questione giuridica del Territorio Libero Triestino e ora sempre più orientato su posizioni antimilitariste di respiro regionale - ha riservato negli ultimi anni ad evoluzioni di carattere geopolitico e geostrategico che vanno a interessare i territori della Venezia Giulia. A partire da Trieste, «uno dei centri più importanti del corridoio Imec, la risposta americana alla Via della Seta cinese»: scrivono gli attivisti nel loro comunicato di approfondimento che «questo piano non è una semplice iniziativa commerciale, come viene presentata al pubblico, bensì un programma che cela risvolti geo-strategici ed interessi militari di Usa, Nato e Israele».

Conclusioni, riporta sempre la nota, derivanti dal fatto che «uno dei centri più importanti dell'intero corridoio, che si vorrebbe mettere in diretto collegamento proprio con Trieste, è nientemeno che il porto di Haifa, uno dei porti nei quali Israele riceve le sue armi provenienti dall'estero» e che la stessa stampa locale definì negli scorsi mesi il corridoio «corollario commerciale di considerazioni strategiche di ordine militare». La città è oggetto d’attenzione di think thank americani «legati a Nato e Pentagono» anche per quanto riguarda la proposta di integrarla nel forum di Paesi Ue della Three Seas Initiative, altra «realtà centro-europea che persegue gli interessi americani» e le cui «finalità militari sono chiare e conclamate, come si può evincere dai numerosi articoli pubblicati dai suddetti think tank».

Tutto questo discorso, spiega il movimento, non riguarda però soltanto Trieste: è l’intero Friuli Venezia Giulia a trovarsi a rischio, essendo sede di contingenti di forze armate quali la base aerea dell’Us Air Force ad Aviano, dove sono dislocate alcune decine di bombe nucleari. Non è esente nemmeno il territorio della provincia di Gorizia: «A livello di scali marittimi, è bene ricordare che il porto di Monfalcone viene usato sistematicamente per il transito di armamenti in violazione di legge» sottolineano i promotori del corteo. Il riferimento è agli episodi avvenuti tra il 2023 e il 2024 e segnalati a più riprese da sindacati e movimenti quali Usb e Tavola Pace Fvg: a bordo di navi quali la Capucine e la Severine, denunciarono le organizzazioni, furono infatti caricati armi, materiale esplosivo e mezzi militari come carri armati. Tali episodi suscitarono anche l’attenzione dell’Osservatorio “The Weapon Watch”.

Altro fattore che non rende il territorio al riparo dai «venti di guerra», aggiunge la nota, è «la presenza di colossi coinvolti nella produzione e vendita di armamenti, come Leonardo, che nello stabilimento di Ronchi dei Legionari produrrà nuovi droni militari in collaborazione con la società turca Baykar». Alla luce di tutto ciò, dunque, Fronte della Primavera Triestina e le altre realtà promotrici del corteo (fra cui vi sono Insieme Liberi, Tavola per la Pace Fvg, Partito Comunista e Socialismo Italico) invitano i cittadini di tutto il Fvg a «lanciare un segnale e dimostrare che la popolazione non accetta il futuro di guerra che gli Stati imperialisti, le istituzioni europee e le organizzazioni militari come la Nato stanno disegnando»: rifiuto del riarmo europeo e nazionale stop all'invio di armi in Ucraina e Israele e stop al transito di armi attraverso Monfalcone sono fra le istanze della manifestazione di Trieste, in programma per le 16 di sabato con partenza da piazza san Giovanni.

Foto d'archivio della nave Severine 

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