«Femminismo a parole ma fatti zero»: il bilancio di Morsolin, Abbane e Akhter sui nove anni di Cisint

«Femminismo a parole ma fatti zero»: il bilancio di Morsolin, Abbane e Akhter sui nove anni di Cisint

LA CRITICA

«Femminismo a parole ma fatti zero»: il bilancio di Morsolin, Abbane e Akhter sui nove anni di Cisint

Di F.D.G. • Pubblicato il 06 Mar 2025
Copertina per «Femminismo a parole ma fatti zero»: il bilancio di Morsolin, Abbane e Akhter sui nove anni di Cisint

Le tre candidate per Monfalcone Civica e Solidale parlano di «opportunità non sfruttate» riguardo al lavoro di cura e di «sterile propaganda elettorale» che ha solamente isolato le donne straniere.

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«Dopo 9 anni di Cisint, solo femminismo a parole ma fatti zero». Poco dopo la pubblicazione del calendario degli eventi organizzati dall’Amministrazione comunale per l’8 marzo, le tre candidate della lista Monfalcone Civica e Solidale Cristiana Morsolin (già consigliera comunale de La Sinistra per Monfalcone), la studentessa Yasmine Abbane e Nahida Akhter fanno sentire la loro voce criticando quello che secondo loro, sul tema del femminismo, è un bilancio fortemente in negativo dell’attuale amministrazione di centrodestra.

«Mentre Cisint e Maioretto si cimentano in improvvisate dichiarazioni di femminismo, dimostrando una palese lacuna nella comprensione del tema, crediamo non ingenuamente, emerge il 24 febbraio il rapporto di genere dell'INPS – comincia così la nota delle tre candidate - un documento cruciale che le nostre autoproclamate paladine delle donne hanno probabilmente scelto di ignorare».

«Ci soffermiamo più sulla sostanza: cosa è stato concretamente realizzato in nove anni di governo per le donne di Monfalcone?». La nota prosegue citando i dati INPS, «validi a livello nazionale e ancora più critici per Monfalcone considerato il contesto sociale, i quali ritraggono un quadro desolante: il tasso di occupazione femminile è del 52% contro il 70% maschile, ma a Monfalcone è anche peggio perché è del 40%. Ci chiediamo cosa abbia fatto questa amministrazione così preoccupata per la situazione delle donne a Monfalcone per invertire il trend».

L’attenzione delle tre candidate si rivolge allora alla questione asili nido e supporto all’occupazione femminile. «Il lavoro di cura – scrivono – è uno dei principali ostacoli che ricade in modo sproporzionato sulle donne e sulla loro emancipazione». «Pur registrando un aumento delle nascite, la città non ha sfruttato le opportunità del PNRR per potenziare gli asili nido, essenziali per le famiglie senza supporto dei nonni tuttofare – così ancora la nota pervenuta - abbiamo forse visto iniziative di sostegno all'occupazione femminile, come incentivi per le aziende che attuano orari flessibili o contributi per start up femminili? Nebbia in val padana anche su questo fronte».

E ancora, sul discorso istruzione: «C'è qualcosa che Cisint e l'assessora all'istruzione hanno fatto per le ragazze e le studentesse, con il niqab o senza, a contrasto dell'abbandono scolastico e per fornire strumenti di emancipazione e ascensione sociale alle giovani generazioni? Ancora una volta niente!».

«La ricetta per Cisint è quella vecchia di scaricare sulla singola donna la responsabilità e il peso di fare rivoluzioni, senza mai però mettere in campo un elemento fondamentale per l'emancipazione e il progresso, ovvero la potenza della comunità – concludono – ma in questi anni si è preferita una sterile, ma redditizia in termini elettorali, propaganda basata sullo scontro religioso, favorendo così l'isolamento delle donne straniere, invece di attuare politiche concrete. No, l'aggettivo di femministe queste due non se lo meritano proprio». 

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