a gorizia
Farmaci, coperte e scarpe: le notti di volontari e migranti a Casa Rossa

I volontari distribuiscono cibo e coperte ogni sera nel piazzale, ma c’è bisogno di altri aiuti. Partita la raccolta anche in parrocchia a Ronchi.
Qualche settimana fa, vi abbiamo raccontato la storia del giovane Nazir che, partito da Islamabad, ha attraversato Iran, Turchia, Grecia e risalito la penisola balcanica raggiungendo Gorizia. L’attesa continua ancora, da circa due mesi e – come la sua – quella di tanti altri provenienti da Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Egitto e non solo. I migranti, ormai una sessantina, restano a poca distanza dal valico di Casa Rossa accampati con mezzi di fortuna. Restano lì, sognando e sperando, ignorati e – forse – dimenticati, ma non da tutti. Già, perché a dare loro assistenza c’è qualcuno.
Mentre la politica sembra non aver risolto la questione sull’attivazione di un nuovo hotspot in regione, ad occuparsi di queste persone ci sono due volontarie che si offrono gratuitamente. “Da circa due mesi, quando ci siamo accorti che le persone dormivano all’addiaccio – spiega Roberto de Vittor che ci segnala questa storia – ogni sera alle 20.30 è ricominciata la consegna di generi di prima necessità in zona Casa Rossa. Ad operare sono quelle persone che già prestavano assistenza ai migranti in galleria Bombi e, per lungo tempo anche dopo, si davano da fare con il volontariato nella parrocchia di San Rocco”.
Ogni sera si distribuiscono cibo e coperte ma c’è bisogno di altri aiuti. “A scendere in campo, sono ancora una volta due angeli che fanno tutto questo ‘gratis et amore Dei’ – sottolinea De Vittor – e sull’esempio dello storico parroco di San Rocco don Ruggero Di Piazza, continuano a far del bene, e ne fanno tanto”. Si tratta di Maria Vinti e Orietta Feletto. Aiutate nella traduzione e nelle esigenze pratiche da un ragazzo pakistano che vive in Italia da tanti anni, Maria e Orietta si occupano della refezione pasti e della consegna di vestiti. Servono anche farmaci antinfiammatori e scarpe.
“È inammissibile che a Gorizia avvenga tutto questo – continua De Vittor – c’è un continuo scaricabarile da parte delle autorità, è scandaloso che la politica sia ferma su tutto questo. Gorizia non è ospitale come si dice, purtroppo, solo a parole. C’è tanta falsità”. L’afflusso di persone è costante, la rotta balcanica continua a portare persone in ricerca di protezione internazionale. Maria e Orietta non si fermano, ascoltano e vedono, ma è buona parte di quello che c’è attorno a restare ancora immobile.
Da sabato scorso, sembra che una catena di solidarietà si stia muovendo. Gli appelli stanno funzionando. A Ronchi dei Legionari, nella parrocchia di San Lorenzo è stata promossa ed è partita una raccolta di coperte e di farmaci antidolorifici. Ancora una volta, fortunatamente, i gesti di solidarietà superano le burocrazie degli uffici e l’inerzia del mondo politico. Intanto, nonostante il caldo settembrino, l’autunno sta per arrivare. Gorizia non è solo “Gusti di Frontiera” e alla fine della festa, noi resteremo nelle nostre calde e accoglienti case. Nazir e i suoi amici, invece, dove andranno?
Nella foto: la consegna di aiuti a Casa Rossa
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