LA PROPOSTA
Un fiume su due Stati, il Pd interroga la Regione su futuro ed emergenze

Parta dalla consigliera Laura Fasiolo la richiesta di aggiornamenti su un tema che era fermo da anni. È una responsabilità di tutti.
Il fiume Isonzo-Soča è una risorsa preziosa per l’ambiente e le comunità che lo circondano: questo il tema dell’incontro di oggi, 20 marzo, in villa Olivo a Gorizia, che ha visto protagonisti la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Fasiolo, la Segretaria provinciale dem Sara Vito e il referente provinciale del partito per la transizione ecologica, mobilità, turismo e agricoltura, Michele Tofful.
La proposta, presentata tramite interrogazione in Consiglio regionale, prevede di intensificare gli sforzi per la gestione transfrontaliera del fiume Isonzo-Soča al fine di contrastare i sempre più frequenti fenomeni di crisi idrica, causati da diversi fenomeni, tra cui siccità e cambiamento climatico, utilizzo delle risorse idriche e inquinamento.
Il fiume attraversa sia il territorio italiano che quello sloveno, rendendo fondamentale un coordinamento tra i due Paesi perché, come ha sottolineato Laura Fasiolo «è un bene di tutti, un patrimonio di tutti e soprattutto una responsabilità di tutti». Si tratta di una proposta che metterebbe anche in risalto le potenzialità del fiume stesso, «a maggior ragione quest’anno che Gorizia e Nova Gorica sono state scelte come portavoce della cultura» ribadisce la Fasiolo.
Questa proposta parte anche dall’incontro, avvenuto a maggio 2024, della Commissione permanente italo-slovena per l’idroeconomia, nove anni dopo l’ultima riunione svolta. Durante la seduta entrambi gli Stati hanno redatto un proprio piano di gestione per il tratto Isonzo-Soča che sono stati approvati ma, «che non intravedono elementi sostanziali di integrazione, né conoscitiva, né operativa». Alla proposta della delegazione italiana per riattivare i gruppi di lavoro avviati nel 2014 e di concluderli entro fine giugno 2026, la parte slovena ha concordato senza però sbilanciarsi sulle tempistiche.
«Quello che chiediamo alla regione – ribadisce Sara Vito - è una maggiore attenzione su questo tema da cui derivano due importanti questioni. La prima è il tema sempre più esistente del cambiamento climatico e la seconda è la necessità di applicare strumenti legislativi dell’UE, in particolare la Direttiva 2000/60/CE che promuove una gestione condivisa delle risorse idriche tra diversi paesi».
Secondo la Segretaria PD, una gestione comune transfrontaliera non è solo una corretta gestione politica, ma anche una prospettiva supportata da strumenti legislativi europei che rilanciano sul tema di un piano di bacino idrogeografico economico internazionale che anche per l’Isonzo ci dovrebbe essere.
Sottolinea poi Michele Tofful come, «durante l’incontro della commissione, la delegazione slovena era ampiamente rappresentata dalla componente tecnica e politica con Ministri, Sottosegretari e comune di Nova Gorica, mentre la delegazione italiana era esclusivamente tecnica ed erano assenti l’ARPA e i rappresentanti dei Comuni, specialmente di Gorizia».
Quanto viene chiesto al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore competente, Fabio Scoccimarro è di prendere seriamente in considerazione la proposta di istituire un distretto idrografico internazionale per il fiume Isonzo-Soča, successivamente viene sollecitata la presenza della politica italiana alla prossima riunione della commissione con lo scopo anche di accelerare i tempi per il coordinamento dei due piani di gestione. Tra le richieste anche un protocollo per le comunicazione tra Italia-Slovenia durante i periodi di secca del fiume e un aggiornamento relativo al calendario di lavoro per l’attuazione della Direttiva europea e sulla costituzione o aggiornamento dei gruppi di lavoro bilaterali.
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